Immobile scadente, niente certificazione energetica

 Immobile scadente niente certificazione energetica

A decorrere dall’ 1.7.’09, il d.lgs. n. 192 / ’05 ha previsto – salvo diversa disposizione regionale – che ogni singola unità immobiliare, in caso di trasferimento a titolo oneroso, sia dotata a cura del venditore dell’ attestato di certificazione energetica

Al proposito, occorre però tenere a mente la rilevante novità introdotta dalle Linee Guida di cui al d.m. 26.6. ’09 a favore dei proprietari di immobili di scarsa qualità dal punto di vista del consumo energetico. Questo provvedimento, infatti, contiene una previsione secondo la quale, per gli edifici di superficie ”utile” (cioè calpestabile) inferiore o uguale a 1000 mq e ”ai soli fini di cui al comma 1 – bis, dell’ articolo 6”, d.lgs. 192 / ’05 – e, quindi, per il solo caso di trasferimento a titolo oneroso di edifici realizzati o radicalmente ristrutturati in base a titolo richiesto precedentemente all’ 8.10.’05 -, il proprietario, ”consapevole della scadente qualità energetica” del suo immobile, può scegliere di ottemperare agli obblighi di legge attraverso un’ autodichiarazione (da trasmettere, in copia, alla Regione o Provincia autonoma competente per territorio entro 15 giorni dalla data del rilascio) in cui afferma che ”l’ edificio è di classe energetica G’‘ e che ”i costi per la gestione energetica dell’ edificio sono molto alti”.

News. Annullato il decreto ascensori

 News. Annullato il decreto ascensori

Sforza Fogliani: evitata a condòmini e proprietari di casa una spesa di 6 miliardi di euro

Il Tar del Lazio, accogliendo un ricorso della Confedilizia, ha annullato il decreto del Ministero dello sviluppo economico del 23 luglio dello scorso anno che imponeva una verifica straordinaria degli ascensori installati e messi in esercizio prima del 1999, dichiarando il provvedimento illegittimo sotto tutti i profili”.

La sentenza sottolinea che il decreto ”impone ai privati proprietari pesanti prestazioni personali e patrimoniali al di fuori di qualsiasi prescrizione legislativa e soprattutto lascia ampio spazio nella loro individuazione ad una associazione privata (l’ UNI), alle cui libere determinazioni, assunte nel tempo e finalizzate ad un continuo adeguamento delle tecniche di valutazione dei rischi degli impianti, da essa imposte, dipende la loro progressiva quantificazione e i vantaggi economici che l’ associazione ne ricava”.

Problemi di affitti e condominio, Confedilizia risponde

 Problemi di affitti e condominio, Confedilizia risponde

La rubrica fornisce risposta solo a quesiti di interesse generale. Non saranno, pertanto, presi in considerazione quesiti né a carattere personale né relativi a questioni già pendenti innanzi all’ Autorità Giudiziaria.

I quesiti vanno inoltrati alla Confedilizia tramite le oltre 200 Associazioni territoriali aderenti alla stessa e presso le quali è possibile attingere anche ogni ulteriore informazione. Per gli indirizzi delle Associazioni consultare i siti www.confedilizia.it/www.confedilizia.eu oppure telefonare al numero 06.67.93.489

Riscossione dei contributi condominiali
Un amministratore domanda se possa agire per la riscossione dei contributi condominiali direttamente nei confronti del conduttore.

No, non è possibile. Come precisato dalla giurisprudenza, infatti, l’ amministratore di condominio – a norma degli artt. 1123 c.c. e 63 disp. att. c.c. – può riscuotere pro quota e in base allo stato di ripartizione approvato dall’ assemblea, le spese per la manutenzione delle cose comuni e per la prestazione dei servizi nell’ interesse comune direttamente ed esclusivamente dai condòmini (in tal senso, Cass. sent. n. 10719 del 28.10.’93).

