Firmato il rinnovo dell’ACCORDO QUADRO per la regolamentazione dei rapporti di Co.Co.Co. nella gestione d’Immobili

 Il 21 gennaio 2009, presso la sede nazionale dell’UNAI, in Roma, Via Castelfidardo 51, è stato stipulato l’“Accordo Quadro per la regolamentazione dei rapporti di Collaborazione Coordinata e Continuativa, con o senza Partita IVA, ed ogni altra forma di lavoro non riconducibile al lavoro dipendente, nella Gestione d’Immobili”.

Alla trattativa hanno partecipato: per la proprietà immobiliare, l’UNPI (Unione Nazionale Proprietari d’Immobili); in rappresentanza di costruttori ed enti immobiliari, CONFIMEA (Confederazione Italiana dell’Impresa) e UNIMPRESA (Unione Nazionale di Imprese); oltre ovviamente ad UNAI (Unione Nazionale Amministratori d’Immobili), che ha indetto l’incontro.

PER UNA CASA PRODUTTIVA: l’ alternativa Bed and Breakfast

 Nato come turismo low cost il B&B si è evoluto anche nel settore del lusso e ora rappresenta un segmento specifico del mercato. Un’ attività in crescita che consente di arrotondare il bilancio e prevede una burocrazia ridotta al minimo, cioè non richiede apertura di partita Iva, iscrizione alle camere di Commercio e cambio dʼ uso dei locali utilizzati per lʼ ospitalità. Per i turisti, l’ occasione di spendere poco, ospitati direttamente in famiglia. Per chi ha una casa in una località di villeggiatura o in una città storica, un modo di arrotondare il bilancio familiare anche in mancanza di specifiche esperienze alberghiere. È il cosiddetto B & B (Bed and Breakfast), cioè l’ offerta di camera e prima colazione nella propria abitazione per brevi periodi.
Quasi tutte le regioni hanno varato leggi in proposito negli ultimi anni e ormai il B&B è una realtà in tutta la Penisola. I centri di ospitalità sono diventati un punto di riferimento non solo per il turista itinerante, ma anche per l’ uomo dʼ affari, per gli agenti e i rappresentanti, per chi partecipa a un convegno o a una riunione.

LA NORMATIVA
Deve trattarsi di un’ attività non continuativa e non esercitata in modo imprenditoriale. Infatti, è vietato assumere dipendenti. Alcune regioni fissano un numero massimo di giorni all’ anno in cui si accoglie la gente, un periodo per la singola locazione e il tempo che deve passare prima di riaffittare alla stessa persona.

DIFFERENZE TRA REGIONE E REGIONE
In Alto Adige l’ ospitalità familiare è inquadrata nella categoria degli “affittacamere”: la famiglia può offrire anche gli altri pasti, oltre alla prima colazione, e può accogliere gli ospiti anche in un edificio diverso dalla propria abitazione.
Nelle Marche vige la stessa regola, ma i locali non devono distare più di 200 metri dallʼ abitazione stessa, mentre in Sardegna il proprietario può non risiedere nei locali, tranne nei periodi in cui ci sono ospiti.

LE FAMIGLIE ITALIANE E IL RISPARMIO ENERGETICO

 Un’ indagine di Tecnoborsa punta a studiare il grado di consapevolezza, gli interventi effettivi e i comportamenti abituali delle famiglie italiane. Questa indagine rileva che il 98,6% degli intervistati dichiara di seguire in casa comportamenti virtuosi, volti a risparmiare energia. Dunque, il grado di sensibilizzazione è molto elevato e si va dallo spegnere le luci degli ambienti quando si esce da una stanza (88,7%) all’ utilizzo di lampadine a basso consumo (71,9%), all’ acquisto di elettrodomestici che consumano meno (56,7%), allo spegnere gli apparecchi invece di lasciarli in stand by (54,8%), all’ installazione di vetri termici (45,9%), all’ adozione di valvole termostatiche sui termosifoni (24,6%)”.
Rispetto alla domanda più specifica sul grado di conoscenza delle fonti energetiche rinnovabili, s’ incontra un 53,2% di risposte affermative che, unite al 17,1% che risponde di sì solo parzialmente, denota un notevole interesse verso il problema della produzione di energia.

