Bonus ristrutturazioni l’amministratore giudiziario del condominio è l’interlocutore privilegiato del fisco

 Per ottenere la detrazione del 36 per cento delle spese di ristrutturazione edilizia l’amministratore giudiziario del condominio è l’interlocutore privilegiato del Fisco. Porte chiuse, invece, al dialogo con le cooperative costituite dai condomini dell’immobile da rimettere a nuovo. Queste, infatti, non sono legittimate né a inviare la comunicazione preventiva di inizio lavori al Centro operativo di Pescara né tanto meno a effettuare direttamente i pagamenti alla ditta appaltatrice tramite bonifico bancario o postale. Il compito di mettere in campo tutti gli adempimenti richiesti dalla legge ricade su un unico soggetto di imposta, che coincide con il gestore giudiziario del complesso. A chiarirlo è la risoluzione n. 442/E del 17 novembre 2008, in cui l’agenzia delle Entrate si sofferma sull’analisi di una tipologia di intervento molto particolare, che comporta la demolizione e la successiva ricostruzione dell’edificio ex novo. Il caso è descritto in un interpello presentato da un condominio nella persona del suo amministratore giudiziario pro-tempore. Nell’istanza si legge che i lavori sullo stabile, dichiarato inagibile, si configurano come una ristrutturazione edilizia per cui è stato stipulato un contratto di appalto. I proprietari delle unità immobiliari hanno fondato una cooperativa edilizia a cui la ditta esecutrice dei lavori fatturerà i versamenti fatti dai soci in modo da consentire il riconoscimento delle agevolazioni fiscali. Inoltre, il bonifico sarà fatto dal condominio in nome e per conto della coop, indicando i suoi dati, quelli del beneficiario delle somme e il codice fiscale dell’amministratore. Più precisamente, la procedura descritta dall’interpellante prevede che i condomini, che sono anche soci della coop, versino gli importi dovuti al condominio attraverso assegno bancario non trasferibile o bonifico.

Leasing immobiliare “in pool”

 Nel caso di locazioni finanziarie immobiliari in pool, ciascuna delle società partecipanti al pool è tenuta alla registrazione del contratto di leasing, ai sensi degli articoli 5 e 10 del Testo unico dell’imposta di registro (Dpr 131/1986). Le stesse compagini, in qualità unitaria di “parte contraente”, sono, inoltre, solidalmente obbligate al pagamento del tributo. Questi, in sintesi, i chiarimenti forniti dall’agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 443/E del 17 novembre. Il contratto atipico di leasing può sostanziarsi in una pluralità di forme, pur sempre conservando, nel rapporto causale che lega le parti, gli elementi distintivi comuni a tale tipologia contrattuale. Nello specifico, il “leasing finanziario” è caratterizzato dalla “trilateralità” del rapporto contrattuale. Il concedente, ovvero l’impresa di leasing, si frappone tra fornitore del bene e suo utilizzatore; acquista o fa costruire dal produttore il bene, mobile o immobile, scelto dall’utilizzatore e, restandone proprietario, lo concede in godimento all’utilizzatore, che assume su di sé tutti i rischi e i benefici connessi con la proprietà del bene. A ogni modo, anche nella variante del leasing finanziario in pool, le parti che intervengono nel contratto restano individuabili nel concedente (pool delle società di leasing), nel fornitore del bene e nell’utilizzatore. Nella fattispecie prospettata dall’istante, si faceva presente come fosse stipulato un unico contratto di locazione finanziaria nei confronti dell’utilizzatore e come le banche, o gli enti di intermediazione creditizia, assumessero unitariamente la parte contrattuale di “concedente”. Per quanto concerne il relativo trattamento tributario, tutti i contratti di locazione, anche finanziaria, e di affitto, aventi a oggetto immobili strumentali, siano essi esenti ai fini Iva ovvero assoggettati all’imposta, scontano l’obbligo di registrazione in termine fisso, con imposta di registro proporzionale, nella misura prevista dall’articolo 5 della tariffa, parte prima, allegata al Dpr 131/1986.

