Previsioni sul mercato immobiliare. Dal 3° Rapporto 2009 Nomisma

 Le previsioni qualitative sul numero di compravendite di abitazioni nel prossimo semestre sono nettamente in miglioramento. Se in precedenza la quota di indicazioni di aumento era di poco conto, facendo prevalere significativamente le ipotesi di ulteriore calo degli scambi, ora lo scenario è completamente diverso.

Quasi la metà degli operatori interpellati, infatti, crede che nei primi mesi del 2010 il volume del mercato si verrà ad ampliare. Infatti, negli ultimi due anni si è assistito ad una progressiva riduzione delle compravendite che ha portato il mercato odierno a livelli più bassi di oltre il 25% rispetto a quello di inizio 2007 (nel I semestre 2009 si sono concluse 300 mila compravendite a fronte delle 412 mila del I semestre 2007).

L’ opinione diffusa sembrerebbe che si sia raggiunto il punto basso per poi ripartire. In particolare, le città maggiormente toccate da previsioni positive sono Milano e Roma (ma anche Cagliari, che troveremo su posizioni ottimistiche anche per gli altri segmenti del mercato), ovvero quelle connotate da un mercato più liquido e da cui si avviano quelle inversioni di tendenze che poi generalmente investono anche gli altri mercati.

Una previsione di riavvio delle transazioni che dovrebbe essere corroborata dalla prosecuzione di un trend declinante sul fronte dei valori di scambio. Più stabile, invece, il quadro relativo al mercato della locazione sia in merito ai contratti che potranno essere stipulati che per il livello dei canoni.

Casa contro crisi: il mercato cala ma non crolla

 Il 2009 non è un anno da ricordare per il mercato degli immobili residenziali in Europa. L’ Italia riuscirà comunque a contenere il calo. L’ annuale rapporto di Scenari Immobiliari evidenzia che nel 2009 i valori residenziali in Inghilterra dovrebbero registrare una contrazione del 25%, in Spagna del 20,3% e in Francia del 9,5%. Una discesa meno marcata si registrerà, invece, nel nostro Paese con -6,5% e in Germania con un -5%. Per il 2010 si prevedono riduzioni decisamente più contenute.

“Il mercato residenziale è quello più penalizzato dalla crisi – spiega Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari – a causa della riduzione del potere di spesa e della politica restrittiva delle banche nella concessione dei mutui che hanno colpito in modo pesante mercati che erano già in fase di ridimensionamento. La situazione più difficile riguarda la fascia di livello medio – bassa, mentre il mercato di lusso mostra una buona tenuta”.

In Italia a subire la crisi è soprattutto il settore delle nuove costruzioni. Al mercato della casa mancano oltre 200mila compravendite rispetto agli anni passati, soprattutto a causa dell’ impossibilità della domanda marginale – vale a dire di giovani e immigrati – a ottenere finanziamenti che permettano l’ accesso alla proprietà. La quota sul valore dell’ immobile per cui è possibile ricorrere al finanziamento si sarebbe ridotta al 60%.

Le compravendite di case nel primo semestre di quest’ anno sono calate del 17% rispetto all’ analogo periodo dell’ anno precedente. Indicazioni praticamente in linea con quelle prospettate da Alessandro Ghisolfi, direttore ufficio studi di Ubh, che stima la flessione degli scambi nell’ ordine del 14 – 16%. A fine anno le compravendite di case dovrebbero subire un calo di circa il 15%.

Mercato immobiliare: uffici in calo, ma meno che in Europa

 Indice puntato contro il settore immobiliare, che invece in Italia ha tenuto: nonostante il calo delle quotazioni in tutto il mondo nel 2008, la discesa è stata solo del 5%. Anche nell’ ultimo semestre, specie per quanto riguarda gli uffici. La crisi immobiliare ha lambito soltanto di striscio il segmento in Italia, grazie a quella che per anni era stata considerata una delle sue maggiori inefficienze, ovvero la scarsità dell’ offerta, e che oggi ne rappresenta invece uno dei punti di forza, riuscendo a contenere le perdite attorno al 5%. Roma e Milano, nell’ ultimo anno, sono riuscite a mettere a segno addirittura un incremento nel livello di assorbimento fino a occupare 300 mila metri quadrati di nuovi spazi. E questo proprio a causa della crisi economica e del credit crunch che non soltanto ha bloccato numerosi progetti già esistenti ma ha stoppato anche i costruttori interessati a investimenti nel comparto uffici.