Sardegna: bando “Biddas” valorizzazione edifici storici

 L’Assessorato degli Enti locali, finanze ed urbanistica ha pubblicato il bando “Biddas”, rivolto ai Comuni per la presentazione di proposte di valorizzazione dell’edificato storico della Sardegna. “Biddas”, per il quale sono stati stanziati 25milioni di euro, prevede l’erogazione di contributi per la realizzazione di interventi che siano in grado di incidere, sulla valorizzazione del patrimonio edilizio dell’edificato storico al fine di:
– adottare un sistema di incentivi per l’utilizzo del patrimonio storico in forme compatibili con il turismo sostenibile e diversificato (comprensive anche di attività terziarie di appoggio al turismo) operando mediante il sostegno a interventi di recupero connotati da alta qualità urbana e finalizzati al riutilizzo di abitazioni vuote;
– operare la riqualificazione ed il recupero del tessuto insediativo dei centri urbani, con particolare riferimento agli insediamenti storici, anche come occasione di sperimentazione di modelli di ricomposizione spaziale e figurativa dell’assetto urbanistico, per una corretta definizione paesaggistico – ambientale dell’insieme;
– limitare le attività edilizie e lo spreco del territorio a favore del recupero del patrimonio edilizio esistente;
– contrastare il fenomeno di abbandono dei centri storici e dei borghi rurali;
– favorire la consapevolezza delle popolazioni in tema di identità locale e di paesaggio sardo.

Il presidente Ance Buzzetti: “auspicabile sinergia tra costruttori e architetti per il rilancio delle città”

 La bella architettura, finora fiore all`occhiello del nostro Paese, deve d`ora in poi guardare al futuro, verso una trasformazione che concili modernita` e competitivita`, qualita` e sicurezza, eco sostenibilita` e confort. Primo passo: una nuova interazione tra imprenditori e progettistica. Una delle piu` grandi ricchezze italiane e` l`immenso patrimonio storico-artistico che fa del nostro Paese uno dei principali poli di attrazione per il turismo mondiale. E` chiaro pero’ che questo vasto giacimento di storia, cultura e architettura da solo non basta, ma deve essere valorizzato attivamente. Oltre a conservare e tutelare efficacemente i segni del passato, dobbiamo dimostrarci capaci di progettare il futuro, puntando oggi – come avveniva nei secoli scorsi – alla qualita` del costruito, sul fronte sia progettuale che architettonico. La bella architettura, l`architettura di qualita`, che e` stata ed e` una risorsa unica e indispensabile per il nostro Paese, deve diventare insomma una delle leve strategiche per affrontare e vincere le sfide del futuro, in primo luogo quelle della trasformazione e modernizzazione del territorio e del rilancio delle nostre citta`.

Architetti e ingegneri chiedono al Governo di abbassare i prezzi di progettazione

 L’Oice, l’Associazione confindustriale che raggruppa le società di ingegneria e architettura italiane, è stata ascoltata dalla Commissione lavori pubblici del Senato e dalla Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, per mettere a punto i pareri che il Parlamento dovrà esprimere sullo schema di terzo decreto correttivo del Codice sui contratti pubblici approvato dal Governo. Il presidente Oice Braccio Oddi Baglioni (nella foto), ha presentato le proposte della categoria, concordate con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri e degli Architetti. In primo luogo ha sottolineato l’estrema sofferenza del settore della progettazione per i forti ribassi che si registrano nelle gare di progettazione (in media intorno al 40% con punte fino al 70%) e ha quindi chiesto al Parlamento di sottolineare l’esigenza di limitare il ricorso al prezzo più basso. Ha poi affrontato il tema dell’appalto integrato, ponendo in luce l’esigenza di tutelare il principio della centralità della progettazione attraverso il ricorso all’appalto integrato sul progetto preliminare soltanto sopra i 5 milioni e per opere complesse.

