“Detrazioni fiscali per l’affitto: inquilini in difficoltà !”

 La legge finanziaria 2008 ha introdotto la possibilità per gli inquilini con contratto a canone libero, regolarmente registrato, di portare in detrazione €. 150 o €. 300 dalla dichiarazione dei redditi, per gli anni d’imposta 2007 e 2008. Tale misura, salutata con favore dal mondo politico, in fase applicativa si rivela una fonte di incredibile di equivoci. Un primo elemento critico è dato dalla tipologia contrattuale che dà diritto alla detrazione e non chiarita dalla circolare esplicativa dell’Agenzia delle Entrate. Il problema riguarda i contratti stipulati prima dell’entrata in vigore della L. 431/98, non disdettati e pertanto automaticamente rinnovati. Pur essendo chiaro (comma 6 dell’art. 2 della norma sulle locazioni) che ai contratti di tale fattispecie si applica la nuova normativa, l’Agenzia fa orecchie da mercante e non fornisce indicazioni. Altro elemento di confusione è dato dalla incompatibilità tra le detrazioni fiscali e il diritto al Fondo di Sostegno all’Affitto. Le due agevolazioni sono in alternativa, l’inquilino deve scegliere o l’una, o l’altra; ma a causa dei diversi meccanismi di accesso la scelta è complicata e si rischia, rinunciando alle detrazioni, di rimanere esclusi anche dal contributo. D’altro canto il sussidio all’affitto dovrebbe essere di maggiore entità rispetto alle detrazioni. Decidere è come partecipare ad una lotteria! In molte regioni il diritto al contributo sull’affitto non è stabilito

Cedolare secca, sarà la volta buona?

 In occasione della tornata elettorale in corso, la proprietà edilizia chiede alle forze politiche chiarezza fra le altre cose – relativamente alla tassazione dei redditi da locazione (separatamente dagli altri, quindi, o insieme, in coacervo?). Sul punto registriamo – a parte improbabili, ma sempre possibili, sviste, delle quali daremmo eventualmente atto volentieri – le seguenti posizioni programmatiche. Partito democratico: “Tassare il reddito da affitto non ad aliquota marginale, ma ad aliquota fissa” (aliquota che Veltroni ha poi precisato – in una lettera a Confedilizia – nel 20 per cento). Popolo della libertà: “Graduale e progressiva tassazione separata dei redditi da locazione”. Udc: “Istituzione di una cedolare secca del 20 per cento sugli affitti per favorire l’emersione dei contratti illegali ed il ripristino della redditività dei canoni di locazione”. Constatiamo dunque, su questo aspetto (ormai da anni prospettato, e proposto, dalla Confedilizia), una favorevole convergenza: completa (perchè precisa anche nella misura dell’aliquota, oltre che nella necessità di ridare redditività alla locazione) nell’Udc, netta nel Partito democratico (che ha pure precisato – come visto, e sia pure in un secondo momento – la misura dell’aliquota), altrettanto netta (ma con duplice sottolineatura di una sua graduale attuazione: a valorizzare, inizialmente, i “contratti agevolati” – come li chiama esattamente la legge – e cioè i canoni fiscalmente agevolati perchè stabiliti dagli accordi Confedilizia/Sindacati inquilini) nel Popolo della libertà.

Commissioni prefettizie sfratti, incostituzionali?

