L’esenzione Ici si estende a tutte le unità immobiliari che il Comune ha assimilato alle abitazioni principali con apposito regolamento, a condizione che questo fosse già vigente prima del 29 maggio scorso, giorno di entrata in vigore del decreto legge che ha stabilito l’esonero dal pagamento dell’imposta. La disposizione di favore non è applicabile se il regolamento, pur essendo retroattivo dal 1° gennaio dell’anno di riferimento, diventa esecutivo dopo questa data. È uno dei principali chiarimenti forniti dal dipartimento delle Finanze con la risoluzione n. 12/Df del 5 giugno. Il documento di prassi risponde all’esigenza di diradare alcuni dubbi interpretativi sulle modalità di applicazione pratica delle nuove norme in materia di Ici approvate dal Consiglio dei ministri. In particolare, il provvedimento si sofferma sulle condizioni per il riconoscimento dell’esenzione, ribadendo che questa spetta a tutte le tipologie di immobili adibiti ad abitazioni principali, ad eccezione di quelli appartenenti alle categorie catastali A/1 (case signorili), A/8 (ville) e A/9 (castelli e palazzi eminenti).
tasse sulla prima casa
Associazione piccoli proprietari immobiliari: “La sola abolizione dell’ICI non basta”
A seguito delle decisioni prese nel primo Consiglio dei Ministri del nuovo Governo, l’Asppi-Associazione Sindacale Piccoli Proprietari Immobiliari, esprime la propria posizione sul tema della imposizione fiscale sulla casa. «Il provvedimento di abolizione dell’Ici sulla prima casa, assunto dal Governo Berlusconi – ricorda il presidente nazionale dell’Asppi Luigi Ferdinando Giannini – va a completare il percorso avviato dal Governo Prodi che, con l’ultima Finanziaria, aveva esteso l’esenzione dell’imposta al 40 per cento delle famiglie italiane. E’ necessario però che le politiche abitative non siano affrontate solo con provvedimenti estemporanei. Si deve dare un’ampia cassa di risonanza al problema casa, da esaminare in modo più approfondito». Il presidente dell’Asppi ribadisce la necessità di superare il concetto di Ici, per rivedere il meccanismo della tassazione locale. «L’Ici è figlia di un federalismo fiscale imperfetto – prosegue Giannini – e da tempo noi sosteniamo che si deve arrivare ad un riordino complessivo del sistema di tassazione locale. Si deve puntare su un’inversione del rapporto fra cittadino e fisco, con trasferimenti dagli Enti periferici allo Stato centrale e non viceversa, senza basare il federalismo su addizionali o imposte locali. Inoltre, come affermano numerosi esperti del settore, l’Ici porta con se punti di debolezza marcati, ad esempio la mancata correlazione fra il tributo e l’impiego delle risorse che ne derivano. Ciò impedisce di valutare ed eventualmente premiare l’operato delle amministrazioni locali».
Fiaip: bene l’abolizione ICI sulla prima casa. Ora una cura shock per l’immobiliare
Fiaip saluta con favore il progetto di abolizione della tassazione sulla prima casa annunciata dal premier Silvio Berlusconi. Il neo presidente del consiglio ha ben rimarcato nel discorso tenuto in Parlamento come la casa sia un “bene primario intorno al quale si creano le radici dell’identità sociale dei cittadini” e come vadano rivisti “i diversi gravami che rendono impossibile la crescita della nostra economia”. “Quest’affermazione fa ben sperare, ma secondo la Presidenza nazionale di Fiaip, ora servono subito fatti concreti che possano dare il segno di un netto cambiamento per le politiche abitative e per una semplificazione ed una rinnovata politica di rilancio del mercato immobiliare in Italia”. Per queste ragioni sottolinea la Presidenza nazionale Fiaip sono auspicabili quanto prima nuove riforme per una fiscalità immobiliare più equa, e si attendono misure per il rilancio dell’affitto, tutti impegni assunti dalla maggioranza come l’abolizione della responsabilità in solido per la tassa di registro ed il mantenimento del “Ruolo agenti immobiliari” presso le Camere di Commercio, vera e propria tutela per i consumatori.