Housing sociale: maxifondo ricco

 Intesa Sanpaolo, Unicredit, Generali, Allianz e una decina di casse di previdenza private sono pronte a investire un miliardo e mezzo di euro nel maxifondo immobiliare per l’ edilizia sociale lanciato dal Governo. Dalla Cassa depositi e prestiti arriverà 1 miliardo e 140 milioni dal ministero delle Infrastrutture per lo sturt up. Un maxifondo veramente ricco, un contributo sostanzioso alla causa dell’ edilizia sociale che dovrebbe risolvere il disagio abitativo. Housing sociale: un maxifondo ricco.

Lo strumento del fondo dei fondi fu lanciato nel 2008 dal ministro dell’ Economia, Giulio Tremonti e si è rivelato un volano a 360° per sostenere programmi edilizi locali mediante partecipazioni di minoranza (massimo 40%). Per ora, l’ intesa con i principali gruppi nazionali del credito e del mondo assicurativo è informale, non c’ è ancora nero su bianco, non è stato ancora autorizzato il regolamento del maxifondo immobiliare per il social housing sul quale la Cassa depositi e prestiti è impegnata con l’ apposita società di gestione Cdp Investimenti Sgr.

Sfratti, è ancora proroga

 Per gli inquilini in regola con i pagamenti non ci sarà sfratto fino a dicembre in attesa del piano casa. L’ emendamento è stato votato al Senato insieme al resto del testo di conversione in legge e ora le esecuzioni saranno bloccate fino a fine anno se passerà anche alla Camera. In teoria l’ obiettivo è quello di ridurre i problemi abitativi, in attesa che vengano realizzati gli interventi previsti dal piano casa. Le decine di migliaia di alloggi promessi, se verranno realizzati, dovrebbero dare un sostegno anche agli sfrattati che non sono non abbastanza disagiati per usufruire della proroga.

Per beneficiare della proroga sfratti fino al 31 dicembre 2010 gli inquilini devono trovarsi nei Comuni capoluogo di Provincia, in quelli confinanti e con popolazione superiore a 10mila abitanti, o nei Comuni ad alta tensione abitativa di cui alla delibera Cipe n. 87103 del 13 novembre 2003.

Social Housing. Formigoni: un patto regionale per nuove opportunità

 Un patto regionale per la casa che, nel rispetto delle competenze di ciascuno dei soggetti cui sarà proposto (Comuni, Aler, cooperative, imprese e sindacati), metta a sistema strategie condivise per offrire nuove possibilità di alloggi a prezzo calmierato. Lo ha proposto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, chiudendo i lavori del convegno “Housing sociale: innovazioni necessarie e prospettive possibili in Lombardia”, cui ha partecipato anche l’ assessore alla Casa e Opere Pubbliche, Mario Scotti.

Un’ idea che nasce dalla constatazione che il solo intervento legislativo non è più sufficiente per risolvere il problema casa che, complice il perdurante momento di crisi, sta assumendo dimensioni importanti arrivando a coinvolgere talvolta anche quel ceto medio che, invece, si immaginava potesse esserne al riparo.

“La collaborazione costante tra le istituzioni e tutti i soggetti interessati – ha detto Formigoni – ci consentirà di sperimentare nuove forme di politica per la casa. Per questo auspico si possa arrivare presto a una sorta di patto che metta a sistema alcune strategie condivise”.

Nuova proroga degli sfratti all’ orizzonte? Anci e Confedilizia contrapposte

 “Un emendamento al decreto Milleproroghe prevede la proroga degli sfratti al 30 giugno prossimo. Si tratta di un emendamento parlamentare che il governo condivide e sui cui esprimerà parere favorevole, anche nelle more dell’ avvio del Piano casa che ieri ha fatto un decisivo passo in avanti con l’ approvazione del regolamento dei fondi immobiliari su cui si basa l’ operazione. Auspico pertanto che il Parlamento lo approvi”. Lo dichiara il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli. Nei giorni scorsi la richiesta di una ulteriore proroga degli sfratti era stata avanzata dalla Consulta Casa dell’ ANCI, che si è riunita nel pomeriggio a Parma.