Federconsumatori: crisi mutui non sufficiente L&rsquo

 Emissione di montagne di nuova carta, come i bond perpetui seppur garantiti dallo stato, per contrastare la crisi delle RSQO; economia di carta. anche L’ annunciato piano da 80 miliardi di euro; una finzione. Dopo un deludentissimo G20 che non ha deciso nulla in merito ad una struttura sopranazionale per le verifiche, controlli e sanzioni del sistema finanziario, augurandoci che ciò derivi dall’assenza del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America su cui puntiamo con fiducia, ecco il roboante annuncio del Governo di un piano da 80 miliardi di euro (ma non è stata approvata una finanziaria alla Camera, in discussione al Senato, che non contiene alcuna misura tangibile per affrontare la gravissima crisi economica redatta qualche giorno fa dal “preveggente” ministro dell’Economia, oltre ad avere un velo di mistero, rappresenta una partita di giro per risorse economiche o già impegnate, come i 40 miliardi dei fondi europei ed i 16 miliardi del Cipe, o del tutto teoriche, come i 10 miliardi delle autostrade.
Mentre tra fine 2008 ed il 2009 andranno a scadenza obbligazioni bancarie per un controvalore di 200 miliardi di euro,che dovranno essere rinnovate, il Governo annuncia l’emissione di ulteriori bond “perpetui”, i “Tremonti Bond”, come risposta di “carta” alla gravissima crisi prodotta dall’economia di carta ed alle piramidi finanziarie rappresentate dai prodotti derivati fuori controllo.

Toscana: affitto sostenibile contro il disagio abitativo

 Baronti: «Avremo 116 alloggi in più grazie ad un accordo fra Regione e Cet». Case in affitto a canone “regolato”. Si tratta di misure straordinarie concordate fra la Regione Toscana, la Conferenza Episcopale e l’Arciconfraternita delle Misericordie di Pistoia. L’intervento, deciso da una delibera della giunta regionale su proposta dell’assessore alla casa Eugenio Baronti, dà concreta attuazione ad un precedente protocollo d’intesa siglato dal presidente della Regione, Claudio Martini e dal Cardinale Antonelli. Oggi, dopo che la Conferenza Episcopale Toscana ha trasmesso alla Regione l’elenco degli immobili di sua proprietà che possono essere recuperati ed adibiti ad alloggi, o le aree dove ne possono essere costruiti di nuovi, da destinare alla riduzione del disagio abitativo, la Regione ha stanziato il proprio contributo. Si tratta in totale di 4 milioni e 395 mila 954 euro che permetteranno di recuperare o costruire 116 alloggi per un valore di 11 milioni 187 mila euro. La quota coperta grazie al contributo in conto capitale della Regione sarà pari al 35% del costo dell’intervento se gli alloggi saranno concessi in locazione per un periodo complessivo non inferiore a 25 anni (53 interventi) , che salirà al 45% se gli edifici (63 interventi) verranno destinati in maniera permanente all’affitto a canone “regolato”.

Sicet: bisogna cambiare la legge sugli affitti delle case popolari

 Mentre le ALER decidono di recuperare gli aumenti arretrati del 1° trimestre 2008 e si preparano ad applicare il 2° scaglione d’aumento dell’affitto a gennaio 2009, con anche l’aggiornamento del canone per la variazione del costo vita, le regioni cosa vogliono fare? Mentre i Comuni, in ritardo nell’applicazione della legge regionale, dal 1° gennaio 2009 chiederanno agli inquilini di pagare l’arretrato 2008, più il 2° scaglione d’aumento.

C’era l’impegno dell’Assessore di portare entro l’estate in Consiglio Regionale un provvedimento di
modifiche e correzioni alla legge sui canoni, ma fino ad ora non è stato fatto. La correzione di alcuni criteri di calcolo dell’affitto e delle percentuali utilizzate per stabilire la sopportabilità del canone in rapporto alla condizione economica del nucleo familiare. La possibilità, attraverso intese locali fra sindacato, comuni e ALER, di diminuire gli affitti in rapporto al degrado degli alloggi, alla qualità abitativa e del quartiere, ai costi reali di costruzione dell’edilizia popolare.

