Enel: l’Europa da sola non può risolvere problemi globali

 L’Europa da sola non può risolvere il problema dei cambiamenti climatici. Lo ha detto l’AD di Enel, Fulvio Conti, a Boston, dove ha partecipato al Comitato consultivo sul programma di economia dell’ambiente dell’Università di Harvard di cui Enel è sponsor. Da questo autorevole centro di elaborazione delle “public policies”, Conti è intervenuto al dibattito in corso sulle politiche per ridurre l’effetto serra, sul futuro del Protocollo di Kyoto e sul pacchetto 20-20-20 dell’Unione europea, chiedendo flessibilità nell’applicazione delle misure anti-CO2, considerando l’impatto delle misure sui singoli Paesi affinché non vi siano squilibri. “Credo che sia corretto l’invito del Governo italiano a riconsiderare gli obiettivi dati nel pacchetto Ue”, ha commentato l’AD riferendosi alla richiesta dell’Italia di un anno in più per valutare realisticamente costi ed efficacia delle misure clima-energia. Conti ha aggiunto che “l’Europa da sola non può risolvere problemi globali”, dovendo gli interventi coinvolgere “altre parti del mondo”. In Italia, sostiene Conti, “siamo già particolarmente efficienti”, e va considerato che ulteriori sforzi “hanno un costo marginale molto più alto e un impatto sulla competitività del sistema italiano”. Infatti, i costi annui per ridurre le emissioni da qui al 2020 sono stati stimati in circa 20 miliardi di euro l’anno, con un’incidenza dell’1,4% sul Pil dell’Italia. Per quel che riguarda le allocazioni di emissioni tra i singoli paesi “ha valso il peso politico”, creando distorsioni che “vanno curate, al di là del costo economico stimato”.

Roma per Kyoto progetto ambientale

 Capolinea in vista per il progetto “Life-Roma per Kyoto”. Il 18 e 19 settembre l’evento conclusivo: sindaci e e autorità delle principali capitali europee (tra le altre Bruxelles, Dublino, Helsinki, Varsavia, Budapest, Lussemburgo) convergeranno in Campidoglio, insieme a rappresentanti delle istituzioni e della comunità scientifica italiana e internazionale. L’assessore all’ambiente Fabio De Lillo ha intanto presentato la due giorni e ha tracciato un primo bilancio dell’esperienza condotta. Scopo del convegno finale: condividere e diffondere le “buone pratiche” e gli interventi, attuati nelle città europee che hanno partecipato al progetto, per “identificare una strategia comune nella lotta contro il cambiamento climatico”. “Life-Roma per Kyoto” è nato nell’ottobre 2004 ed è stato co-finanziato dalla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea. A Roma, città capofila del progetto, la conduzione è stata affidata al Dipartimento Politiche Ambientali del Comune. L’obiettivo fissato per Roma era la stesura di un piano d’azione per ridurre le emissioni di gas nocivi del 6,5% (più di un milione di tonnellate di CO2) entro il 2012, nel rispetto del protocollo di Kyoto a cui l’Italia ha aderito nel 2002.

Eolico: bisogna regolare lo sviluppo di questa fonte di energia rinnovabile

 La produzione di elettricità di origine eolica si è fortemente sviluppata in Europa e il suo potenziale di crescita è ancora sostenuto. La capacità presente nel Vecchio Continente dovrebbe salire a 67 GW entro la fine del 2008. In Germania, Spagna e Danimarca, paesi che insieme rappresentano oltre 44 GW di capacità, l’eolico rappresenta tra il 14 e il 24% della produzione di energia elettrica globale. In Francia, il numero delle unità eoliche contemporaneamente connesse alla RPD (Rete Pubblica di Distribuzione) è passata nel corso degli ultimi 5 anni, da una media di una trentina di unità a quasi 250 nel 2007.
Tuttavia questo continuo aumento della quota eolica nella produzione di elettricità rende sempre più complessa la sua integrazione al sistema di trasporto di elettricità e ne aumenta a dismisura i costi. La società di consulenza SIA CONSEIL riprende le raccomandazioni dell’ETSO -European Transmission System Operators Association- (1) che chiede che vengano fissate nuove condizioni perchè l’energia eolica possa rappresentare nel futuro una fonte di energia conveniente e sicura. La produzione eolica decentralizzata contrasta con la struttura storicamente centralizzata delle reti nazionali. I progetti di energia eolica sono selezionati principalmente in funzione al potenziale di vento, di criteri ambientali e di accettazione delle popolazioni. Sono scarsamente considerati invece aspetti come la vicinanza alla rete o la prossimità rispetto ai centri di consumo e questo comporta diverse conseguenze.
Prima di tutto, l’elettricità è trasportata su lunghe distanze, cosa che aumenta le perdite di energia in linea e nei nuovi progetti è molto spesso necessario costruire nuove linee elettriche. Data la loro dispersione, i parchi eolici non possono essere sempre collegati alla rete di trasporto e sono quindi collegati alla rete di distribuzione, il che complica la trasmissione dei dati di produzione.