“Una richiesta – ha sottolineato Roberto Tricarico, Assessore del Comune di Torino e coordinatore della Consulta – che avanzeremo al Governo e che nasce dalla impossibilità di fronteggiare una situazione che la crisi finanziaria internazionale ha reso ancora più problematica. Le difficoltà per le famiglie crescono e aumenta anche il peso che gli affitti occupano all’ interno dei bilanci familiari. È quindi facile prevedere che gli sfratti per morosità aumenteranno, mentre i Comuni si trovano privi delle risorse per rispondere alla sempre crescente emergenza abitativa“.

Politiche per la casa e il territorio contro il disagio abitativo

 Insieme ad altri esponenti del settore edilizio e immobiliare, l’ Ance ha preso parte ad una audizione indetta dal Cnel sul tema dell’ emergenza abitativa con l’ obiettivo di individuare un documento di proposte da sottoporre al Governo anche per favorire la migliore attuazione degli obiettivi contenuti nel Piano nazionale di edilizia abitativa.

Queste le priorità che secondo l’ Ance dovrebbero trovare al più presto spazio nell’ agenda politica e istituzionale:

1. Rivisitazione organica della legislazione per la casa e le trasformazioni territoriali in un rinnovato quadro di collaborazione concertazione Stato – Regioni.

2. Revisione della normativa per le locazioni (Legge 431 / 1998) soprattutto per due aspetti: certezza della durata del rapporto contrattuale tra le parti, regime dei contratti a canone concordato.

La situazione abitativa a Bologna

 Il segmento locativo non presenta differenze significative rispetto alla situazione nazionale, anche se l’ esuberanza dei valori immobiliari è stata, a consuntivo degli ultimi vent’ anni, più contenuta che altrove. L’ avvio anticipato della fase recessiva, associato alla diversa dinamica registrata nel periodo di crisi (1992 – 1997), ha fatto sì che il tasso di crescita dei valori immobiliari nel periodo considerato risultasse più contenuto rispetto al dato nazionale (90,6% contro 164,3% per i prezzi e 75,2% a fronte di 105% per i canoni).

Nonostante il minore dinamismo immobiliare si rileva, anche a livello bolognese, la significativa riduzione di potere di acquisto immobiliare, imputabile ad un’ evoluzione del tutto modificata del reddito familiare. A risultare maggiormente penalizzate sono state ancora una volta le fasce di reddito più basse, per le quali l’ opzione proprietaria è diventata, di fatto, impraticabile, nonostante il sensibile miglioramento delle opportunità di accesso al credito registrato in corrispondenza del boom immobiliare.

Regione Campania. Piano Casa: edifici condonati, recupero dei sottotetti, edilizia sociale fra gli interventi programmati

 Per rilanciare l’ edilizia la Regione Campania prevede una serie di interventi in deroga agli strumenti urbanistici vigenti. Un piano che rimarrà in vigore a tempo determinato.

Consentiti gli aumenti di cubatura entro il 20% sugli edifici esistenti a destinazione residenziale e sulle piccole palazzine fino a mille metri cubi composti al massimo da due piani fuori terra.

È ammesso l’ aumento fino al 35% della volumetria esistente degli edifici residenziali per gli interventi di demolizione e ricostruzione all’ interno della stessa unità immobiliare catastale e delle pertinenze esterne asservite al fabbricato. Obbligatorie le tecniche costruttive che garantiscano prestazioni energetico – ambientali e in conformità alle Norme tecniche per le costruzioni, che regolano l’ attività edilizia in zona sismica.

Il 30 giugno scade la proroga degli sfratti, aumentano quelli per morosità

 Il Sunia segnala che il 30 giugno scade la proroga che sospende l’ esecuzione degli sfratti per le categorie più deboli, ma non ci sono ancora risposte del Governo al forte disagio abitativo del paese: i soldi sottratti per un fantomatico piano casa non sono stati restituiti ai Comuni per fornire alloggi a famiglie incappate nella morosità a causa dell’ insostenibilità degli affitti. Oggi il comparto in affitto privato è caratterizzato dal peso di categorie deboli che non sostengono più i livelli di mercato: il 20% dei nuclei sono unipersonali, il 67% monoreddito; il 30% dei capofamiglia pensionati, il 40% operai, il 23% ha più di 65 anni.

