Ristrutturazioni edilizie e agevolazioni fiscali

 La legge finanziaria per il 2008 ha prorogato fino a tutto il 2010 le agevolazioni fiscali sugli interventi di recupero edilizio. Ancora tre anni, quindi, di vantaggi fiscali per chi si accinge a ristrutturare la propria casa o pensa di acquistare un immobile direttamente dall’impresa di costruzione o di ristrutturazione (o cooperativa edilizia) che ha ristrutturato l’intero fabbricato. Agli oltre 3 milioni di contribuenti, che da quando l’agevolazione è in vigore ne hanno fatto richiesta, se ne aggiungeranno sicuramente molti altri. E per loro l’agenzia delle Entrate ripropone un pratico vademecum che spiega come sfruttare il beneficio fiscale. In particolare, la guida focalizza l’attenzione sugli aspetti fondamentali che regolano la concessione del beneficio (tipologie di interventi, immobili interessati, beneficiari, adempimenti richiesti). Il pacchetto delle agevolazioni sulle ristrutturazioni edilizie, introdotte per la prima volta a partire dal 1° gennaio 1998 e sempre prorogate di anno in anno, si compone di tre distinte misure.
1. Detrazione Irpef per i lavori di ristrutturazione. Il beneficio consiste nella possibilità di usufruire, mediante la presentazione della dichiarazione dei redditi, di uno sconto dall’Irpef dovuta annualmente pari al 36% delle spese sostenute per interventi di manutenzione straordinaria (ma anche ordinaria per gli immobili condominiali), di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia.

Reato di cessione degli immobili agli stranieri irregolari: introdotto il requisito dell’ingiusto profitto

 Le Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato hanno emendato l’art. 5 del decreto legge n. 92/2008 (Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica) che prevedeva, nella sua stesura originaria, la pena della reclusione da sei mesi a tre anni e la confisca nei confronti di chiunque avesse ceduto a titolo oneroso un immobile a stranieri irregolarmente residenti nel territorio dello Stato. In particolare, è stato introdotto un nuovo elemento necessario per integrare la fattispecie penale: è ora previsto che il soggetto agente abbia tratto dal fatto “un ingiusto profitto”. Tale scopo segna il passaggio da una fattispecie originaria a dolo generico ad un’ipotesi di reato che si integra solo in presenza di dolo specifico.

Sardegna: rimborso della tassa sulle seconde case a uso turistico

 Il tesoriere della Regione sta inviando ai contribuenti aventi diritto al rimborso una comunicazione con le modalità dell’accreditamento di quanto dovuto, in virtù di quanto disposto da una sentenza della Corte Costituzionale. Tre anni di tempo dalla data del versamento. Stiamo rispettando l’impegno assunto con i contribuenti di procedere con immediatezza e con procedure semplificate al rimborso. È un punto d’onore dimostrare che si può instaurare un rapporto leale con i cittadini-contribuenti, all’insegna del rigore nel rispetto della legge, nell’avere ma anche nel dare”. Con queste parole l’assessore regionale della Programmazione e Bilancio, Eliseo Secci, accompagna la notizia che il tesoriere della Regione Sardegna, l’Unicredit Banca, ha iniziato ad inviare ai contribuenti che hanno diritto al rimborso della tassa sulle seconde case a uso turistico e sulle plusvalenze derivanti dalla compravendita delle degli immobili nella fascia dei tre chilometri dal mare, la comunicazione con le modalità di rimborso e gli importi divisi in quota capitale e quota interessi.
La Giunta regionale, con una delibera assunta il 13 maggio scorso, aveva impartito agli uffici finanziari della Regione le direttive per rimborsare, “con procedura semplice, rapida e sicura”, i tributi regionali dichiarati illegittimi dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 102/2008. I contribuenti individuali interessati sono 36.675. Le somme saranno disponibili presso qualunque sportello del tesoriere regionale Unicredit Banca, dal 23 giugno al 31 ottobre 2008.