 La storia delle locazioni, in Italia, è da sempre costellata da fatti (e misfatti) che altro risultato non hanno ottenuto che quello di ridurre al lumicino un istituto che in altri (più avveduti) Paesi è invece sviluppato e (fiscalmente) tutelato, assicurando esso la mobilità sul territorio delle forze del lavoro, degli universitari, degli impiegati pubblici in ispecie. Subito nel secondo dopoguerra del secolo scorso, dunque, l’espediente di chi (come oggi) aveva una vista che non andava al di là dei propri occhi, era quello di prorogare i contratti. Dopo un monito della Corte costituzionale nel 1984, e una dichiarazione di incostituzionalità nel 1986, il (furbo) legislatore cambiò però strada e – per dribblare la Consulta – scoprì l’espediente (all’evidente fine di ottenere pur sempre lo stesso risultato, e cioè di impedire che gli immobili locati ritornassero alla proprietà) di bloccare non più i contratti, ma le esecuzioni di rilascio (gli sfratti, in gergo). Anche qua, due solenni moniti-diffida della Consulta, nel 2003 e nel 2004, non sono valsi ad impedire il continuo, reiterato utilizzo del citato espediente: dal 2004, ci sono stati altri 6 blocchi e, attualmente, è in atto il 22°, considerato il solo periodo che ci separa dalla legge dell’equo canone (in sostanza, in ragione – in trent’anni – di quasi un blocco all’anno). La (troppo paziente) Corte costituzionale è stata , insomma, totalmente ignorata.

Elezioni 2008: priorità nella lotta alla povertà ! 2 milioni e mezzo le famiglie che non riescono a pagare l’affitto. Il SICET : “Servono misure straordinarie”.

 I giornali titolano a piena pagina su: crescita dell’inflazione, aumento dell’indebitamento delle famiglie, dipendenti e pensionati sempre più poveri e prezzi del mercato immobiliare che mantengono inalterato il proprio valore contrariamente al resto dell’Europa e degli USA. Forse non servirebbero molti dati economici per renderci conto che la situazione delle famiglie italiane, particolarmente per quelle in affitto, è drammatica. I prezzi di alimentari, servizi e abitazione sono le principali sanguisughe di salari, stipendi e pensioni che corrono su due binari ben distanti. I primi crescono annualmente di percentuali a due cifre mentre i secondi, per alcuni: i pensionati e i lavoratori precari rimangono al palo. Per altri, quando va bene, arrancano verso aumenti legati all’inflazione programmata. L’emergenza di perdere l’alloggio causata da difficoltà economiche nel pagamento del canone interessa 2 milioni e mezzo di famiglie italiane. Il 63% di chi vive in affitto, ha redditi modesti, inferiori a 20 mila euro annui. Gli ultimi dati sugli sfratti del Ministero dell’interno rilevano che sono oltre 100 mila le richieste di esecuzione, 45 mila i provvedimenti convalidati e quasi 23 mila gli sfratti eseguiti l’anno passato.

ASPPI Padova nuovo accordo territoriale per le locazioni……

 Dopo lunghe trattative il giorno 25/02/2008 è stato firmato il nuovo accordo territoriale per le locazioni nel Comune di Padova.

I rappresentanti della proprietà ASPPI-UPPI-Confedilizia si sono dimostrati disponibili a mantenere le stesse tabelle dell’accordo 2004.

La novità dell’accordo, che prevede l’abbattimento dell’ICI che varierà dal 1% allo 0,50% per i proprietari di case che depositano l’affitto concertato all’ufficio tributi, sta nel fatto che nel prossimo triennio verranno tenute come base di riferimento le griglie di canone già usate nel triennio precedente, annullando di fatto l’inflazione intervenuta nel frattempo.

Andamento del mercato immobiliare in Italia


Nel II semestre del 2007 si è assistito ad un sostanziale indebolimento della domanda di abitazioni in proprietà. Tale fenomeno può essere in parte ricondotto all’espulsione dei potenziali acquirenti con disponibilità di spesa medio-bassa (divenuti prevalenti per l’acquisto delle “prime case”) dai mercati centrali e, ora, anche da quelli periferici della città, con conseguente spostamento verso i mercati dell’hinterland. L’offerta di case risulta stabile ovunque, mentre, per la prima volta in questo lungo ciclo immobiliare iniziato nel 1997/1998, con una contestuale diminuzione delle compravendite. Questo dato qualitativo trova conferma nei pre-consuntivi formulati sui dati dell’Agenzia del Territorio che esprimono un calo delle quantità scambiate nel 2007 (-3,3% a livello nazionale, ma con punte del -10% nelle grandi città).

