Già all’inizio dello scorso anno, forse per un eccesso di ottimismo, si riteneva superata la fase recessiva del mercato immobiliare italiano e si è subito parlato di ripresa, pur con segnali ancora deboli ma interpretati nell’ambito di un progressivo miglioramento del contesto macroeconomico.
L’inversione di tendenza delle compravendite, l’attenuazione del calo dei prezzi e la positiva evoluzione del clima di fiducia degli operatori sono solo i principali fattori che inducevano a ritenere archiviata la fase recessiva. La timida ripresa della produzione e tassi di interesse decisamente esigui lasciavano intravedere un quadro economico più favorevole che avrebbe avuto riflessi positivi sul settore immobiliare. E tuttavia l’ipotesi di una pronta ripartenza non teneva in considerazione le profonde modifiche nel frattempo intervenute nella ripartizione del credito da parte delle banche, per ridurre la rischiosità degli impieghi e ripristinare un’adeguata solidità patrimoniale.