Toscana: rallentano le costruzioni

 In Toscana si costruisce meno rispetto a dieci anni fa. E le aree urbanizzate, che oggi coprono il 4,5% dell’intero territorio, segnalano un decremento nei ritmi di crescita negli ultimi sei anni. E’ quanto emerge dalla ricerca svolta da Irpet con i dati della rilevazione condotta nel 2006 dalla Regione Toscana tramite la fotointerpretazione delle immagini satellitari del progetto europeo Corine (Coordination of information on the enviroment) Land Cover che trasforma in statistiche i dati forniti dal satellite e ci dice quanto e come viene impiegato il suolo a fini insediativi. Corine, già utilizzato dalla Toscana nel 2000 e adesso aggiornato, ha rilevato che nel 2006 le aree urbanizzate coprono 102.569 ettari, una superficie che incide del 4,5% sul totale (2 milioni e 300mila ettari). Il dato, confrontato con quello del 2000 (99.363 ettari), fa emergere una crescita solo del 3%, percentuale piuttosto misurata in sei anni, soprattutto se messa accanto al dato decennale 1990-2000 che segnava un +16%. I motivi sono essenzialmente due: da un lato le contenute (ove non negative) dinamiche demografiche e economiche, dall’altro il diffondersi della cultura del recupero e della riconversione urbana. D’altra parte, accanto a questi dati confortanti, non mancano segnali di potenziali criticità, rileva lo studio di Irpet (svolto in collaborazione con la Direzione generale per il governo del territorio della Toscana e col garante della comunicazione per il Pit). Esse riguardano la qualità dei nuovi insediamenti e all’entità della crescita dei tessuti residenziali, in particolare di tipo discontinuo. Anche riguardo ai recuperi, se da un lato l’impiego di aree già edificate non comporta un aumento del “consumo” di suolo, dall’altro la trasformazione di aree in usi diversi rispetto all’originaria destinazione può talvolta aumentare considerevolmente il carico insediativo producendo inefficienze in termini di servizi e di congestione del sistema infrastrutturale. «I dati che presentiamo – ha detto l’assessore regionale al territorio Riccardo Conti – sono contenuti in uno studio che ci restituisce una visione critica e ricca, della quale sentiamo il bisogno di nutrirci, sia ai fini della qualità e dell’onestà del dibattito pubblico nella nostra regione, sia in funzione di quelle nuove e adeguate politiche territoriali in cui siamo intensamente impegnati.

Assoedilizia: relazione del presidente Colombo Clerici al convegno al Politecnico di Milano

 Un breve excursus sul concetto di città ci permette di meglio comprendere questa realtà, e quali debbano essere i suoi caratteri e le sue funzioni . E conseguentemente di fare qualche riflessione sul concetto di qualità della vita nella città. Forse nessuna nozione al mondo (tranne quella riguardante l’essere umano) ha avuto tante definizioni. Ciascuno ne ha delineato una a seconda della sua concezione culturale. Vediamo alcune di quelle nelle quali mi sono imbattuto nel mio lungo discutere e sentir discutere di città. La città politica- Nel I° secolo a.Ch. lo storico greco Strabone definiva la città lo strumento per governare il maggior numero di uomini con il minor numero di uomini. Duemila anni dopo, ancora dominava una concezione politica che vedeva nella fabbrica, all’interno delle città, il luogo ideale per il miglior controllo delle masse: nel nostro Paese questa visione ha prodotto, nel secondo dopoguerra del secolo scorso, una violenta accelerazione dell’urbanesimo (l’esodo dalle campagne alla città) e rilevanti processi di migrazione di massa dal Sud al Nord. A Milano, chi non ricorda, negli ultimi anni ’70 le pesanti operazioni urbanistiche in alcuni quartieri popolari, (ad esempio il quartiere Garibaldi) per il mantenimento dell’elettorato esistente.

Ebanisteria d’arte a Maison & Objet: ateliers Allot Frères presentano copie artigianali di mobili francesi del XVII e XVIII secolo

 Ultima azienda di ebanisteria francese in grado di riunire tutti i mestieri dell’arredamento (dalla falegnameria alla tappezzeria passando dalla doratura alla scultura), Ateliers Allot Frères presenta al prossimo Maison & Objet di Parigi le sue ultime creazioni, riproduzioni di mobili francesi del XVII e del XVIII secolo, a volte rielaborati con essenza, dimensioni e finiture scelte appositamente per l’ambiente nel quale andranno a collocarsi. Creata nel 1812, Ateliers Allot Frères tiene viva l’immagine del mobile artistico e dell’ebanisteria di lusso, nel pieno rispetto della tradizione dei grandi maestri francesi. L’azienda occupa una ventina di artigiani, tutti amanti dell’arredamento d’eccellenza. Nel 2006 è stata vincitrice del Premio “Entreprise du Patrimoine Vivant”, un riconoscimento conferito dal Ministero dell’Economia, delle Finanze e del Lavoro all’eccellenza artigiana e industriale delle aziende francesi.