Decreto legge semplificazione edilizia, Confedilizia: si può salvare ma il governo deve correggerlo

 Decreto legge semplificazione edilizia, Confedilizia: si può salvare ma il governo deve correggerlo. A proposito del decreto legge varato dal Governo in materia di semplificazione edilizia (di cui è prevista la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale oggi stesso), il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato:

”La storia delle semplificazioni edilizie è una storia già scritta, è quella del Piano Casa. Anche quest’ ultimo è stato di fatto e in gran parte svuotato di significato dalle normative regionali. E anche il decreto legge sulla deregulation in casa è destinato a finire nel nulla, cozzando contro una congerie di normative regionali restrittive.

Accolto il ricorso della Confedilizia contro il Dpcm sul decentramento catastale

 Accolto il ricorso della Confedilizia contro il Dpcm sul decentramento catastale. Il provvedimento diventa inapplicabile e deve essere riscritto. Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso della Confedilizia contro il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2007 in materia di affidamento ai Comuni di funzioni catastali, ritenendo fondato l’ argomento relativo al contrasto del Dpcm impugnato con la legge che regola la ripartizione fra Stato e Comuni delle funzioni in materia, con particolare riferimento alla necessità che sia garantita l’ unità dell’ordinamento in materia catastale e la non arbitrarietà dell’ accertamento catastale.

Le semplificazioni edilizie? Bloccate dalle regioni

 Le semplificazioni edilizie? Bloccate dalle regioni. Il Consiglio dei ministri ha da tempo (il 12.11.‘09) varato un disegno di legge volto ad introdurre misure di semplificazione edilizia. Nel farlo, però, aveva stabilito che il testo dovesse ricevere – prima di approdare in Parlamento per l’ esame – il parere della Conferenza Stato – Regioni. Risultato: il provvedimento in questione (si tratta del cosiddetto d.d.l. Brunetta – Calderoli, contenente norme di semplificazione relative a varie materie) non è ancora arrivato alle Camere, essendo rimasto bloccato presso la Conferenza Stato – Regioni.

Così come era accaduto con il Piano casa nazionale, anche queste essenziali disposizioni di snellimento delle procedure edilizie sono dunque andate ad impastoiarsi nel meccanismo di quel potentissimo organismo che è ormai diventata la Conferenza Stato – Regioni. Con un ritardo, poi, che in questo caso è ancor più grave in quanto si tratta di un provvedimento per il quale il Governo aveva previsto un iter accelerato, tanto da collegarlo formalmente alla Finanziaria 2010.

Catasto. Confedilizia: inquietante che governo e comuni trattino quando si è in attesa di una sentenza del Tar

 Catasto. Confedilizia: inquietante che governo e comuni trattino quando si è in attesa di una sentenza del Tar. Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato: ”La notizia che Governo e Comuni vogliono trattare del trasferimento del Catasto a questi ultimi prima ancora che il Tar si pronunci, desta forti preoccupazioni: tale comportamento è infatti fuori di ogni logica tipica dello Stato di diritto.

Diritti di proprietà: in Italia peggio che in Uruguay e Qatar

 Confedilizia: “Diritti di proprietà: in Italia peggio che in Uruguay e Qatar”. Questo il tema di cui si è parlato a Gorizia, alla manifestazione di celebrazione dell’ anniversario di fondazione della locale Confedilizia. Nel suo intervento il Presidente dell’ Organizzazione nazionale della proprietà immobiliare, Corrado Sforza Fogliani, ha detto: “Nell’ Indice predisposto dalla Heritage Foundation in collaborazione con il Wall Street Journal, quanto a difesa dei diritti di proprietà l’ Italia figura allo stesso livello della Giordania e dopo Paesi come l’ Uruguay e il Qatar, con un indice pari a 55,0 su un massimo di 100.

Problemi di affitti e condominio, Confedilizia risponde

 La rubrica fornisce risposta solo a quesiti di interesse generale. Non saranno, pertanto, presi in considerazione quesiti né a carattere personale né relativi a questioni già pendenti innanzi all’Autorità Giudiziaria.