Anaci Lombardia: in condominio ritorna la solidarieta’ passiva

 Ritorna la solidarietà passiva in condominio, dopo un breve periodo di scomparsa. In 16 giorni la Cassazione (e, si può dire, quasi gli stessi giudici) ha ribaltato due volte uno dei principi chiave della vita condominiale: quello in base al quale il creditore del condominio può rivalersi, in caso di mancato pagamento, su uno qualunque dei condomini anche per l’intero credito. Con la sentenza 14813/2008 segnalata l’11 giugno ad Arezzo al convegno Anaci, la Corte ha dichiarato corretto il principio applicato dal giudice di pace di Roma «in quanto non viene chiarito perché nella specie dovrebbe essere derogato il principio generale di cui all’articolo 1292 del Codice civile secondo il quale la solidarietà si presume nel caso di pluralità di debitori». Questa la decisione all’udienza del 24 aprile, pochi giorni dopo quella delle Sezioni Unite 9148 dell’8 aprile, che ha scelto l’indirizzo minoritario della parziarietà delle obbligazioni condominiali e con la quale sorge ora nuovamente il contrasto. La seconda sezione precisa, infatti, che il condominio esiste per la sola presenza di un edificio con proprietà per piani orizzontali e il pagamento non può rifiutarsi per l’inesistenza della tabelle millesimali. Quanto invece affermato dalle Sezioni unite aveva suscitato forti critiche perché la parziarietà può rivelarsi un boomerang per i condomini-consumatori, esposti all’aumento dei costi dei lavori condominiali.

Anaci: impianti condominiali in regola

 ANACI ed ANACAM in rappresentanza delle categorie degli amministratori di condominio e degli installatori e manutentori di impianti di sollevamento, in occasione di un incontro di approfondimento svoltosi il 7 giugno scorso a Favignana (TP) in ordine alle problematiche relative alla sicurezza degli ascensori, hanno rilevato quanto segue: 1) la norma europea UNI EN 81-80 ha evidenziato le situazioni di rischio con priorità alta, media e bassa che possono determinarsi nel funzionamento degli impianti, con gli interventi necessari per eliminarle, a seguito di opportune valutazioni del rischio stesso da effettuare caso per caso; 2) l’Italia non ha ancora provveduto, a differenza di altri Stati membri dell’UE (Belgio, Francia Spagna, Grecia e altri), ad emanare un provvedimento legislativo che partendo dalle indicazioni della norma tecnica europea indichi gli interventi prioritari da attuare sugli impianti più obsoleti e i relativi termini per l’esecuzione; la materia è stata trattata dal decreto ministeriale 26 ottobre 2005, mai applicato in assenza della norma attuativa;

Toscana: 5 milioni di euro per i “contratti di quartiere”.

 Per la Casa sono quasi 5 milioni di euro, per l’esattezza 4 milioni e 858 mila 422 euro, e sono destinati a “migliorare l’equipaggiamento infrastrutturale dei quartieri caratterizzati da condizioni di forte disagio abitativo”. E’ questa la cifra stanziata dalla Regione Toscana con una delibera presentata dall’assessore Eugenio Baronti e approvata dalla giunta regionale. «Questa somma – spiega l’assessore – va ad aggiungersi ai 16 milioni e 194 mila 741 euro che rappresentano la quota parte della Toscana nell’ambito del Decreto Ministeriale varato qualche mese fa dal Ministro Di Pietro e che non era ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Si tratta di soldi destinati ai cosiddetti “contratti di quartiere” – soggiunge l’assessore – che noi abbiamo prontamente stanziato non appena siamo stati in grado di farlo. A queste cifre potranno aggiungere ulteriori quote anche i Comuni e intanto alcuni progetti sono stati già predisposti, come noi avevamo invitato a fare per bruciare i tempi in attesa della pubblicazione del decreto governativo.» L’assessore Baronti ci tiene a ricordare che il provvedimento regionale è stato fisicamente varato non appena la pubblicazione di quello governativo ha permesso di farlo. «Ma le somme – ribadisce- erano già accantonate e ci eravamo già mossi con i soggetti interessati affinché fosse tutto pronto al momento opportuno. Come si vede lo abbiamo fatto.» L’assessore si riferisce alle critiche espresse dalle sigle cooperative Arcat Legacoop, Federabitazione-Cci, Agci-Abitazione, che in una conferenza stampa del 7 maggio scorso avevano accusato la Regione di “otto mesi di immobilismo sulla casa”. Ed in particolare avevano puntato l’attenzione proprio sullo stanziamento relativo ai “contratti di quartiere”.