Assoedilizia: architettura e qualità del vivere

 Dalle osservazioni sulle città costruite, quale spazio esistenziale ove condurre l’indagine sulla qualità del vivere come condizione di ben-essere dell’uomo, è necessario pervenire allo studio delle modalità della formazione di una cultura tesa al recupero della dimensione qualitativa della vita. Emerge così con evidenza come la ricerca della qualità dell’architettura della città, nozione che coniuga quelle di urbs e di civitas, sia la strada attraverso la quale riconsegnare l’esistenza dell’uomo a una reale qualità della vita.
Percorsi, speranza, partecipazione definiscono pertanto l’alveo in cui si dipanano i contributi dei relatori di questa giornata. Percorsi, in particolare, che tendono a fondersi nella pluridisciplinarietà, di approcci caratterizzati, tuttavia, da una comune fiducia riposta sulle scienze umane anziché sulle promesse messianiche della tecnologia.
Speranza e partecipazione, infine, si coniugano rendendo possibili interventi fondati su
modalità di concertazione e di negoziazione sempre volti a considerare l’uomo come
attore e fine di ogni azione. Muovendo da prospettive differenti, amalgamate da questo comune sentire, ci si propone in questa giornata di discutere l’adozione di strumenti operativi incentrati sulla competenza del polis-maker, inedito gestore della trasformazione della città e del territorio,
vera e propria cerniera tra la funzione decisionale del politico, la dimensione amministrativa e il cittadino, quest’ultimo portatore di esigenze materiali e immateriali che non possono più a lungo rimanere insoddisfatte.

Universita di Napoli: “muoversi nell’immobile”

 Rafforzare la sensibilità nei confronti del tema dell’accessibilità del costruito storico nell’ambito della formazione dei futuri architetti e ingegneri. Questo l’obiettivo con cui nasce il premio per tesi di laurea in architettura e ingegneria promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Possono partecipare tutti i laureati del vecchio e del nuovo ordinamento (laurea specialistica) delle Facoltà di Architettura e di Ingegneria che hanno sostenuto l’esame di laurea, singolarmente o in gruppo, dopo il primo gennaio 2003. Le domande di partecipazione dovranno essere inviate entro il 31 luglio 2008 all’indirizzo Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per i Beni Architettonici e Paesaggistici – Segreteria, via di San Michele 22 – 00153 Roma, specificando sulla busta la dicitura “Premio per tesi di laurea Muoversi nell’Immobile”. Saranno tre le tesi premiate in denaro. Al primo classificato andranno 3.000 euro, 2.000 al secondo e 1.000 al terzo, mentre altre due tesi avranno una menzione straordinaria.

Alla Triennale di Milano una casa per tutti

 La Triennale di Milano nell’ambito di Triennale Architettura propone per il 2008 un Forum internazionale sull’abitare difficile, coordinato da Aldo Bonomi e Fulvio Irace, articolato in due eventi: la mostra Casa per tutti che si inserisce nella tradizione della Triennale di Milano che già nel 1933 si era data come tema principale quello dell’abitazione, e la mostra La vita nuda.
Casa per tutti. Nel luglio 2005, la mostra Le Case nella Triennale aveva ricostruito le tappe principali di questo percorso scaturito poi nella creazione del quartiere modello QT8, per la regia di Piero Bottoni. Riallacciandosi a questa missione, la mostra Casa per tutti (23 maggio – 14 settembre 2008), coordinata da Fulvio Irace e Carlos Sambricio con Matteo Agnoletto, Silvia Berselli, Teresa Feraboli, Federico Ferrari, Gabriele Neri, Jeffrey Schnapp, con il progetto di allestimento di Cliostraat e con la grafica di GrafCo3, rilancia dunque un tema quasi completamente abbandonato dall’architettura internazionale nell’ultimo quarto di secolo: quello dell’abitazione. Se la prima metà del ‘900 aveva concentrato i propri sforzi nel ridefinire il tema dell’abitazione collettiva, la seconda metà ha spostato il suo interesse verso altri temi. Chiamata a rappresentare il volto mutevole di una società apparentemente fondata solo sul consumo materiale e culturale, l’architettura ha prodotto così molte icone nel campo dei musei, delle sale da spettacolo e da musica, delle attrezzature sportive, dei grattacieli.
La mostra vuole fornire delle risposte progettuali e propositive alle domande di socialità di comunità o singoli privi degli elementari diritti all’abitare, riportando nell’agenda degli architetti e dei loro committenti il tema della casa come risorsa primaria nelle difficili situazioni determinate dalle tante forme di emergenza, urbana e ambientale. Pone dunque dei problemi e cerca di inquadrarli secondo una lettura che alterna storia e contemporaneità attorno ad alcuni filoni principali come la casa-mobile, la casa-abitacolo, la casa prefabbricata, la macro-house, l’alloggio minimo.

