L’impatto dell’immobiliare sulla finanziarizzazione

 Dallo studio sulla finanza immobiliare, condotto per la prima volta dall’Istituto bolognese di ricerca economica, sono emersi risultati sintetizzabili in termini di aumento dell’occupazione diretta e indotta e di peso economico dell’immobiliare rispetto al resto dell’economia. Inoltre, la ricerca fornisce i dati più recenti relativi ai singoli comparti nei quali la finanza immobiliare può essere articolata: mutui, leasing, società quotate, fondi immobiliari, project financing e finanza per il territorio. Infine, vengono resi noti i risultati dell’indagine su un campione di 2.000 famiglie italiane, mirata a studiare i motivi che spingono all’investimento immobiliare, sia diretto, principalmente volto alla casa, sia indiretto, volto quindi a titoli di società o fondi immobiliari. L’immobiliare ha generalmente un basso impatto sull’economia, se confrontato agli altri settori, ma nel periodo 1995-2007 è aumentato in maniera consistente (+5,9%) e, nella graduatoria dei 59 settori economici, si colloca al 25° posto. Inoltre, distinguendo l’impatto interno e quello esterno al settore, è soprattutto quello esterno che cresce, ovvero l’immobiliare diviene molto più intercorrelato agli altri settori e particolarmente a quelli finanziari. Il suo impatto (1995-2007) cresce quindi in modo molto forte sui settori finanziari, mentre cala relativamente alle costruzioni. L’incremento di domanda in termini di produzione e di valore aggiunto attivati dal settore (anni 1995-2007) è circa doppio rispetto a quello dell’economia nel suo complesso: la produzione attivata infatti è cresciuta del 65,5%,contro il 32,1% dell’economia; allo stesso modo, il valore aggiunto attivato sull’intera economia è aumentato del 59,2%, contro il +23,6% del totale economia.

Nomisma: finanza immobiliare 2008

 Giovedì 12 giugno 2008, presso l’expo EIRE esposizione del salone immobiliare della fiera di MILANO, Nomisma ha presentato i dati del Primo Rapporto sulla Finanza Immobiliare. Con il Rapporto viene fatto il punto sulla crescita che ha avuto il settore immobiliare nel corso dell’ultimo ciclo immobiliare (1995-2007) anche grazie alla sua accentuata finanziarizzazione. Con il Rapporto viene fatto il punto sulla crescita che ha avuto il settore immobiliare nel corso dell’ultimo ciclo (1995-2007) anche grazie alla sua accentuata finanziarizzazione. Gli straordinari risultati, in termini di aumento dell’occupazione diretta e indotta, e di peso economico dell’immobiliare, rispetto al resto dell’economia, sono sintetizzati di seguito. Sempre di seguito sono presentati in forma sintetica anche i dati relativi ai singoli comparti nei quali la finanza immobiliare può essere articolata:
mutui, leasing, società quotate, fondi immobiliari, project financing e finanza per il territorio.
Infine, vengono resi noti gli originali risultati dell’indagine su un campione rappresentativo di 2.000 famiglie italiane realizzata appositamente per il Primo Rapporto sulla Finanza Immobiliare. Con tale indagine si sono studiate e misurate le motivazioni delle famiglie relativamente all’investimento immobiliare, sia diretto, e principalmente volto alla casa, sia indiretto, e quindi volto a titoli di società o fondi immobiliari.

Abi e Assofin: le famiglie italiane molto attente a non indebitarsi troppo

 Lo stesso bicchiere – si sa – può essere visto mezzo pieno o mezzo vuoto. Per Abi (la Confindustria delle banche) e Assofin (l’associazione italiana del credito al consumo e immobiliare) il bicchiere degli italiani è mezzo pieno. Il tasso di indebitamento delle famiglie resta, infatti, il più basso tra i principali Stati dell’Unione europea. Gli italiani pianificano con attenzione i loro comportamenti di spesa avendo ben chiara l’incerta congiuntura internazionale. I dato che emergono dal convegno “Credito alle famiglie 2008”, organizzato oggi a Roma da Abi e Assofin, mostrano che nel corso del 2007 la crescita dell’indebitamento è rallentata registrando un aumento dell’8,7%, in calo rispetto al 10,4% del 2006, al 13,8% del 2005 e al 15,4% del 2004.