Edili: Troppo lento il rilascio del durc, burocrazia tartaruga per mille imprese, fino a 30 giorni per il rilascio del documento unico di regolarità contributiva

 Meccanismo assurdo per il rilascio del Durc. Durc originale per ogni cantiere ma non si può stampare da internet. Paolo Ciotti, Direttore Cna: “Siano i centri Caf a poterlo rilasciare”. Nell’era di internet e di my space la burocrazia, nonostante i proclami delle istituzioni ed enti di snellire e velocizzare il mondo delle imprese, resta ancora una chimera. Al centro della nuova battaglia “per la velocità” degli edili di Cna apuani il Durc, il certificato che, sulla base di un’unica richiesta, attesta contestualmente la regolarità di un’impresa per quanto concerne gli adempimenti Inps, Inail e Cassa Edile. Un documento obbligatorio per tutte le imprese (edili, impiantisti etc) che operano in un cantiere capace di bloccare la possibilità di partecipare ad una gara di appalto, o addirittura di non poter pretendere il pagamento sullo stato di avanzamento dei lavori o ancora, iniziare i lavori. E badate bene: ogni cantiere esige un durc originale con il paradosso che se un’azienda ha aperto nello stesso momento dieci cantieri, deve richiedere 10 volte il durc. Originale s’intende. In Provincia di Massa Carrara, come in molte alte realtà italiane – ma in molte serve al massimo 1 settimana per averlo – ottenere “fisicamente” il durc è un problema. Servono – spiegano gli edili – anche 30 giorni per ottenere la copia del documento agli oltre mille potenziali richiedenti (edili e impiantisti ed in generale in tutti i lavori di appalto e subappalto) dal momento della richiesta al Caf, il centro fiscale di riferimento nonostante la posizione contributiva sia visibile “al mondo” 24 h su 24 sul sito congiunto tra Inps, Inail e Cassa Edile. Ma non vale.

Ici: Errani, Decreto da modificare

 “La modalita’ con la quale il Governo da’ copertura al taglio dell’Ici solleva di fatto molti seri problemi”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani in riferimento alle conseguenze che il provvedimento avra’ sul trasporto pubblico locale e sull’ospedale di Cona (Cona), annunciando di avere gia’ chiesto al Governo di modificarlo. “Piu’ si entra nel merito delle voci tagliate nell’articolato del decreto – ha continuato Errani – piu’ si scopre che da molti punti di vista i cittadini subiranno un danno concreto. Il Governo cancella impegni finanziari che hanno dato vita a contratti, intese, programmi come l’accordo sul trasporto pubblico locale o opere lungamente attese come l’Ospedale di Cona. In particolare i fondi Inail per Cona sono il frutto sofferto di atti sottoscritti da tutti i soggetti istituzionali, Governo compreso. Questo, se non corretto rapidamente, comportera’ il blocco dei lavori, ad un anno dalla consegna dell’Ospedale; disattendendo in questo modo precisi impegni assunti con la comunita’ ferrarese”. “Per questo – ha concluso Errani – insisteremo a chiedere direttamente al Governo, come abbiamo gia’ fatto in queste ore, di cambiare il decreto e, comunque, di assicurare in ogni modo lo stanziamento Inail necessario al completamento dei lavori evitando al cantiere nuove interruzioni”.

E’ pronto il vademecum per il pagamento dell’ICI: tutto su chi è tenuto ancora a pagarla e chi, invece, ne è esonerato

 In distribuzione da domani presso tutti gli sportelli degli agenti della riscossione di Equitalia un vademecum informativo per il pagamento dell’Ici, realizzato in collaborazione con l’Ifel (Fondazione Anci per la finanza e l’economia locale). La pubblicazione spiega ai cittadini, in modo chiaro e semplice, quando l’imposta deve essere ancora versata e quando l’obbligo è venuto meno a seguito delle disposizioni contenute nel decreto legge 93/2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 124 del 28 maggio 2008. A tutti i contribuenti che nel 2007 hanno effettuato il versamento dell’Ici le società di Equitalia hanno inviato i bollettini per effettuare il pagamento relativo al 2008. Il processo è stato avviato a marzo per rispettare gli obblighi normativi, in tempo per la prima scadenza del 16 giugno. Non tutti però, come precisato sopra, sono tenuti all’adempimento, in conseguenza di quanto stabilito dal Dl 93 del 27 maggio.