Ance: agevolazione Ici anche per chi abita in Albergo

 Sentenza della Cassazione: e` necessaria la variazione catastale Prima casa nell`hotel? Spetta l`agevolazione Ici. Si` all`agevolazione Ici sulla prima casa per la parte di albergo adibita ad abitazione principale. Cio`a patto che su quella porzione di immobile sia stata fatta la variazione catastale. E`quanto stabilito dalla Corte di cassazione con la sentenza n. 21332 del 7 agosto 2008. A chiedere la maggior Ici a un albergatore e` stato il comune di Merano, in provincia di Bolzano. L`uomo, proprietario dell`immobile, aveva adibito parte di questo a sua abitazione principale e aveva pagato l`Ici, essendo i fatti anteriori alla riforma, in misura agevolata per la prima casa. Ma l`ente locale, con tre avvisi di accertamento, aveva chiesto la maggiore imposta per il `95, `96 e `97. Cosi`l`albergatore aveva impugnato gli atti di fronte alla Commissione tributaria provinciale di Bolzano. I primi giudici avevano accolto il ricorso del contribuente. Stessa decisione davanti alla Commissione tributaria regionale. In particolare, secondo i giudici di merito, “la detrazione d`imposta concessa per l`abitazione principale trova unica ragion d`essere nel fatto che l`immobile e` oggettivamente destinato (e per la parte in cui era pacificamente destinato) a tale scopo, non ostando all`agevolazione il fatto che l`immobile sia classificato in una categoria catastale diversa da quelle relative alle abitazioni; rilevando la categoria catastale al solo fine di determinare la base imponibile».

Confedilizia: catasto ai comuni, il Consiglio di Stato respinge richiesta Anci

 Consiglio di stato respinge richiesta anci per sospensiva effetti sentenza Tar. Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta presentata dall’Anci e da 313 Comuni, due Unioni di Comuni e una Comunità montana, per la sospensione degli effetti esecutivi della sentenza del Tar Lazio in data 15.5.’08 che aveva annullato il decreto del Presidente del Consiglio Prodi per il decentramento delle funzioni catastali ai Comuni del 14.6.’07 nonché il Protocollo di intesa tra l’Agenzia del territorio e l’Anci del 4.6.’07. Lo comunica la Confedilizia, che aveva promosso il ricorso di primo grado che ha portato alla sentenza del Tar e nel quale erano intervenute le associazioni Aspesi, Assoutenti, Fiaip, Gesticond e Isivi. La Confedilizia e le stesse associazioni hanno resistito in giudizio avanti il Consiglio di Stato nei confronti dell’azione dell’Anci e dei Comuni.

Politiche energetiche: l’Europa non aspetta!

 Il nuovo “Rapporto Energia e ambiente” dell’ENEA evidenzia la debolezza strutturale dell’Italia sul fronte dell’innovazione e del cambiamento tecnologico in campo energetico e ambientale. Investire nell’innovazione. Per l’Italia, più che una raccomandazione, si tratta di una vera e propria necessità. La marginalità del nostro Paese nello scenario delle nuove tecnologie energetiche è infatti già oggi evidente, mentre il rispetto degli impegni assunti in sede comunitaria non ammette ulteriori ritardi nella strada che porta all’ammodernamento tecnologico.
È racchiuso in queste considerazioni il messaggio di fondo contenuto nel nuovo rapporto “Energia e Ambiente 2007” presentato dall’ENEA. L’Italia è chiamata ad uscire dall’impasse di cui soffre da lungo tempo in materia energetica attraverso uno sforzo teso a sviluppare sul suo territorio tutte le fonti disponibili per porre le basi di uno scenario energetico a bassa intensità di carbonio. E si tratta di uno scenario che, mentre assegna un ruolo fondamentale alle fonti rinnovabili nel mix di produzione elettrica e all’innovazione tecnologica sul fronte dell’efficienza energetica, chiama in causa necessariamente anche le tecnologie nucleari e quelle relative al carbone “pulito”. In altri termini, il Rapporto ENEA ribadisce come alle questioni dell’approvvigionamento, della sicurezza e del costo dell’energia si debba rispondere efficacemente rendendo più equilibrato l’apporto delle diverse fonti, mentre alle sfide del cambiamento climatico e dell’espansione dei consumi sia necessario rispondere non solo con l’efficienza energetica e con la promozione delle energie a emissione zero, ma soprattutto con l’accelerazione del cambiamento tecnologico.

