Da oltre trent’ anni vengono prodotti per l’ edilizia materiali nuovi, in genere di sintesi chimica o derivanti da idrocarburi, che si sono scoperti nocivi se non addirittura cancerogeni per l’ uomo. Parliamo di amianto, formaldeide, alcuni tipi di cemento, vari tipi di piastrelle di monocottura, gres e clinker (radioattivi), vernici e prodotti per la pulizia della casa. Molti dei quali impediscono la traspirazione dell’ edificio e, quindi, il naturale ricambio d’ aria, provocando l’ insorgenza di muffe. Senza parlare poi dell’ alterazione del campo magnetico naturale provocato dalle armature in acciaio e dagli impianti elettrici, gli elettrodomestici, la vicinanza di elettrodotti, dei quali ultimi tuttavia non si conosce il grado di pericolosità.
L’ inquinamento indoor, come scientificamente accertato, è per le città più pericoloso di quello esterno. Cause principali: polvere, radioattività e batteri patogeni. E così la casa, definita in bioedilizia “la terza pelle dell’uomo”, non respira. È la sindrome dell’ edificio malato (sick building sindrom), che si traduce, per gli ignari abitanti, in broncopatie, allergie, asma, affanno, intossicazioni, stanchezza. Pertanto s’ impone, per la prevenzione e la tutela della salute, un’ attenzione consapevole ai materiali edili proposti dal mercato oltre che alla progettazione biocompatibile.