Mercato immobiliare, affitti, inquinamento e graffiti: Analisi di Assoedilizia

 Milano, — Anche a Milano e in Lombardia il 2008 è stato l’anno nel quale la crisi finanziaria si è riflessa sul mercato immobiliare. Nell’area milanese la flessione dei prezzi delle case – la prima dal 1997 – è stata mediamente del 6% (un po’ meno sensibile in regione) rispetto al 2007, le vendite sono scese del 20% e i tempi di vendita sono passati da 2-3 mesi a 6 mesi.
Le previsioni 2009 vedono elementi contrastanti: da un lato il calo dell’inflazione e del costo del denaro e quindi dei tassi dei mutui, dall’altro la riduzione della crescita economica, e la contrazione dei consumi come conseguenza della riduzione della capacita’ complessiva di spesa della popolazione, la minore mobilità di lavoro e abitativa e l’incertezza . Ciò potrebbe tradursi, nel campo immobiliare, in una ulteriore flessione dei prezzi del 6-10% e in un calo delle compravendite del 10%. Non ci sarà comunque il crack immobiliare verificatosi, ad esempio, in Usa, Gran Bretagna, Spagna: “Il mercato immobiliare italiano – afferma il presidente di Assoedilizia avv. Achille Colombo Clerici – ha un andamento poco dinamico (scarsa mobilità abitativa e ridotto ricorso al sistema dell’investimento a reddito per gli usi diversi dall’abitazione); le famiglie italiane che hanno comprato casa non si sono lanciate nella irresponsabile corsa alla speculazione arrivando, come negli Usa, a cambiar casa per fare un affare ed a finanziare anche le spese familiari con i finanziamenti dei mutui. Inoltre il patrimonio immobiliare italiano è stabilmente nelle mani di oltre 20 milioni di famiglie sensibilmente meno indebitate di quelle statunitensi ed europee; il flottante annuo è pari a meno del 2 % del valore di capitalizzazione degli immobili e quest’ultimo rappresenta oltre dieci volte la capitalizzazione della Borsa”.

Assoedilizia: microprogetti di arredo urbano. Dichiarazioni al Sole 24 Ore

 I comuni rischiano di essere invasi da microprogetti riguardanti piazze, vie, marciapiedi, spazi a verde; che dovranno affrettarsi a stoppare ( provando che sono contro l’interesse pubblico). Altrimenti le nostre citta’ ed i nostri paesi si riempiranno di pedane,piattaforme, gazebi,pensiline, corrimani, “panettoni”e blocchi dissuasori, asfaltature di verde pubblico e di aiuole,steli ed “opere d’arte”, camminamenti, sovrappassi, cavalcavia e quant’altro. Riflessini di Assoedilizia per un ripensamento sulla norma relativa ai microprogetti di interesse locale contenuta nel Decreto Legge anticrisi, attualmente in sede di conversione. Perplessita’ sull’introduzione del principio del silenzio-assenso. Più difficoltosa la tutela dell’interesse pubblico in tema di ambiente,di decoro urbano, di fruibilita’ del suolo pubblico; nonche’ degli interessi legittimi dei residenti controinteressati. Passo indietro sul piano del federalismo: minore efficacia nella tutela dei beni non soggetti a vincoli di istituzioni gerarchiche superiori ( ad esempio dello Stato ).

Assoedilizia: microprogetti di arredo urbano

 I comuni rischiano di essere invasi da microprogetti riguardanti piazze, vie, marciapiedi, spazi a verde; che dovranno affrettarsi a stoppare (provando che sono contro l’interesse pubblico). Altrimenti le nostre città ed i nostri paesi si riempiranno di pedane, piattaforme, gazebi, pensiline, corrimani, “panettoni” e blocchi dissuasori, asfaltature di verde pubblico e di aiuole, steli ed “opere d’arte”, camminamenti, sovrappassi, cavalcavia e quant’altro. Appello di Assoedilizia al Governo per un ripensamento sulla norma relativa ai microprogetti di interesse locale contenuta nel Decreto Legge anticrisi, attualmente in sede di conversione. Perplessità sull’introduzione del principio del silenzio-assenso Più difficoltosa la tutela dell’interesse pubblico in tema di ambiente, di decoro urbano, di fruibilità del suolo pubblico; nonché degli interessi legittimi dei residenti controinteressati. Passo indietro sul piano del federalismo: minore efficacia nella tutela dei beni non soggetti a vincoli di istituzioni gerarchiche superiori (ad esempio dello Stato). Secondo il presidente di assoedilizia Achille Colombo Clerici: “D’ora in poi occorrerà guardarsi, oltre che dai writers, anche dai sedicenti “artisti” del luogo pubblico. L’art. 23 del Decreto Legge del 28 novembre scorso (attualmente in sede di conversione) prevede che gruppi organizzati, in modo non meglio definito, di cittadini possano presentare proposte operative (microprogetti) per interventi di interesse locale o di arredo urbano, sul suolo pubblico o su beni pubblici. L’ente locale può collaborare. In caso di mancata opposizione da parte di quest’ultimo(quando non si tratti di beni particolarmente protetti per i quali necessita l’autorizzazione preventiva) si forma il silenzio-assenso;decorsi 60 giorni dalla domanda. Nei grandi Comuni, dove già è difficile star dietro alle DIA (che marciano con il silenzio-assenso) immaginiamo quanti microprogetti riusciranno a sgattaiolare dalle maglie dei controlli. Le opere sono finanziate in parte dalla collettività, attraverso il meccanismo dei crediti d’imposta.