Valore oltre mercato del canone di locazione immobiliare: indice di sfruttamento della prostituzione o pericolosa presunzione?

 Il disegno di legge presentato dal Governo recante le nuove misure in tema di repressione della prostituzione, oltre a prevedere alcune norme che senz’altro contribuiranno a perfezionare la legge Merlin, presenta una disposizione che lascia davvero perplessi.

Si tratta della norma volta ad introdurre all’interno dell’art. 1 della legge Merlin il comma 2 bis, in base al quale è punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 250 fino ad euro 10.000 “chiunque, avendone la proprietà o l’amministrazione, conceda in locazione una casa nella quale venga esercitata la prostituzione, a canoni superiori a quelli di mercato”.

Chiara l’intenzione del legislatore: le condizioni economiche della locazione, se superiori a quelle comunemente praticate, costituirebbero una sorta di indice di sfruttamento della prostituzione, che esporrebbe il proprietario o l’amministratore dell’immobile anche alla confisca del medesimo, oltre che alle altre sanzioni penali già ricordate.

Sicurezza: le norme in tema di danneggiamento e imbrattamento degli immobili

 Dal 10 luglio scorso le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia del Senato stanno analizzando il testo del disegno di legge recante le “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”, che andrà a completare il quadro delle norme del cosiddetto “Pacchetto Sicurezza” previsto dal Governo. Il disegno di legge prevede la modifica di due ipotesi di reato previste dal codice penale, poste a tutela degli immobili e del decoro urbano: la prima fattispecie si muove verso una direzione condivisibile – seppure ancora non del tutto soddisfacente sul piano dei risultati pratici – mentre la seconda continua a destare serie perplessità sulla sua reale efficacia, sia preventiva, sia repressiva. Non poche correnti opinionistiche considerano alcuni graffiti una forma d’arte, così come non paiono troppo di scuola le ipotesi in cui qualcuno decida di aggiungere il proprio graffito sul muro di un edificio già preso di mira dai writers: in tale ipotesi, come si dirà, potrebbero sorgere problemi di accertamento dei reati ridisegnati.
L’art. 4 del disegno di legge interviene sul reato di danneggiamento ampliando l’area operativa della fattispecie aggravata. Infatti la riforma prevede prevede l’inserimento, all’interno dell’art. 635 cod. pen., del comma 3 bis, in base al quale, la pena sarà della reclusione da sei mesi a tre anni, qualora il danneggiamento sia commesso su “immobili sottoposti a risanamento edilizio o ambientale”.

Sardegna: le zone franche urbane

 Sono nove le aree individuate dalla Giunta come Zone franche urbane: da Sant’Elia a Cagliari, a Pirastu e stagni a Quartu, da Bacu Abis e Cortoghiana a Carbonia, alla Pietraia ad Alghero fino a Torangius nel Comune di Oristano. Defiscalizzate le nuove piccole e micro imprese che nascono in queste aree. Ora spetta al Governo scegliere tra le proposte presentate dalla Regione. La Giunta regionale ha individuato nove aree da considerare come Zone franche urbane: Sant’Elia a Cagliari, centro città del Comune di Iglesias e centro città, Pirastu e stagni aree ambientali a Quartu Sant’Elena, Carbonia Nord, Bacu Abis e Cortoghiana nel Comune di Carbonia, La Pietraia ad Alghero, il centro storico del Comune di Sassari, Sant’Andrea e Sa Gruxi ad Assemini; Torangius, centro storico e Sacro Cuore nel Comune di Oristano, Olbia centro e area portuale del Comune di Olbia. L’Assessorato dell’Industria ha commissionato all’Osservatorio economico regionale un apposito studio per individuare le aree rispondenti ai criteri stabiliti dal Ministero dello Sviluppo economico. Lo studio ha permesso di individuare gli undici Comuni dotati della dimensione demografica minima di 25.000 abitanti e di un tasso di disoccupazione. I comuni selezionati sono appunto Cagliari, Sassari, Quartu Sant’Elena, Olbia, Alghero, Nuoro, Oristano, Carbonia, Selargius, Iglesias, Assemini.

