Ance: emergenza alloggi

 Circa 800 milioni di euro a disposizione per il nuovo Piano casa nazionale per fornire alloggi in proprieta` o in locazione alle fasce sociali piu`deboli, fondi che diventeranno molti di piu` con l`apporto di investimenti privati, grazie ai numerosi strumenti di incentivo urbanistico previsti (diritti edificatori, sconti agli oneri edilizi, project financing). Il tutto da portare al Cipe per l`approvazione, previa intesa con la Conferenza Unificata, entro l`inizio di ottobre.
L`articolo 11 del decreto legge 112/2008 (la manovra estiva), che disciplina appunto il Piano casa, esce sostanzialmente immutato dal maxi-emendamento presentato giovedi` dal Governo. Tra le novita`i tempi: mentre nella versione originaria si parlava di sessanta giorni dal decreto (entro il 24 agosto) per trasmettere la proposta alla Conferenza unificata, ora il termine e` di 60 giorni, dall`entrata in vigore della legge di conversione, per approvare il Piano con Dpcm, previa delibera del Cipe di intesa con la Conferenza Unificata, su proposta del ministero delle Infrastrutture. Piu` o meno si puo` calcolare una scadenza a inizio ottobre.

Sicet: il piano casa per le famiglie di stranieri regolari, spinge alla morosità

 Manovra immiggarti 10 anni di residenza per chiedere case pubbliche e contributi affitto.
Il Piano Casa licenziato dalla Camera dei deputati con il voto di fiducia, oltre a non stanziare nessuna risorsa e a distogliere quelle destinate lo scorso anno per consentire il passaggio da casa a casa agli sfrattati deboli (anziani, invalidi, famiglie monoreddito) introduce una norma che esclude dal diritto alla casa pubblica e al Fondo Sostegno all’affitto le famiglie provenienti dai paesi non comunitari. La norma xenofoba, introdotta dal governo Berlusconi, con il maxiemendamento approvato ieri a Montecitorio, si aggiunge alle già pesanti e ingiuste modalità di esclusione dei cittadini extracomunitari dai diritti abitativi in vigore in alcune regioni.
“Pretendere un’anzianità di residenza pari a 10 anni in Italia e almeno 5 nella regione per avere accesso ad un alloggio pubblico o costruito con contributo pubblico e rendere obbligatorie le stesse condizioni per partecipare ai bandi del sussidio all’affitto oneroso” dice Guido Piran segretario generale SICET “significa, tra l’altro, spingere centinaia di migliaia di lavoratori regolari verso la morosità nel pagamento del canone di locazione ai proprietari privati”.

Indagine sul mercato immobiliare di Gabetti. I prezzi sono in calo del 3-5%

 “Il mercato immobiliare italiano è in una fase di difficoltà per l’allargamento della forbice fra domanda-offerta”: si allungano i tempi di vendita e i prezzi, nel primo semestre, sono in calo tra il 3 e il 5%. E’ quanto afferma Guido Lodigiani, direttore dell’Ufficio Studi di Gabetti. “I tempi di vendita – afferma – sono diventati strutturalmente lunghi, in media intorno ai 6 mesi al Centro-Nord e intorno ai 4 mesi al sud. Il numero di transazioni residenziali a livello italiano è in sensibile diminuzione rispetto allo scorso anno”. Anche le disponibilità di spesa dei potenziali clienti sono “in leggera contrazione, complici le politiche creditizie restrittive, mentre le aspettative dei venditori sono state riviste solo parzialmente al ribasso.

Assoedilizia: a radio RTL 102.5 le dichiarazioni del presidente Achille Colombo Clerici

 In questi ultimi quarant’anni la politica abitativa praticata dai vari Governi nel nostro Paese è stata scriteriata e squilibrata a danno della locazione privata. Dapprima, in nome del welfare si è cercato di privilegiare l’edilizia residenziale pubblica. Conseguenze: aumento progressivo della pressione fiscale sugli immobili privati, ingestibilita’ del carrozzone dell’edilizia popolare, rarefazione delle case private in locazione. Si è dunque di fatto favorito il processo di dismissione dell’investimento privato del patrimonio di abitazioni locate.Conseguenza: “tutti gli italiani proprietari” della abitazione; e dunque accentuazione della mancanza di mobilita’ abitativa, pendolarismo e difficolta’ di trovar casa per i giovani. Poi si è favorita la speculazione finanziaria sull’immobiliare: con il basso costo dei mutui e con leggi di favore, quest’ultima ha infatti potuto incamerare i plusvalori generati dall’innalzamento dei prezzi. Neppure l’esenzione ICI,stabilita dall’attuale Governo,è misura che possa giovare al rilancio della locazione abitativa. Essa infatti non concerne questo comparto;ed è strano,attese tutte le indicazioni governative riguardo a tale obiettivo.