Edilizia scolastica investimenti della provincia di Torino

 La Giunta ha approvato 26 progetti esecutivi relativi ad interventi mirati a migliorare la qualità e la sicurezza di altrettanti edifici scolastici di competenza provinciale con sede a Torino e provincia. Undici interventi sono cofinanziati dalla Regione Piemonte e fanno parte del Piano della Sicurezza approvato nel 2007, che prevede il cofinanziamento statale e regionale di 47 interventi in tre anni (2007-2009) volti alla messa in sicurezza degli edifici scolastici. I lavori in questione consistono in ripristini delle facciate, interventi di adeguamento degli impianti elettrici ed elevatori, rimozione di amianto, rifacimento di pavimentazioni e di servizi igienici, messa in sicurezza sismica. L’importo investito dalla Provincia per tali interventi ammonta a circa 2.300.000 euro. La Regione e lo Stato cofinanziano i medesimi interventi con all’incirca ulteriori 4.700.000 euro per un importo di oltre 7.000.000 euro complessivi. Altri tre progetti compresi per l’anno 2008 nel Piano della sicurezza verranno approvati entro la fine dell’anno.

Expo 2015: progetto di riqualificazione del sistema delle cascine lombarde per la ricezione di delegazioni di alto livello

 Il progetto di riqualificazione delle cascine lombarde, una risposta alla domanda di ricettività in vista dell’Expo 2015, è indirizzato ai proprietari di cascine da ristrutturare nell’area metropolitana lombarda e limitrofe che vogliano consorziarsi per accedere ai finanziamenti previsti. Pensato per chi vuole recuperare le cascine non più utilizzate per l’agricoltura, il progetto si propone di affiancare il proprietario della cascina attuando un piano di riqualificazione del territorio che garantisca il recupero e messa a sistema di edifici storici, terreni e pertinenze. Il progetto si propone di essere una valida alternativa, economicamente percorribile, per l’ospitalità di delegazioni (operatori, espositori ecc.) presenti per lunghi soggiorni durante l’Expo, in alternativa a ospitalità in albergo. Il progetto garantisce la continuità al termine dell’Expo degli insediamenti abitativi, residenziali o turistici; eventualmente permettendo la fruibilità da parte del pubblico di alcuni interventi. La redditività odierna non permette una ristrutturazione e la conseguente trasformazione del bene.

Convegno Fiaip. Piano casa e mercato immobiliare

 Quali sono i nuovi strumenti per il rilancio del mercato immobiliare in Italia? Cosa dovrebbero fare i membri di governo e le forze parlamentari per sostenere un settore i cui segni di recessione si stanno abbattendo su migliaia di posti di lavoro nel real estate? Come si può supportare oggi chi vuole comprare casa e realizzare il “sogno di una vita”? Per affrontare il tema, l’intergruppo parlamentare sul mercato immobiliare (OPMI) presieduto dall’On. Maurizio Lupi (Vicepresidente della Camera dei Deputati), composto da oltre 100 tra deputati e senatori, promuove il prossimo 11 novembre a Roma allo Spazio Etoile, un primo convegno nazionale con il supporto di Fiaip e il contributo scientifico di Tecnoborsa che intende analizzare e approfondire tramite un confronto con membri di governo e d’opposizione, rappresentanti di associazioni di categoria e del mondo bancario, lo scenario davvero complicato che si prospetta nel settore immobiliare e rilanciare nuove proposte legislative condivise.
Nel corso del Convegno verranno presentati, a cura dell’Ufficio Studi Fiaip, i dati relativi al mercato immobiliare urbano 2008 – Osservatorio Immobiliare Urbano Fiaip e saranno illustrate le previsioni per il primo semestre 2009. Il Professore Ignazio Drudi, direttore del Dipartimento di Statistica dell’Università di Bologna illustrerà le metodologie di rilevazione dell’Osservatorio Fiaip, mentre Luciano Passuti, dell’Ufficio Studi Fiaip, l’andamento del mercato immobiliare 2008 e le previsioni per il 2009.