Lazio: Roma piu’ sicura con il “patto”

 Il piano per la sicurezza della Capitale è stato firmato in Prefettura. Oltre al Presidente Marrazzo, presenti alla firma del Patto per Roma Sicura il Ministro degli Interni Maroni, il Prefetto Mosca, il Sindaco di Roma Alemanno, il Presidente della Provincia Zingaretti, i Comandanti Generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza e il Capo della Polizia di Stato. “Bisogna rassicurare i cittadini e non cavalcare le paure – ha dichiarato il Presidente Marrazzo – E’ fondamentale. Ecco perchè rinnoviamo il Patto. Io credo in questo Patto perchè ci sono momenti di confronto elettorali e momenti in cui si lavora insieme”. Marrazzo ha ricordato anche che “ci occupiamo di microcriminalità, ma a Roma non si sta abbassando il tiro rispetto alla grande criminalità organizzata. Non possiamo parlare solo di microcriminalità dimenticando che abbiamo questa grande partita in corso”. Il Presidente ha poi ringraziato il governo perché ha mantenuto l’impegno preso liberando più di 300 uomini delle forze dell’ordine.

Sistema bancario: riunione comitato interministeriale

 Si è riunito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, sotto la presidenza del Ministro Tremonti, il Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio (CICR).
Il Comitato ha assunto tre delibere di carattere generale in tema di: sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie, partecipazioni detenibili dalle banche e dai gruppi bancari, attività di rischio delle banche nei confronti di soggetti collegati. Con la prima delibera il CICR dà attuazione all’art. 128-bis del Testo unico bancario (TUB) che prevede l’introduzione di sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie nei rapporti con la clientela, cui le banche e gli intermediari finanziari sono tenuti ad aderire. La disciplina individua criteri di svolgimento delle procedure che favoriscono la rapidità, l’economicità e l’effettività della tutela senza pregiudicare per il cliente il ricorso, in qualunque momento, a ogni altro mezzo di difesa previsto dall’ordinamento; viene definita la composizione dell’organo decidente improntata a garantirne l’imparzialità e la rappresentatività; si configura un contributo della Banca d’Italia al funzionamento del nuovo sistema a garanzia del conseguimento degli obiettivi fissati in materia dal TUB.

Portabilità piu facile anche per i mutui frazionati

 Portabilità più facile anche per i mutui frazionati. Con la circolare n. 5/T del 28 luglio, l’agenzia del Territorio chiarisce che anche l’annotazione di surrogazione in quota di un debito già oggetto di frazionamento deve essere effettuata d’ufficio dal conservatore in base alla presentazione del titolo e di una semplice richiesta scritta da parte dell’interessato. Questa possibilità discende da un’interpretazione estensiva delle disposizioni introdotte dal decreto “Bersani-bis” (Dl 7/2007), che ha incentivato l’esercizio del diritto di subingresso nei prestiti immobiliari, riconoscendo un regime di favore, sia in termini di adempimenti che sul piano tributario, a quanti sostituiscono un vecchio mutuo con uno più vantaggioso. Dando seguito a queste norme, nel giugno dell’anno scorso i tecnici del Territorio erano intervenuti con la circolare n. 9/T, che ribadiva l’assenza di oneri particolari a carico dei cittadini che decidano di trasferire volontariamente il mutuo da una banca all’altra. In particolare, già in quell’occasione si precisava che l’annotazione della surroga per volontà del debitore doveva essere predisposta d’ufficio dal conservatore, senza adempimenti specifici per il contribuente, chiamato a versare la sola tassa ipotecaria, ma non le imposte sostitutiva, ipotecaria e di bollo.