Mutui e prestiti: si allarga di nuovo la forbice tra i tassi italiani e quelli UE

 Adusbef: GLI SFORTUNATI MUTUATARI ITALIANI, GRATI A BANKITALIA, COSTRETTI A PAGARE 22.000 EURO IN PIU’ SU UN MUTUO TRENTENNALE DI 100.000 EURO.

Il sistema bancario italiano protetto da Bankitalia,per questo arrogante ed inefficiente, continua a far pagare il costo del denaro, specie sui mutui, oltre 1 punto in più della media delle banche UE, maggiorando anche i tassi sul credito al consumo. Secondo gli ultimi dati di Bankitalia e BCE infatti (Bollettino del settembre 2007), la media dei tassi sui mutui praticati in Italia dalle banche è del 5,96%,contro una media UE del 4,90%,con un differenziale di 1,06 punti; la media del credito al consumo praticato in Italia è del 7,98%,contro il 6,77% della media UE (+1,21%).

Previsione Casa 2008: E’ormai piena emergenza, sia per chi sta in affitto sia per chi deve acquistarla

Continuano a lievitare i costi di mantenimento. Diventa ineludibile la necessità di un intervento sia sul versante di un serio piano di investimenti in edilizia residenziale, che su quello fiscale attraverso manovre di riduzione dell’ICI, che su quello della tassazione sugli utili di affitto, portandola ad una percentuale secca del 20%. Sono interventi funzionali ad un riequilibrio della domanda e dell’offerta di mercato e per una piu’ efficace emersione dal nero, oltre ad una funzione di calmieramento degli affitti stessi. Infatti il costo complessivo mensile di un appartamento in affitto o di proprietà, piu’ i costi di mantenimento, raggiunge la considerevole cifra di Euro 1501,50 (per l’appartamento in affitto) e di Euro 1010,50 ( per l’appartamento di proprietà).

La condizione abitativa in Italia: Le strategie di intervento

 Rapporto Nomisma
Il quadro delle attività da pianificare e realizzare è, anche in considerazione delle diverse forme di disagio abitativo, complesso ed articolato e richiede un intervento unitario ed integrato. Allo stesso tempo è necessario attivare in tempi molto brevi un flusso di risorse finanziarie dedicate alle politiche abitative, aggiuntivo rispetto alle diverse voci di bilancio già attive o ad esse incrementali, funzionali alla tutela di chi non è o non è più nelle condizioni di di sostenere le spese per l’abitazione, di chi sta per essere allontanato dalla propria casa e di coloro i quali al diritto ad una casa non riescono ad accedere. Le linee guida di natura strategica sono state individuate nel corso dei lavori del Tavolo di concertazione generale sulle politiche abitative, convocato in adempimento alla Legge 9 dell’8 febbraio 2007 dal Ministero delle infrastrutture, mostrano come la migliore politica consista in una pluralità coordinata di azioni mirate.

Ilario Toscano: “Il mio parere sulla bolla immobiliare”

 Il Presidente e fondatore del Gruppo Toscano esprime, sul Blog ufficiale, il suo parere sulla situazione del mercato immobiliare.

“Come intermediari immobiliari non abbiamo alcun interesse nel fatto che i prezzi siano alti o bassi, ma essi siano espressione di un giusto equilibrio tra domanda e offerta. In caso contrario, l’immobile rimarrebbe invenduto e la professione dell’agente immobiliare risulterebbe improduttiva. Come consulenti immobiliari pertanto monitoriamo costantemente il mercato, affinché si possa consigliare al cliente proprietario dell’immobile il giusto prezzo di vendita. È vero del resto che il mercato immobiliare è soggetto a ciclicità, ma al momento non percepiamo i presupposti affinché si possa parlare di crisi o di bolla immobiliare.”

Affitto o proprietà, cosa ne pensano gli italiani? L’esigenza di sicurezza

L’indagine Nomisma-ISPO, realizzata nel luglio 2007, registra pari al 14% la quota di popolazione italiana che dichiara di risiedere in un’abitazione in locazione. La maggioranza della popolazione afferma, invece, di vivere in una casa di proprietà (80%). E il restante 6% in un’abitazione ad uso gratuito. Il titolo di godimento dell’abitazione appare legato, oltre che a variabili demografiche, anche a elementi socio-economici, come, ad esempio, la classe sociale di appartenenza o l’ampiezza della famiglia. Il fatto di vivere da soli aumenta la probabilità di risiedere in affitto (33%).

Comune di Milano. Approvato in Giunta il piano di valorizzazione del patrimonio immobiliare. Verga: “Nuove risorse per i bisogni della città”

 Trovare nuove risorse da un patrimonio non ancora valorizzato, per rispondere sempre di più e sempre meglio ai bisogni socialmente più rilevanti della città. E’ questo il contenuto e l’obiettivo del Piano di Valorizzazione del Patrimonio Immobiliare del Comune di Milano approvato oggi dalla Giunta su proposta dell’assessore alla Casa Gianni Verga.