In Puglia rallenta il mercato immobiliare

 Il mercato immobiliare in Puglia sta rallentando, il numero delle compravendite e’ molto diminuito negli ultimi quattro anni, mentre l’incremento dei valori degli immobili ha superato l’incremento dell’inflazione. E’ il dato riferito a Bari dal direttore regionale dell’Agenzie per il Territorio, Ippazio Gerbino, nel corso della presentazione dei dati relativi all’andamento del mercato immobiliare delle province pugliesi nel 2007. ”In soli tre anni, dal 2004 al 2007, nelle province pugliesi i prezzi degli immobili sono aumentati in media del 40%” ha spiegato Franco De Santis, responsabile del settore servizi tecnici dell’ufficio provinciale dell’Agenzia che ha anche precisato che nei primi mesi del 2008 i prezzi sembrano essersi stabilizzati.

La definizione del valore e il monitoraggio delle garanzie immobiliari

 L’adozione delle norme contabili internazionali (IAS/IFRS) e gli accordi di Basilea hanno imposto una radicale trasformazione dell’approccio del sistema finanziario alle valutazioni immobiliari. La definizione del valore equo (fair value) e il rispetto di rigidi criteri nella redazione del rapporto di valutazione da una parte, la possibilità per gli istituti bancari di commisurare l’accantonamento a fini di riserva di risorse in ragione del valore di riferimento del sottostante dall’altra, hanno notevolmente accresciuto l’attenzione degli istituti finanziari italiani alla qualità ed alla trasparenza delle stime immobiliari, imponendo di fatto il periodico aggiornamento delle stime degli immobili a garanzia dei finanziamenti erogati. Per il sistema finanziario del nostro Paese, in particolare, l’entrata in vigore degli accordi di Basilea 2 ha comportato la necessità di rivedere drasticamente le procedure di archiviazione delle valutazioni immobiliari, colmando affannosamente il deficit di sistematizzazione delle informazioni di base per un’efficiente gestione delle garanzie accumulate negli anni. In tale contesto, il reperimento dei valori effettivi di mercato e la definizione dell’evoluzione storica degli stessi, rappresenta un elemento imprescindibile, specie in una delicata fase congiunturale di transizione come quella attuale.

Emilia Romagna: case, verde, servizi. Aprono i cantieri in undici città

 Aprono in Emilia Romagna i cantieri per gli interventi previsti dai Contratti di quartiere che finanziano in regione programmi di recupero urbanistico nelle città di Piacenza, Fidenza (Pr), Reggio Emilia, Modena, Bologna, Imola, Ferrara, Bondeno (Fe), Ravenna, Faenza (Ra) e Forlì. Sono oltre ottantadue milioni di euro le risorse destinate al recupero di quartieri ed aree degradate delle città dell’Emilia-Romagna. Considerando anche l’apporto dei privati, dei Comuni e degli altri soggetti coinvolti negli interventi, l’investimento complessivo arriva a circa 215 milioni di euro, di cui 64 da parte dei Comuni. L’obiettivo degli interventi è di aumentare gli spazi verdi, i servizi e realizzare abitazioni più confortevoli ma anche combattere emarginazione e insicurezza. Il via libera ai lavori è arrivato oggi, 9 luglio, con la sottoscrizione, tra Regione e Comuni, degli accordi di programma operativi. “Sono interventi – ha spiegato l´assessore regionale alla programmazione e sviluppo territoriale Luigi Gilli – che attuano anche obiettivi di sostenibilità energetica ed ambientale. Interventi nei tessuti urbani che riqualificano l´esistente e, soprattutto, non consumano nuovo territorio con l´obiettivo di migliorare la qualità delle città e delle loro periferie”.

