Torino: in aumento i prezzi al consumo

 Nel mese di Luglio 2008, a seguito della rilevazione dei prezzi effettuata dal Settore Statistica della Città, l’indice complessivo dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è risultato pari al 131,3 con una variazione del +0,5% rispetto al mese precedente e con una variazione del +4,5% (tasso tendenziale annuo) rispetto al mese di Luglio 2007.
Abitazione, acqua, energia elettrica e combustibili (+0,8%): Il capitolo rimane positivo a causa degli aumenti registrati nelle categorie: dell’energia elettrica (+3,7%), dei combustibili liquidi (+0,9%), del gas (+0,1%) e della rilevazione trimestrale degli affitti, che ha portato variazioni sia nella categoria degli affitti reali delle abitazioni (+0,9%) che in quella degli altri servizi per l’abitazione (+1,4%). Mobili, articoli e servizi per la casa (INVARIATO): Si segnalano leggere variazioni di segno positivo per le categorie degli strumenti ed attrezzi per la casa (+1,7%) e dei beni non durevoli per la casa (+0,2%), oltre a lievi diminuzioni nelle categorie degli elettrodomestici (-0,3%) e della cristalleria, vasellame ed utensili per la casa (-0,3%), che lasciano comunque inalterato il capitolo.

Salerno: bando regionale per contributi acquisto e recupero 1a casa

 La Regione Campania ha emanato un bando per l’assegnazione di concessione di contributi in conto interessi per l’acquisto e il recupero della prima casa (BURC n. 28 del 14 luglio 2008). Il termine per la presentazione delle domande scade il 9 settembre prossimo. Sono ammissibili a finanziamento: l’acquisto della prima casa; gli interventi di restauro, di risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia di prefabbricati pesanti ex legge 219/81; I limite reddituale massimo per l’accesso ai mutui agevolati è di € 50.000,00. L’entità dei contributi è così determinata:
a) per i nuclei familiari con reddito fino a € 30.000,00, per quelli per i quali è stata emessa sentenza esecutiva di sfratto, per quelli nei quali sono presenti ultrasessantacinquenni e/o disabili, per le giovani coppie e per i nuclei familiari che acquistano l’alloggio, legittimamente occupato, da una procedura concorsuale, il contributo è pari al 100% del tasso di interesse.
b) per i nuclei familiari con reddito fino a € 40.000,00 il contributo è pari al 80% del tasso di interesse.
c) per i nuclei familiari con reddito fino a € 50.000,00 il contributo è pari al 50% del tasso di interesse. Rimane a carico del mutuatario la restituzione del capitale e il 50% degli interessi passivi.

Un vademecum di garanzie per gli immobili del comune di Milano

 L’assessore Verga “Varato un libretto di istruzioni per tutelare i cittadini nelle fasi di dismissione degli stabili. Sono regole alle quali la SGR deve attenersi, come lo sconto del 30% sul prezzo di mercato a chi esercita il diritto di opzione”. La Giunta, su proposta dell’assessore alla Casa Gianni Verga, ha approvato la delibera che indica le modalità per l’esercizio dei diritti di opzione e di prelazione degli inquilini degli immobili ad uso residenziale nell’ambito della dismissione degli immobili trasferiti al Fondo Comune di Investimento Immobiliare. La delibera consiliare del 17 ottobre 2007 che ha approvato il Piano di Valorizzazione ha introdotto delle clausole sociali, ovvero delle garanzie per chi abita nel patrimonio che è stato conferito al fondo immobiliare. In quella occasione la delibera ha stabilito le fondamentali garanzie sociali per la dismissione – da parte del Fondo – degli immobili trasferiti che riguardano il diritto di opzione degli attuali occupanti ai prezzi di mercato scontati del 30%, nonché la possibilità di esercitare il diritto di opzione in forma collettiva.