AGEVOLAZIONI FISCALI: QUANTI LE CONOSCONO?
Per il risparmio energetico e/o per le ristrutturazioni, un 30% circa dichiara la propria ignoranza, un 53,5% è a conoscenza di entrambe, un 7,9% conosce solo le prime e un 5,8% conosce solo le seconde. In realtà, tutti siamo ormai chiamati a dare il nostro contributo individuale per concorrere al risparmio delle risorse, in particolare quelle energetiche.
Il 12,4% delle famiglie intervistate ha dichiarato di aver eseguito almeno un intervento volto al risparmio energetico negli ultimi anni: è emerso che l’ 86,7% ha eseguito lavori per la riqualificazione e la riduzione del fabbisogno energetico della propria abitazione; il 53,8% ha fatto interventi sull’ involucro dell’ edificio per la riduzione delle dispersioni; il 34,6% per l’ installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda e il 33,2% per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale per installare caldaie a condensazione.

NEWS CONDOMINIALI: le fibre ottiche

 In base all’articolo 2 della legge n. 133/2008 (di conversione del Dl 112/2008) la posa delle fibre ottiche in condominio è consentita anche senza nessuna richiesta da parte dei proprietari. Già il Dlgs 1° agosto 2003, numero 259 (articoli 90-91) stabiliva che, qualora uno dei proprietari volesse connettersi alla fibra ottica, il condominio non poteva opporsi perché la relativa licenza individuale costituisce dichiarazione di pubblica utilità.
Infatti, la connessione alle reti elettroniche che garantiscono servizi telefonici, fax, internet e televisivi è un diritto per tutti: il dlgs n. 259/2003 stabilisce che tutti gli utenti, a prescindere dalla loro collocazione geografica, hanno diritto di accedervi.
Naturalmente necessita una Dichiarazione di inizio attività (Dia). Dopo 30 giorni dal suo deposito è possibile dare il via alle opere.

REGOLE DA RISPETTARE

ENTRATE FISCALI: Ici al primo posto

 Lo studio ha come obiettivo la rilevazione del gettito relativo ai tributi gravanti sugli immobili. I dati, raccolti nel volume “Gli immobili in Italia, dialoghi tra banche dati: conoscere per decidere”, presentato alla Camera, rilevano entrate per il Fisco pari a 36,6 miliardi di euro nel 2007. Al primo posto si posiziona l’Ici, con il 31,26% del gettito, seguita dal 20,6% dell’Iva e dal 20,53% dell’Irpef. Meno importante l’imposta di registro, col 14,58% delle entrate, l’imposta ipotecaria e catastale con il 9,87%, l’Ires con l’1,7% e l’imposta sostitutiva dei mutui con l’1,05%. Si collocano agli ultimi posti l’imposta di successione, con lo 0,29% e l’Irap, con lo 0,12%.
Lo studio ha coinvolto 55 milioni di unità immobiliari presenti nella banca dati catastale, suddivise in base alle categorie. Il 56,94% degli immobili è utilizzato come prima abitazione, mentre il 39,94% è destinato ad usi commerciali. Opifici, alberghi e teatri occupano l’1,69%, seguiti da uffici e studi privati con l’1,03%, immobili di destinazione pubblica con lo 0,29% e di destinazione particolare (aeroporti, stazioni, edifici di culto) con lo 0,11%.

TASSI E INDICI ISTAT: un’ ulteriore diminuzione dei tassi

 Il Consiglio direttivo della Banca centrale Europea ha comunicato il quarto ribasso dei tassi a distanza di circa un mese del precedente del 10 dicembre adottando le seguenti decisioni di politica monetaria:
– il tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali dell’ Eurosistema è diminuito di 50 punti base, al 2,00%, a decorrere dall’ operazione con regolamento il 21 gennaio 2009;
– il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale è rimasto, invece, immutato, al 3,00%;
– il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale è diminuito di 100 punti base, al 1,00%, con effetto sempre dal 21 gennaio 2009.

LIGURIA RISPARMIO ENERGETICO: nuove norme per la certificazione

 Le nuove modifiche riguardano anche le modalità di iscrizione all’ elenco regionale dei professionisti abilitati al rilascio. La Delibera n. 1601 del 2 dicembre 2008 sostituisce le delibere n. 954 del 3 agosto 2007, n. 181 del 26 febbraio 2008 e n. 624 del 6 giugno 2008. Gli atti e le attività svolte in base alle delibere sostituite restano valide.
In base alle nuove norme l’ iscrizione all’ elenco regionale può essere effettuata a prescindere dalla frequenza e dal superamento del corso di formazione, fino alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale del primo decreto del Dirigente regionale, con cui si autorizzano i corsi di formazione idonei all’ iscrizione a tale elenco. Possono essere iscritti all’ elenco i soggetti la cui domanda è pervenuta alla Regione prima della data di pubblicazione del suddetto decreto sul Bollettino Ufficiale.