Locazioni: L’affitto è competitivo rispetto al mutuo

 La presentazione dei dati del terzo rapporto “Un anno di quotazioni del Borsino Immobiliare Confedilizia” ha evidenziato che la crescita dei canoni di affitto nel 2007 non ha superato il tasso di inflazione (2,5%). Per contro, negli ultimi anni è cresciuto il costo delle case, dunque, l’affitto è tornato ad essere competitivo rispetto alle rate dei mutui. Il 2008 sarà caratterizzato dalla voglia e dalla necessità di affitto ma non ci sono immobili da locare, perlomeno con contratti di una certa stabilità. La mancanza di offerta per Confedilizia dipende dal fatto che non c’è più redditività nell’affitto, perché il 50%-60% del canone viene versato in fiscalità locale ed erariale; per i proprietari si aggiungono anche le spese di assicurazioni, rinnovo impianti e locali a termine locazione.
Secondo i dati Sunia, Censis e Cgil la situazione non è positiva né per chi investe per affittare né per chi affitta: l’indice di morosità dal 1999 ad oggi è cresciuto del 12%. Il problema è particolarmente grave nelle grandi città, dove i canoni negli ultimi tre anni sono cresciuti del 18%, contro il 12% della media nazionale.

Adusbef e Federconsumatori: Le previsioni di spesa per la casa nel 2008

 ADUSBEF e FEDERCONSUMATORI hanno elaborato uno studio sulla previsione dei costi di acquisto e le variazioni relative alle spese per le abitazioni alla luce dei maggiori costi dei servizi e dei mutui.

Acquisto
L’Abitazione rappresenta un problema enorme per le famiglie italiane, sia relativamente all’acquisto che per quanto riguarda l’affitto ed i costi mensili complessivi. Infatti per l’acquisto di un appartamento di 90 mq nel 2007, in una zona semicentrale di una grande area urbana, si è passati da 15 anni di stipendio necessari nel 2002 a circa 20anni nel 2007, fino a raggiungere una previsione nel 2008 di 20.04 anni.

ANCE: Rallenta l’edilizia sociale, solo 1.900 alloggi all’anno

 Sempre meno abitazioni in affitto in Italia: dai 5 milioni del censimento 1991 ai 4,4 milioni stimati dall’Ance per il 2006. Sempre meno famiglie in affitto: il 35% del totale nel 1981, il 25,4% nel 1991, solo il 18,8% nel 2005 mentre in Germania questa quota è del 57,3%, in Francia del 40,7%, nel Regno Unito il 29,3%. Edilizia sociale in ribasso: solo il 4,5% contro il 34,6% dei Paesi Bassi, il 17,5% della Francia, il 6,5% della Germania.

Emergenza Sfratti. Minelli, necessaria e urgente una proroga tecnica

 ‘’Ribadiamo la necessità di una urgente ‘proroga tecnica’ finalizzata e temporizzata in relazione alla consegna di alloggi in affitto alternativi da parte dei Comuni’’. E’ quanto ha dichiarato Claudio Minelli, Assessore al Comune di Roma e Presidente della Consulta Casa dell’ANCI alla notizia di un nuovo DDL del Governo sulla proroga degli sfratti. “Occorre subito un decreto di proroga che scongiuri assolutamente le requisizioni per il 14 ottobre, purche’ funzioni un meccanismo che impedisca una tragedia sociale. Il piano casa nazionale stenta a decollare e le risorse individuate sono insufficienti. Ai 550 milioni di Euro previsti stiamo chiedendo almeno ulteriori 100 milioni di euro da attribuire ai Comuni con meccanismi piu’ semplificati di quelli davvero assurdi decisi nel decreto che prevede scadenze inattuabili’’.