Assoedilizia: a rischio la tutela degli interessi pubblici in tema di ambiente

 A rischio la tutela degli interessi pubblici in tema di ambiente,di decoro urbano, di fruibilita’ del suolo pubblico; nonche’ degli interessi legittimi dei residenti controinteressati. Passo indietro sul percorso del federalismo. Efficace la detassazione degli interventi.
Dichiarazione del presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici: “L’art. 23 del D.L. del 28 novembre scorso prevede che gruppi organizzati, in modo non meglio definito,di cittadini possano presentare proposte operative (microprogetti) per interventi di interesse locale o di arredo urbano, sul suolo publico o su beni pubblici. L’ente locale puo’ collaborare. In caso di mancata opposizione da parte di quest’ultimo (quando non si tratti di beni particolarmente protetti ) si forma il silenzio-assenso, decorsi 60 giorni dalla domanda, e le opere sono finanziate in parte dalla collettivita’. La norma, per come è concepita presenta il difetto di rendere più complicata all’ente Comune la tutela dell’interesse pubblico, sul piano, non solo della fruizione del bene pubblico ( non protetto da vincoli puntuali ), ma anche del decoro e dell’ordine dell’ambiente urbano. Il principio del silenzio-assenso, che trova la sua ragione nell’agire del privato su un bene proprio in virtu’ dello jus aedificandi, non puo’ giustificarsi quando si tratti di intervenire sul bene pubblico.

Assoedilizia: decreto sicurezza, imbrattamenti muri. Insufficiente la norma dell’art.5

 Prosegue l’iter di esame, da parte della Commissione del Senato, del Ddl governativo sulla sicurezza, che contiene, all’art. 5, una norma (modificativa dell’art.639 del cod.pen.) che estende il reato di imbrattamento già previsto per gli immobili compresi nel centro storico e per quelli di interesse storico artistico,ovunque ubicati, anche agli “immobili sottoposti a risanamento edilizio o ambientale o su ogni altro immobile,quando al fatto consegue un pregiudizio del decoro urbano”. La norma, così concepita, rischia di essere di scarsa efficacia ai fini della prevenzione e della repressione dell’annoso deleterio fenomeno. Perché subordinare la sussistenza del reato al pregiudizio del decoro urbano può portare ad escludere tutti i casi in cui l’azione commessa dagli imbrattatori sia compiuta su immobili già colpiti da tali vandalismi; per cui può apparire che su questi sia ammesso infierire impunemente. Assoedilizia ha peraltro elaborato una proposta di modifica dell’art. 639 cod.pen. Di seguito, in sintesi, le novità proposte. Al primo comma si prevede una fattispecie di reato lieve e procedibile a querela, destinata a sanzionare le sole condotte commesse in danno di beni mobili. Viene modificato il comma secondo, che ora sarebbe destinato a reprimere i deturpamenti commessi in danno di qualunque immobile, indipendentemente dalla sua collocazione (centrale-storica o periferica), ovvero dalle sue caratteristiche storiche o dal suo pregio edilizio-architettonico. In tale ipotesi, il reato prevederebbe la reclusione fino ad un anno e la multa sino ad euro 1.032 e sarebbe procedibile d’ufficio.

In tema di sicurezza si discute anche sul deturpamento e l’imbrattamento di cose altrui

 Il disegno di legge in tema di sicurezza pubblica, attualmente al vaglio del Parlamento, prevede una modifica dell’art. 639 cod. pen., che incrimina il deturpamento e l’imbrattamento di cose altrui. La proposta legislativa, nella sua attuale formulazione, non sembra essere in grado di rispondere alle esigenze di prevenzione e repressione del dilagante fenomeno dei graffiti sugli edifici, ormai giunto a livelli non più tollerabili, anche in considerazione degli elevati costi che non solo i privati, ma anche le Pubbliche Amministrazioni, sopportano per la loro rimozione. L’intenzione del legislatore è quella di estendere la punibilità della fattispecie aggravata prevista dall’art. 639 co. 2 cod. pen. – che oggi incrimina le condotte illecite ai danni di cose di interesse storico o artistico o su immobili compresi nel perimetro del centro storico – anche in relazione ai casi in cui si deturpino o si imbrattino “immobili sottoposti a risanamento edilizio o ambientale o [su] ogni altro immobile, quando al fatto consegue un pregiudizio al decoro urbano”.