Milano: edilizia popolare, manutenzioni per 3 mln di euro

 L’assessore Verga: “Grande attenzione per gli interventi e massima trasparenza sull’attività dei gestori”. Cantieri per messa in sicurezza di alcuni edifici e per l’adeguamento degli impianti Saranno investiti oltre 3 milioni di euro per la manutenzione “a misura” degli edifici di proprietà del Comune di Milano. La Giunta ha approvato oggi la delibera che prevede questo stanziamento per far fronte ai problemi riscontrati negli immobili in gestione sia quelli riferiti alle strutture edili, sia eventuali guasti dei diversi impianti presenti nei palazzi (elettrici, idraulici, termici). Questo investimento si aggiunge ai 3.267.738 euro, già utilizzati durante il 2008. Gli interventi sono affidati alle tre società che gestiscono il patrimonio abitativo pubblico per conto del Comune: la Romeo Gestioni S.p.A., la Pirellli & C. R.E.M S.p.A., la GEFI Servizi Immobiliari S.p.A.. L’Amministrazione riserverà un impegno particolare all’attività di controllo: il monitoraggio sarà di tipo preventivo su tutti gli interventi da realizzare, ma riguarderà anche i lavori eseguiti e la relativa contabilizzazione. “Il provvedimento – ha precisato l’assessore alla Casa Gianni Verga – si colloca nel più ampio intervento generale di ristrutturazione e manutenzione di edilizia pubblica avviato dal Comune di Milano, con particolare attenzione agli interventi più urgenti, che possono creare disagi agli abitanti”. “Grazie a questa azione di controllo sempre più capillare e diffusa – ha concluso l’assessore Verga – l’Amministrazione comunale assicura ai cittadini la massima trasparenza rispetto all’attività dei gestori”.

I canoni di affitto nelle grandi città

 Dall’analisi delle offerte prese in esame secondo l’ubicazione degli alloggi risulta che i canoni maggiori sono richiesti a Milano e Roma dove, per affittare un’abitazione in centro, sono richiesti mediamente 2300,00 e 2,350,00 Euro al mese, in zona intermedi i valori scendono a 1.3500,00 e 1.300,00 Euro, mentre per la periferia questi si attestano su 1.050,00 e 1.100,00 Euro. Leggermente inferiori, ma comunque molto oltre la media, sono i canoni richiesti a Firenze e Bologna, dove i canoni variano nel primo caso da 2.100,00 Euro per un alloggio in centro, a 1.200 Euro in zona semicentrale, a 1.050,00 euro in periferia; a Bologna tali canoni si attestano rispettivamente su 1.850,00 Euro, 1.100,00 Euro, e 950,00 Euro. Sempre molto alti sono i canoni richiesti a Napoli che variano da 1.250,00 a 1.025,00 a 770,00 Euro spostandosi dal centro all’esterno della città. Richieste inferiori a 1.000,00 Euro sono presenti a Genova dove per affittare un’abitazione in centro sono richiesti mediamente 900,00 Euro, in zone semicentrali 850,00 Euro e 700,00 in periferia. A Torino e Palermo le richieste sono molto simili e variano da 850,00 e 800,00 Euro per le zone più centrali, 720,00 e 750,00 per quelle intermedie, 670,00 e 680,00 per quelle periferiche. I canoni minori sono quelli richiesti a Catania e Bari, 850,00 e 740,00 per un alloggio centrale, 700,00 per uno semicentrale, 650,00 per uno periferico. Centro Semicentro Periferia Bari 740,00.

