Se si fosse fatto apposta, non si sarebbe riusciti a fare meglio. La confusione, nel campo delle certificazioni energetiche, è ad un livello intollerabile, non degno di un Paese civile: complice una classe politica che di tutt’ altro – nella sua generalità – si cura, e che non si dà carico dei problemi della gente neanche quando essa stessa li ha creati (essenzialmente, nel nostro caso, attraverso la riforma costituzionale del 2001).
Così, gli interessati non sanno cosa fare e i consulenti cosa consigliare (se non di fare tutto, e di più, per star sul sicuro). Il risparmio energetico, non interessa a nessun politico, o quasi: interessa, ai più, creare lavoro buroindotto, formare i certificatori e dargli più lavoro possibile (e solo a questo fine, la confusione è funzionale). Ma l’ Attestato energetico, ci vuole o no?
In materia, è comunque intervenuto un cristallino provvedimento del Tribunale di Varese che – tanto per cominciare – due punti fermi li pone. Innanzitutto, si stabilisce in esso l’ illegittimità costituzionale della previsione (ad opera delle Regioni) dell’ obbligo di allegare l’ attestato di certificazione energetica ai decreti di trasferimento degli immobili interessati a procedimenti esecutivi.