Il design e la flessibilità in Piemonte

 Il design può fornire strumenti indispensabili per vincere la sfida delle trasformazioni future di Torino: è il tema di “Flexibility. Design in a fast-changing society”, l’esposizione di Torino 2008 World Capital Design che nel suggestivo scenario delle ex carceri Le Nuove, luogo inflessibile per eccellenza, presenta fino al 12 ottobre proposte e soluzioni di progettazione dello spazio e degli oggetti all’insegna della duttilità. La mostra si snoda lungo i corridoi intervallati dalle celle di prigionia disegnando un percorso in tre tappe, scandito dai risultati della ricerca musicale di tre sound designers. L’effetto è stridente e di impatto: l’apologia della flessibilità e la costrizione del luogo dialogano, dando vita a un singolare ossimoro concettuale. Nello spazio circolare del panopticum, il corpo centrale da cui si diramano i bracci di detenzione, la mostra introduce il visitatore ai molteplici significati oggi attribuiti al concetto di flessibilità. A seguire, nel braccio maschile, sono proposti esempi di oggetti e soluzioni di design efficaci in termini di adattabilità e versatilità e applicabili all’interno delle nostre case, negli ambienti di lavoro, nella città.

PirelliRe realizza la prima fase di un nuovo sviluppo in Polonia

 Il Gruppo Pirelli RE realizza la prima fase di un nuovo sviluppo urbano in Polonia, il cui progetto prevede una superficie edificabile di 720.000 mq, posizionata a circa 6 km dal centro storico di Varsavia. Il progetto nasce nel 2006, quando Pirelli RE sottoscrive l’opzione per l’acquisito dalla Famiglia e dal Gruppo Lucchini di terreni localizzati nella parte Nord-Ovest della città, in un distretto che beneficerà a breve di una nuova fermata della Metropolitana. L’opzione esercitata da Pirelli RE sull’area è stata valorizzata in data odierna: Pirelli RE reinveste nella nuova iniziativa di sviluppo urbano al 34%, in partnership con Grove International Partners al 51% (con cui il Gruppo è già impegnato in Polonia nella realizzazione di ben 7 progetti di sviluppo per complessivi 4.200 appartamenti di cui sono state già ottenute le autorizzazioni edificatorie) e la Famiglia Lucchini al 15% attraverso la Societa Lusigest. L’investimento non ha impatto sulla Posizione Finanziaria Netta (PFN) del Gruppo Pirelli Real Estate.

BTicino e Italedil progetto corte Bolla

 Corte Bolla è la chiave di una nuova filosofia del costruire firmata Italedil del Gruppo Bonazzi, una firma di garanzia ed affidabilità. La chiave Italedil è cura e soddisfazione del cliente attraverso l’offerta di soluzioni di alto valore costruttivo: tutto ciò che per gli altri è optional, per Italedil è standard. Un buon progetto è la base fondamentale per un immobile di qualità. I progettisti Italedil sanno conciliare l’ergonomia degli spazi con il gusto e l’armonia formale. Ogni fase della costruzione è sottoposta a valutazioni selettive in base a rigorosi parametri di qualità. Progettiamo interventi che riducono al minimo i costi di manutenzione, prestando grande attenzione al rispetto ambientale. Il personale di cantiere è altamente qualificato: la specializzazione e l’esperienza di specifiche figure professionali aggiunge ai nostri interventi il sapore della realizzazione artigianale. Soave, gioiello architettonico di origine romana, sorge alle pendici dei Monti Lessini, tra la Val d’Illasi e la Val d’Alpone, in un ambiente di alto valore paesaggistico. Soave con i suoi vicoli ombrosi ed i suoi palazzi, si presenta ancora oggi come un’intatta cittadina medioevale, un ambiente unico dove il tempo sembra essersi fermato, un luogo che riporta al passato, fatto di torri e mura merlate che, dall’imponente castello, scendono a racchiudere il cuore più antico di Soave, il vecchio borgo.