Tre proposte per risolvere l’emergenza casa nella Capitale

 Di Carlo: tre proposte per risolvere l’emergenza casa nella Capitale. Aumentare la densificazione delle aree destinate all’edilizia residenziale, dotare di cubature destinate ad edilizia per uso residenziale una porzione delle 56 are previste nel Prg per la costruzione di parcheggi di scambio e consentire all’Ater di realizzare quei metri cubi già previsti nei piani di zona e mai edificati: tre ipotesi di lavoro su cui indirizzare l’operato della Regione avanzate dall’assessore regionale alla Casa, Mario Di Carlo, al Comune di Roma. “Queste proposte necessitano di accordi di programma e di un successivo passaggio in consiglio comunale e in quello regionale – ha affermato Di Carlo – potremmo mettere in atto un processo politico importante di collaborazione tra maggioranze governate da schieramenti differenti su un tema concretissimo come quello dell’emergenza abitativa”. Un aumento “moderato ed equilibrato”della densificazione e degli indici di costruzione degli immobili destinati alla soluzione dell’emergenza abitativa secondo Di Carlo consentirebbe di accrescere il numero di alloggi da realizzare e di utilizzare un quantitativo minore di terreno. “Le ultime case popolari che sono state fatte somigliano a delle villette a schiera ed hanno un indice di abitabilità troppo basso – ha sottolineato l’assessore – queste caratteristiche richiedono l’utilizzo di lotti di terreno sempre più grandi ai quali il Comune deve fornire servizi con difficoltà sempre maggiore”.

Sicet: il piano casa per le famiglie di stranieri regolari, spinge alla morosità

 Manovra immiggarti 10 anni di residenza per chiedere case pubbliche e contributi affitto.
Il Piano Casa licenziato dalla Camera dei deputati con il voto di fiducia, oltre a non stanziare nessuna risorsa e a distogliere quelle destinate lo scorso anno per consentire il passaggio da casa a casa agli sfrattati deboli (anziani, invalidi, famiglie monoreddito) introduce una norma che esclude dal diritto alla casa pubblica e al Fondo Sostegno all’affitto le famiglie provenienti dai paesi non comunitari. La norma xenofoba, introdotta dal governo Berlusconi, con il maxiemendamento approvato ieri a Montecitorio, si aggiunge alle già pesanti e ingiuste modalità di esclusione dei cittadini extracomunitari dai diritti abitativi in vigore in alcune regioni.
“Pretendere un’anzianità di residenza pari a 10 anni in Italia e almeno 5 nella regione per avere accesso ad un alloggio pubblico o costruito con contributo pubblico e rendere obbligatorie le stesse condizioni per partecipare ai bandi del sussidio all’affitto oneroso” dice Guido Piran segretario generale SICET “significa, tra l’altro, spingere centinaia di migliaia di lavoratori regolari verso la morosità nel pagamento del canone di locazione ai proprietari privati”.

Rimini: scade il 1 agosto il termine per le domande di 14 alloggi PEEP

 Si ricorda che dal 30 giugno e sino al 1 agosto 2008 sono raccolte le domande dei cittadini interessati all’assegnazione in locazione permanente di un alloggio sito in località PEEP Viserba di proprietà del Comune di Rimini (n. 14 alloggi complessivi). Gli alloggi sono destinati a nuclei familiari sottoposti a provvedimenti esecutivi di sfratto (con esclusione degli sfratti per morosità), giovani coppie, nuclei familiari comprendenti soggetti portatori di handicap, anziani ultrasessantenni o minori. Il reddito per l’accesso è il seguente: max Euro 35.000,00; minimo Euro 9.000,00. Per le modalità di calcolo di tali importi e per ulteriori dettagli sui requisiti di accesso si rinvia al bando di concorso. Il canone effettivo sarà calcolato ad ultimazione lavori e sarà pari al 3,50% del costo di realizzazione dell’intervento definito dal piano finanziario. Detto canone non potrà comunque essere superiore al canone “concertato” calcolato sugli alloggi in ottemperanza all’art. 2 comma 3 della Legge 431/98. L’importo del canone “concertato” è desumibile dall’art. 1 del bando di concorso.

