Edilizia abitativa in Puglia

 Edilizia abitativa in Puglia

52 milioni di euro per “dare risposte immediate alle fasce sociali più disagiate, persone e famiglie sottoposte a procedure di sfratto esecutivo, giovani che cercano di avere una casa di proprietà a basso costo”

Questo l’obiettivo dell’avviso pubblico, presentato il 30 settembre dalla Giunta regionale pugliese, che rientra nel Piano nazionale di edilizia abitativa per il quale il Governo ha stanziato 377 milioni di euro alle Regioni, 24,9 dei quali destinati proprio ai 70 comuni pugliesi ad alta tensione abitativa.

Edilizia sociale, piano casa approvato dalla Consulta

 Edilizia sociale, piano casa approvato dalla Consulta

Dopo il varo del Piano nazionale di edilizia abitativa (articolo 11 del decreto legge 112 / 2008) molte regioni promossero varie questioni di legittimità costituzionale dinanzi alla Consulta, rivendicando la propria competenza legislativa sulla definizione dei programmi di edilizia abitativa ed evidenziando che lo Stato non potrebbe definire nel dettaglio quelli che sono i requisiti dei beneficiari e le modalità di attuazione, trattandosi di materia concorrente, ovvero quella del governo del territorio). Altrimenti, secondo le ricorrenti, rimarrebbero pochi spazi per una disciplina regionale attuativa.

Secondo la Corte con il Piano nazionale di edilizia abitativa lo Stato in realtà si è limitato a fissare i principi generali che devono presiedere alla programmazione nazionale ed a quelle regionali nel settore. La Corte ha, infatti, ribadito il principio già affermato in precedenza, in base al quale la determinazione dei livelli minimi di offerta abitativa per specifiche categorie di soggetti deboli non può essere disgiunta dalla fissazione su scala nazionale degli interventi onde evitare squilibri e disparità nel godimento del diritto alla casa da parte delle categorie sociali disagiate.

Le semplificazioni edilizie? Bloccate dalle regioni

 Le semplificazioni edilizie? Bloccate dalle regioni. Il Consiglio dei ministri ha da tempo (il 12.11.‘09) varato un disegno di legge volto ad introdurre misure di semplificazione edilizia. Nel farlo, però, aveva stabilito che il testo dovesse ricevere – prima di approdare in Parlamento per l’ esame – il parere della Conferenza Stato – Regioni. Risultato: il provvedimento in questione (si tratta del cosiddetto d.d.l. Brunetta – Calderoli, contenente norme di semplificazione relative a varie materie) non è ancora arrivato alle Camere, essendo rimasto bloccato presso la Conferenza Stato – Regioni.

Così come era accaduto con il Piano casa nazionale, anche queste essenziali disposizioni di snellimento delle procedure edilizie sono dunque andate ad impastoiarsi nel meccanismo di quel potentissimo organismo che è ormai diventata la Conferenza Stato – Regioni. Con un ritardo, poi, che in questo caso è ancor più grave in quanto si tratta di un provvedimento per il quale il Governo aveva previsto un iter accelerato, tanto da collegarlo formalmente alla Finanziaria 2010.