Il Piano, che rappresenta una delle leve strategiche del Piano Generale di Sviluppo, nasce dalla collaborazione tra l’Assessorato, le strutture dell’Amministrazione comunale e la Cassa Depositi e Prestiti con la quale Palazzo Marino ha sottoscritto un Protocollo d’intesa lo scorso giugno.

Maggiore trasparenza nelle compravendite immobiliari

 I vantaggi del sistema e i rischi connessi a una dissimulazione del corrispettivo pagato

Fino all’entrata in vigore della legge 266/2005 (Finanziaria per il 2006), ai fini delle imposte di registro, ipotecaria e catastale, la base imponibile, per i trasferimenti di fabbricati, si identificava nel valore venale in comune commercio ed era preclusa agli uffici la rettifica del valore qualora lo stesso fosse stato dichiarato in misura non inferiore al valore catastale rivalutato, determinato sulla base di specifici coefficienti moltiplicativi di cui all’articolo 52, commi 4-5 del Dpr 131/1986.

CASA. Crisi mutui: per Confedilizia bisogna rilanciare l’affitto

 “Negli Stati Uniti, in 10 anni almeno cinque milioni di famiglie che vivevano in affitto sono diventate proprietarie. Ma per molte, i mutui si sono rivelati insostenibili. Alcune, sono già tornate in affitto e la gran parte delle stesse corre il relativo rischio. Anche in Italia, la crisi mutui si risolve (e si previene) in un modo solo: rilanciando l’affitto”. E’ quanto ha dichiarato l Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani in merito alla crisi mutui.

Rapporto Nomisma: La condizione abitativa in Italia

 IL CONTESTO DI RIFERIMENTO
L’indagine sulla condizione abitativa in Italia, sui fattori di disagio e sulle strategie di intervento, commissionata a Nomisma dal Ministero delle Infrastrutture, Direzione Generale per l’Edilizia Residenziale e le Politiche Urbane e Abitative, in occasione della Conferenza Nazionale sulle Politiche Abitative ha come obiettivo la quantificazione della dimensione reale dei fenomeni di disagio abitativo delle famiglie.

L’entità del disagio, definito come la condizione di privazione o sofferenza di chi è privo dei mezzi economici necessari per soddisfare i bisogni minimi di servizi abitativi, può essere, con qualche margine di approssimazione, dedotta dai dati sulla situazione economica di individui e famiglie. Il disagio abitativo assume una duplice connotazione: da un lato quello identificato da un rapporto di grandezze economiche – al suo interno ci sono casi sempre più numerosi afferenti a differenti categorie sociali che si trovano nella impossibilità ad accedere al bene casa (giovani coppie, giovani soli, lavoratori, migranti, famiglie numerose, anziani, sfrattati, studenti universitari fuori sede) e, altre situazioni, per le quali cresce sempre più l’onerosità del costo della casa in rapporto al reddito e alla ricchezza – dall’altro la insufficiente qualità degli attributi intrinseci dell’abitazione, come la superficie pro capite, lo stato di manutenzione o la dotazione di impianti di vario tipo, per non parlare del disagio di chi è costretto a vivere in ricoveri di fortuna (è un fenomeno, nuovo per l’Italia, quello delle bidonville).

Mutui. Adusbef:”Non bastano le rassicurazioni ABI per escludere un rischio di insolvenza per migliaia di famiglie indibitate a tasso variabile”

 Non bastano le rassicurazioni dell’Abi per escludere un rischio di insolvenza per migliaia di famiglie, indebitate al 91% a tasso variabile per prestiti di lunga durata per esclusiva responsabilità delle banche, che ancora oggi difendono una posizione sbagliata,affermando che chi ha contratto mutui indicizzati, quando i tassi fissi erano al minimo storico e pari al 3,60 % nel 2003, avrebbero guadagnato e non perso (non solo in termini economici).

Mutui: Italiani penalizzati rispetto ai consumatori europei

 Non c’era bisogno del rapporto dell’Abi per certificare l’aumento del costo del denaro in Italia, aumentato ad agosto ai massimi degli ultimi cinque anni,con tassi applicati dalle banche per i prestiti alle famiglie per l’acquisto della casa volati al 5,63% come media mensile, oltre un punto percentuale superiore ad agosto 2006 quando era stato del 4,57%,mentre dopo l’11 settembre i tassi avevano iniziato a scendere, toccando il minimo a luglio 2003 al 3,58%.

Piuttosto l’Abi spieghi perché dal luglio 2003, con tassi minimi irripetibili e con indicatori unanimi al rialzo del costo del denaro, siano stati erogati mutui a tassi variabili in maggioranza, ossia al 91 % della clientela,invece di irripetibili tassi fissi erogati al 9% e solo dietro insistenza dei richiedenti,ossia a circa 300.00 famiglie,contro 3,2 milioni che fanno fatica a pagare el rate e sono a rischio insolvenza.