Anci: stupore per l’ennesima riformulazione del Piano Casa

 ‘’Solo ieri avevamo commentato le modifiche apportate al piano casa in Commissione Bilancio e Finanze della Camera dei Deputati, dicendo che rappresentavano forse l’unica novita’ positiva di una manovra finanziaria complessivamente negativa per i Comuni. Cio’ e’ accaduto ieri, in Conferenza Unificata, dove, pur esprimendo parere negativo sulla Manovra abbiamo apprezzato l’esclusione dal finanziamento del fondo destinato al Piano Casa delle risorse pari a 550 milioni di euro gia’ assegnati ai Comuni e utili a fornire risposte urgenti alle famiglie in difficolta’ inserite nelle graduatorie comunali con il finanziamento in dettaglio di 12.000 alloggi. Al mattino, quegli impegni del Governo, si sono trasformati in chiacchiere, con la riformulazione del Piano Casa (art.11) nel Maxiemendamento governativo’’. E’ quanto dichiara il Presidente della Consulta Casa dell’ANCI Roberto Tricarico, Assessore alla casa del Comune di Torino. Anche l’Assessore alla casa del Comune di Milano, Giovanni Verga si dichiara sorpreso perche’ al Sindaco Letizia Moratti, non piu’ tardi di 48 ore fa, il Governo aveva assicurato che le risorse per la casa sarebbero state salvaguardate per garantire i programmi del 2007 in via di attuazione.

L’ASPPI vuole adottare un ruolo propositivo nelle politiche abitative

 «L’abolizione dell’Ici per l’edilizia sociale – afferma il presidente nazionale dell’Asppi Luigi Ferdinando Giannini – è un risultato che ci vede partecipare alla soddisfazione di Federcasa, poiché si tratta di una misura che abbiamo sempre appoggiato nelle diverse sedi istituzionali. Il ruolo di un’associazione della piccola proprietà immobiliare che si propone di essere autorevole e rappresentativa, non può essere solo quello di promuovere le istanze collegate agli interessi dei propri iscritti, ma deve anche perseguire l’intento di sostenere tutti quei progetti idonei a normalizzare e far progredire il settore immobiliare».
Anche di questo si è parlato a Roma, presso la Sala convegni dell’Hotel Forum, quando si è riunita l’Assemblea Nazionale di Federcasa-Confservizi per discutere, fra l’altro, il Decreto Legge n. 112 varato dal Governo il 25 giugno 2008 ed in particolare l’articolo 11 relativo al piano casa e l’articolo 13 sulle misure per valorizzare il patrimonio residenziale pubblico.
Oltre all’Asppi hanno partecipato ai lavori l’Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani, le Organizzazioni Sindacali Confederali, il Cnel, ed alcuni parlamentari.

Rinegoziare i mutui a migliori condizioni, e senza formalità ipotecarie

 Comune denominatore dell’articolo 3 è la volontà legislativa di dare respiro alle diverse opportunità di alleggerimento del peso dei mutui sulle famiglie. Il provvedimento introduce la possibilità di rinegoziare i mutui contratti per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione dell’abitazione principale. I criteri della negoziazione sono definiti con una convenzione ad hoc tra Mef e Abi, nella quale, come stabilisce la legge, è prevista la possibilità che ciascuna banca sia libera di adottare “eventuali condizioni migliorative” per i propri clienti, dandone loro puntuale informazione. Resta comunque ferma l’opzione di portabilità del mutuo. Nel dettaglio, si possono rinegoziare i mutui trasformando la rata da variabile a fissa con i tassi applicati nel 2006, al fine di ridurre l’importo delle rate. È interessante il dettato della legge relativo al calcolo dello spread. La differenza tra l’importo della rata dovuta secondo il piano originario di ammortamento e quello risultante dalla rinegoziazione è infatti addebitata su un conto di finanziamento accessorio al tasso che si ottiene in base all’Irs a 10 anni, alla data di rinegoziazione, “maggiorabile fino a un massimo di uno spread dello 0,50 per cento annuo”.