Negli ultimi due anni il reddito medio da lavoro dipendente è rimasto stabile ma gli affitti sono aumentati del 16%: nelle città ad alta tensione abitativa per una famiglia con un reddito da lavoro dipendente l’ affitto incide oltre il 40% (tra il 50 e il 70% a Bologna e Firenze, oltre il 70% a Milano e Roma); per una famiglia con due pensioni minime l’affitto incide tra il 50 e il 70% (oltre il 70% a Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Roma).

Misure urgenti da parte del Governo a favore di particolari categorie sociali

 E’ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 20 ottobre 2008 il decreto-legge n. 158, recante “Misure uregenti per contenere il disagio abitativo di particolari categorie sociali” proposto dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e dal Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli. Il provvedimento si propone di ridurre il disagio abitativo e di favorire il passaggio da casa a casa per le categorie sociali individuate dalla legge 8 febbraio 2007, n. 9, (articolo 1, comma 1), in attesa della realizzazione delle misure e degli interventi previsti dal Piano nazionale di edilizia abitativa.

Dichiarazione di Guido Piran sul Programma del Governo per la casa

 Il programma di governo per la casa prevede la cancellazione dei progetti definiti dalla precedente legislatura e già in fase attuativa, per usarne le risorse in modo differente. In pratica gli stanziamenti previsti dalle due Finanziarie del governo Prodi sono abrogati e indirizzati ad un piano che prevede quasi esclusivamente iniziative in partenariato tra pubblico e privato, non risultando chiaro se ad affitto permanente o anche in proprietà. Si tratta di un arretramento del metodo concertativo considerato che quanto sopra, era già stato concordato al Tavolo di concertazione nazionale sulle politiche abitative. Inoltre il decreto prevede l’alienazione generalizzata del patrimonio degli ex IACP, ciò significa che se fosse venduto tutto l’attuale patrimonio, pari a circa 950.000 alloggi, con le modalità previste dal piano governativo, il ricavato potrebbe produrre circa 130-150.000 nuovi alloggi.

Casa “sociale” per ridurre disagio abitativo

 Edilizia sociale pubblica: il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro ha firmato il decreto per la definizione di alloggio sociale, ai fini dell’esenzione dall’obbligo di notifica degli aiuti di Stato.
E’ definito alloggio sociale l’unita’ immobiliare adibita ad uso residenziale in locazione permanente che svolge la funzione di ridurre il disagio abitativo di individui e nuclei familiari svantaggiati, non in grado di accedere alla locazione nel libero mercato. L’alloggio sociale e’ elemento essenziale del sistema di edilizia residenziale sociale.
Nella definizione fissata dal decreto rientrano gli alloggi realizzati o recuperati da operatori pubblici e privati, con contributi o agevolazioni pubblici, destinati a locazione temporanea per almeno otto anni e alla proprieta’.

Casa. Firmato decreto per definizione alloggio sociale

 Ieri il Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro ha firmato il decreto per la definizione di alloggio sociale, ai fini dell’esenzione dall’obbligo di notifica degli aiuti di Stato – art. 5 della legge 8 febbraio 2007, n.9.

Un provvedimento importante per i Comuni e in particolare per le prerogative delle amministrazioni locali in materia di erogazioni di servizi abitativi ed erogazioni di servizi, anche sperimentali, per far fronte ai nuovi bisogni alloggiativi anche in forme diverse da quelle conosciute come l’edilizia sovvenzionata.

Secondo quanto previsto dal decreto, è definito alloggio sociale l’unità immobiliare adibita ad uso residenziale in locazione permanente che svolge la funzione di ridurre il disagio abitativo di individui e nuclei familiari svantaggiati, non in grado di accedere alla locazione nel libero mercato. Il comma 5 dell’articolo 1 precisa che l’alloggio sociale, in quanto servizio di interesse economico generale, costituisce standard urbanistico aggiuntivo da assicurare mediante cessione gratuita di aree o di alloggi, sulla base e con le modalità stabilite dalle normative regionali.