Quello della morosità locatizia sta diventando un problema esteso quasi quanto quello degli sfratti per finita locazione, che avevano intasato le Preture negli anni 80 e nei primi anni 90.
Allora vigeva ancora l’equo canone ed i proprietari volevano liberare i loro immobili al fine di realizzare con la vendita o al fine di concederli in locazione a condizioni economiche più vantaggiose; a quei tempi i canoni, anche quando (illegalmente) concordati tra le parti, erano molto più contenuti di quanto lo siano, legalmente, oggi, sia per la minore pressione fiscale sulla casa, che in ragione delle minori spese indotte dal condominio (pensiamo alle normative sulla sicurezza e alla stretta fiscale sulle imprese) ma anche per il fatto che, attualmente, chi concede l’immobile in locazione si trova, molte volte, in condizioni economiche non floride, per cui necessita di quell’entrata supplementare per rendere sufficiente una pensione che non lo è o per pagare un mutuo che altrimenti non potrebbe pagare, per cui i prezzi, paradossalmente, lievitano con l’aumentare della povertà.