Assoedilizia: è caccia alle case abbandonate. Crescente attenzione da parte degli investitori

 In Italia esistono oltre 2 milioni di case abbandonate e disabitate ( dato derivante da una ricerca Cescat- Centro Studi Casa Ambiente e Territorio di Assoedilizia). Esse sono prevalentemente ubicate nelle campagne,in collina ed in montagna. Molte di trovano in posizioni panoramiche privilegiate. Si tratta di casolari, casupole, baite, ville rustiche,antiche magioni, casali, rocche, cascinali, case cantoniere; non infrequenti gli immobili del demanio civile e militare.
Molte diroccate o cadenti; comunque disabitate e inutilizzate. Tuttavia moltissime sono presenti nel catasto e, in caso di permanenza dell’ abbandono, dovrebbero essere stralciate dal Catasto. Anche questo è motivo della discrepanza tra il numero delle abitazioni risultanti al Catasto in Italia ( 31,5 milioni) e quello viceversa rilevato dall’Istat in relazione al censimento ( 28,5 milioni). A queste cifre va affiancato il numero degli immobili abusivi, circa 1,5 milioni . Per avere un quadro completo, va tenuto conto anche delle abitazioni rurali ed ex rurali (queste ultime oltre 870mila) che erano/sono iscritte al Catasto terreni e non in quello fabbricati. Gli immobili abbandonati e disabitati, sono dunque una realta’ significativa nel nostro Paese, alla quale molti, in questa congiuntura economica, cominciano a guardare con interesse crescente, alla ricerca di affari alternativi. Molti proprietari saranno tentati di liquidare questi immobili, monetizzandone il valore.

CASA E INFRASTRUTTURE: piano nazionale di edilizia abitativa

 Per garantire su tutto il territorio nazionale i livelli minimi essenziali di fabbisogno abitativo, è approvato un piano nazionale di edilizia abitativa (art. 11 del Decreto Legge 25 giugno 2008, n. 112 – convertito in Legge 6 agosto 2008, n. 133), con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) e d’ intesa con la Conferenza unificata di cui all’ articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni. Il piano si pone l’ obiettivo di incrementare il patrimonio immobiliare ad uso abitativo mediante l’ offerta di abitazioni di edilizia residenziale, da realizzare nel rispetto dei criteri di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni inquinanti, con il coinvolgimento di capitali pubblici e privati, destinate prioritariamente a prima casa per:
* nuclei familiari a basso reddito, anche monoparentali o monoreddito;
* giovani coppie a basso reddito;
* anziani in condizioni sociali o economiche svantaggiate;
* studenti fuori sede;
* soggetti sottoposti a procedure esecutive di rilascio;
* altri soggetti in possesso dei requisiti di cui all’articolo 1 della legge 8 febbraio 2007, n. 9;
* immigrati regolari a basso reddito, residenti da almeno dieci anni nel territorio nazionale ovvero da almeno cinque anni nella medesima regione.

AFFITTI E TASSE: imposta di registro per contratto di locazione

 L’articolo 17, comma 1, del Decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, numero 131 (Testo Unico sull’ imposta di registro) dispone infatti che “l’ imposta dovuta per la registrazione dei contratti di locazione e affitto di beni immobili esistenti nel territorio dello stato nonché per le cessioni, risoluzioni e proroghe anche tacite degli stessi è liquidata dalle parti contraenti ed assolta entro trenta giorni mediante versamento del relativo importo….”. In particolare, la tassa di registro sulle cessioni è dovuta in misura proporzionale e la base imponibile è costituita dal corrispettivo pattuito per la cessione e dal valore delle prestazioni ancora da eseguire. Si veda, in questo senso, l’ articolo 43, comma 1, lettera d) del Testo Unico sull’ imposta di registro, secondo cui la base imponibile è costituita “per le cessioni di contratto, dal corrispettivo pattuito per la cessione e dal valore delle prestazioni ancora da eseguire”. A norma dell’ articolo 31, comma 1, del sopra richiamato Testo Unico, l’ aliquota applicabile è quella relativa al contratto ceduto.