Regione Lazio: investe 38 milioni di euro per il rifacimento tetti case Ater

 Al via i cantieri per il rifacimento di 184 tetti su altrettanti stabili di proprietà dell’Ater del Comune di Roma grazie ad un finanziamento di 38 milioni di euro erogato dalla Regione Lazio. I lavori dovrebbero essere completati nell’arco di 7 mesi e riguarderanno sei diversi lotti. Oggi l’apertura dei cantieri negli stabili di Tor Bella Monaca, Torre Gaia, La Rustica, Quarticciolo e Tor de Schiavi. Ad inaugurare oggi l’apertura dei lavori erano presenti il presidente dell’Ater Luca Petrucci, l’assessore alla Casa della Regione Lazio Mario Di Carlo ed il presidente del Municipio VI Giammarco Palmieri. Entro la fine dell’anno i cantieri partiranno anche negli stabili situati nei quartieri di Serpentara, Primavalle, Tufello, San Basilio, Casal Bertone, Rebibbia, Tiburtino III, Laurentino, Spinaceto, Tor de Cenci Garbatella, Corviale e ad Ostia. Gli interventi consisteranno principalmente nella rimozione delle guaine impermeabilizzanti poste sui tetti, che in molti casi sono degradate a causa di danni legati agli agenti atmosferici o semplicemente invecchiate. L’intervento sui tetti riguarderà anche la sistemazione di lastre di marmo pericolanti e l’installazione di antenne televisive centralizzate per ciascuno stabile.

Sicet: piano casa del governo

 Il cambio di segno nell’andamento del mercato edilizio per lo sgonfiamento della bolla sugli immobili e la prospettiva di una “crisi di rendita” incombente – più che la perdurante crisi abitativa che colpisce la domanda – hanno indotto il Governo a varare nell’ambito del decreto sulla manovra finanziaria 2009 un piano casa 1 con le fattezze che di seguito esamineremo. Il “piano Berlusconi-Tremonti” (d’ora in poi solo il Piano) soppianta il piano casa del precedente governo, sia perché ne assorbe le risorse, sia perché avanza la pretesa di realizzare un cambiamento conclusivo delle strategie d’intervento fin qui perseguite dallo stato in materia di politiche pubbliche per la casa, con il coinvolgimento di nuovi attori e l’impiego di nuovi modelli di finanziamento e di governance dell’intervento di welfare nel settore dell’edilizia abitativa. La nostra ipotesi interpretativa è che il cambiamento ordinamentale in corso miri ad una ristrutturazione del comparto e dell’intervento pubblico verso schemi e stili di welfare abitativo organici ad un modello di «stato sociale minimo».

Federconsumatori: mutui a tasso variabile, e euribor

 Mutui a tasso variabile. Basta con euribor, tasso privato definiti da banchieri ed indipendenti dalla politica di BCE! Si sostituisca con tasso istituzionale. In Italia il tasso medio sui muti (5,86 %) supera di oltre mezzo punto quello medio europeo (5,31 %). La differenza tra il tasso di riferimento BCE, sceso al 3,25% ed il tasso Euribor trimestrale (al quale sono legati la maggior parte dei mutui indicizzati), oggi definito al 4,474 per cento, è diventata intollerabile presentando un differenziale dell’ 1,28 per cento (128 punti base) dopo che per anni è stato di circa un quarto di punto (0,25%) e nell’ultimo anno di circa 1 punto: una indebita appropriazione a danno di 3,2 milioni di famiglie indebitate a tasso variabile, specie in Italia, dove il tasso medio sui mutui, pari al 5,86 %, supera di 55 punti base il tasso medio europeo pari a 5,31 %, (dati di luglio 2008, ultimi forniti da BCE – Bollettino 10/2008). Qualora i tassi indicizzati fossero stati agganciati al tasso BCE invece che all’Euribor, moltissime famiglie, indotte ad indebitarsi a tasso variabile per precise responsabilità delle banche italiane le quali, sapendo degli imminenti rialzi dei tassi negli anni 2004-2005, non concedevano affatto tassi fissi o li sconsigliavano caldamente, secondo la teoria che si può guadagnare dai debiti, avrebbero potuto risparmiare in media 4.800 euro negli ultimi 4 anni, evitando di essere strozzati da tassi ulteriormente maggiorati in Italia. Ecco quale sarebbe l’andamento delle rate di un mutuo a tasso variabile se il tasso applicato riuscisse a scontare l’abbattimento di un punto (nell’esempio, dal 6,60 al 5,60 per cento) deciso da BCE nelle ultime sedute.