Regioni: programma di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile. Orientamenti delle Regioni per la predisposizione dei bandi

 A seguito della sentenza del 5 novembre 2007 del Tar Lazio, resa su ricorso della Regione Umbria, con la quale è stato annullato il D.M. 8 marzo 2006 per “Il completamento del programma innovativo in ambito urbano Contratti di quartiere II”, con il D.M. del 26.03.2008 prot. n. 2295 del Ministero delle Infrastrutture, è stato attivato un programma innovativo in ambito urbano denominato: “Programma di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile”. Questo programma, da realizzarsi con il concorso e la collaborazione delle Regioni, è finalizzato all’incremento della disponibilità degli alloggi in locazione a canone sostenibile e al miglioramento infrastrutturale di ambiti urbani e quartieri degradati caratterizzati da condizioni di forte disagio abitativo. Il Decreto, è stato accolto con notevole interesse da parte delle Regioni, che hanno tenuto un incontro a Roma, in data 8 aprile 2008, al fine di concordare linee di indirizzo comuni per la realizzazione del programma medesimo. Dal dibattito scaturito sono emerse riflessioni e indicazioni di carattere generale. In primo luogo unanimemente si è ritenuto più opportuno, anziché predisporre un bando unico o un modello di bando “tipo”, fissare alcuni contenuti comuni relativamente a tempi e procedure da rispettare nei bandi regionali, lasciando poi a ciascuna Regione la definizione dei dettagli in funzione di specifiche problematiche ed esigenze del caso. Per cui, fermi restando le caratteristiche, i contenuti edilizi e urbanistici che il D.M. di che trattasi ha sancito come imprescindibili, e che di seguito vengono sinteticamente esposti, si è teso ad indicare delle soluzioni, anche interpretative, su quegli elementi che il Decreto non ha definito nello specifico, ma che si è convenuto debbano essere contenuti in modo omogeneo in tutti i bandi regionali per la realizzazione dei programmi in questione.

Indagine Tecnoborsa 2008: Le famiglie e il mercato immobiliare

 Oggi l’Italia si trova ad affrontare un nuovo ciclo immobiliare, dopo la crescita proliferante registrata dal 1998 al 2007. Come già rilevato da Tecnoborsa con la precedente Indagine 2007, è proprio a partire dalle sei grandi città italiane che sono giunti i primi segnali di crisi del mercato. Infatti, andando ad analizzare le compravendite, è emerso che solo il 4,2% delle famiglie intervistate ha acquistato un immobile nel biennio 2006-2007, con un calo dello 0,5% rispetto all’Indagine 2006 e addirittura del 2,2% rispetto al 2004. Inoltre, si compra casa prevalentemente per necessità e ciò è dovuto sia ai costi elevati delle case, sia alla crescita dei tassi d’interesse. C’è da notare che, rispetto all’Indagine 2006, è salita di ben 34,3 punti la percentuale di chi ha tenuto conto del prezzo, motivazione che è passata dal secondo al primo posto. Molto probabilmente, proprio per questo motivo, la tipologia di abitazione più scelta è quella abitabile, che è passata dall’ultimo al primo posto. Quindi, le famiglie, pur di spendere meno sono disposte ad accontentarsi di soluzioni meno soddisfacenti di una casa nuova o già ristrutturata. Questo risultato è confermato anche dal fatto che, seppure il 70% circa degli italiani continua ad essere molto o abbastanza soddisfatto del bene acquistato, tuttavia, non si può ignorare che esiste un 30% di scarsa o nulla soddisfazione, che non rappresenta certo una quota marginale, anche perché nel 2006 il livello di soddisfazione era al 90%.

Parma: Parmabitare nasce “Casadesso”

 Costruire e gestire alloggi già arredati e pronti ad accogliere lavoratori provenienti da fuori città, giovani coppie e nuclei monogenitoriali: questo l’obiettivo di Casadesso e Parmabitare, due società partecipate dal Comune di Parma, i cui presidenti (rispettivamente Claudio Bigliardi Gianni Leoni) giovedi 26 giugno hanno fatto il punto sullo stato dei lavori davanti alla Commissione Consiliare Permanente per il Controllo su Istituzioni, Aziende e Consorzi. Casadesso è una società partecipata al 100% dal Comune di Parma, che mette a disposizione dei soggetti sopracitati alloggi a canoni accessibili (i canoni d’affitto ipotizzati sono di 240 euro al mese per i monolocali, 300 per i bilocali e 480 per i trilocali; l’arredamento è già presente alla consegna dell’alloggio, assegnato mediante bando pubblico). Nella sua prima fase la SpA prevede la costruzione di 120 alloggi: 60 in via Budellungo e 60 a Vicofertile, che saranno pronti, i primi per la fine di luglio, i secondi entro la fine dell’anno. La realizzazione è resa possibile grazie anche al contributo della Fondazione Cariparma.
L’assegnazione degli alloggi è temporanea: dopo un periodo di tre anni, gli affittuari dovranno abbandonare l’alloggio, per essere sostituiti da altri con analoghe necessità ed urgenze.