I quesiti vanno inoltrati alla Confedilizia tramite le oltre 200 Associazioni territoriali aderenti alla stessa e presso le quali è possibile attingere anche ogni ulteriore informazione. Per gli indirizzi delle Associazioni consultare i siti www.confedilizia.it/www.confedilizia.eu oppure telefonare al numero 06.67.93.489

Rinnovazione del contratto in caso di durata più lunga del primo periodo contrattuale
In una locazione ad uso commerciale le parti hanno stabilito una durata del primo periodo contrattuale di sette anni, mentre nulla hanno convenuto con riferimento al successivo periodo di rinnovazione. Si domanda se sia corretto ritenere che il contratto, alla scadenza dei primi sette anni, si rinnovi per un eguale periodo.

Confedilizia sul 25° blocco sfratti

 Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato: “Il Parlamento ha varato oggi la venticinquesima proroga degli sfratti da trent’ anni a questa parte, a far tempo cioè da quella legge dell’ equo canone che secondo la Corte costituzionale doveva essere l’ultimo anello legislativo del vincolismo in questo settore. È una ritualità, quella della proroga dei rilasci, alla quale nessun Centrosinistra e nessun Centrodestra sa sottrarsi, ma che entrambi votano allegramente pressoché una volta all’ anno. E così siamo arrivati al 25° blocco sfratti

La cedolare secca in Abuzzo. Per la provincia de L’ Aquila è inutilizzabile

 La Federazione abruzzese della Confedilizia denuncia l’ impraticabilità della norma della Finanziaria di quest’ anno che ha previsto la possibilità di tassare tramite una cedolare secca del 20%, ma solo per il 2010, i contratti di locazione agevolati stipulati tra persone fisiche nella provincia de L’ Aquila.

La caratteristica di questa tipologia di contratti, infatti, è quella di avere una durata di cinque anni (tre anni, più due di rinnovo) e canoni inferiori a quelli di mercato, in quanto fissati sulla base di accordi fra organizzazioni dei proprietari e degli inquilini. La limitazione ad un solo anno, il 2010, della tassazione al 20%, rende pertanto nei fatti inutilizzabile tale strumento, posto che nessun proprietario sarà disposto a impegnarsi in un contratto a canone calmierato della durata di cinque anni – in un territorio così difficile – in cambio di una riduzione fiscale limitata al solo primo anno.

Consorzi di bonifica, il sistema fa acqua

 La situazione è sotto gli occhi di tutti: il sistema dei Consorzi di bonifica fa acqua da tutte le parti. Impedisce una visione unitaria della situazione idrogeologica, ci difende da alluvioni e smottamenti nel modo in cui le vicissitudini vissute nei giorni scorsi da tante popolazioni hanno dimostrato. Per contro, la contribuzione obbligatoria da parte di condòmini e proprietari di casa e terreni, cresce inesorabilmente ogni anno, caratterizzata – oltretutto – da iniquità intollerabili (intere regioni in cui non si paga se già si paga il servizio fognario, ed altre – nella stessa situazione – nelle quali invece si paga comunque, e così via discriminando da luogo a luogo, secondo scelte discrezionali delle singole Regioni o dei singoli carrozzoni consortili). Riordinare questo sistema è improcrastinabile. E, per farlo, bisogna anzitutto sapere chi deve pagare per le opere di bonifica.

Normativa
Confedilizia ha avviato una battaglia per difendere la proprietà immobiliare urbana dalle pretese di quei Consorzi che – protetti dalle rispettive Regioni – chiedono ai soli proprietari di immobili, contributi che – evidentemente – andrebbero posti a carico della fiscalità generale. Si tratta di una battaglia condotta, nel più ampio quadro della difesa delle proprietà urbane (ma anche fondiarie), per ottenere il rispetto della legge. Per questo appare opportuno precisare che cosa dice la normativa del settore.