Barbiano di Belgiojoso, grande esperto di progettazione architettonica urbana: “Conservare il più possibile il volto delle città”. Concorda il Presidente di Assoedilizia e Vice Presidente di Confedilizia Achille Colombo Clerici per il quale i “luoghi” garantiscono l’ identità, le radici degli abitanti
Alberico Barbiano di Belgiojoso guarda con diffidenza i grandi progetti urbanistici che cambiano il volto di interi quartieri: meglio conservare il più possibile, riqualificando per le nuove esigenze e abbattendo solo dove è necessario, osserva nel corso della lezione aperta, seconda di un ciclo, che svolge al Politecnico di Milano e che ha come titolo Progetto Milano. Purtroppo spesso i grandi progetti vengono imposti alle pubbliche amministrazioni da operatori forti, troppo forti.
Le convinzioni di Belgiojoso poggiano su solide fondamenta: docenza di progettazione architettonica urbana, componente dello Studio BBPR noto in tutto il mondo, profondo umanista e, non ultima per importanza, l’ antica famiglia del patriziato lombardo che vuol dire secolare appartenenza al territorio. Il simbolo, a Milano, è la Torre Velasca, piuttosto lontana concettualmente dai grattacieli più o meno storti che taluni archistar stanno infliggendo alla metropoli.
Sulla città, alla vigilia di Expo 2015, sta elaborando una proposta di strategie e progetti, costruita nel Laboratorio didattico, laurea specialistica, del Politecnico, con contributi di esperti e discussione con il pubblico. E subito tocca il nocciolo del problema: “In Italia diamo più importanza al soggetto progettista che all’ oggetto da costruire, come invece fanno gli anglosassoni”. Per essere ancora più chiari, il nome dell’ archistar fa aggio sulla validità del progetto.
Per Belgiojoso la città è un sistema complesso di caratteri urbani fatti di gente, di attività, di paesaggi: e per redigere un progetto di intervento su questo corpo vivo abbina ricerche sociologiche, pareri di cittadini e di esperti, opinioni di associazioni – ad esempio Assoedilizia, cita, è per la difesa dell’ esistente, per i valori che rappresenta, l’ immagine collettiva, la testimonianza del passato -, articoli di giornale, analisi di pubblicazioni, ragionando più per strategie che per progetti. Solo dopo propone una decisione: più parcheggi oppure più residenziale, oppure verde, o servizi, o piste ciclabili, o luoghi di cultura.
Per ogni città italiana, in competizione per attrattività con altre città del mondo, la conservazione può essere un forte elemento di marketing: quale turista non va alla ricerca dei quartieri tipici? E non si può accettare che il vertiginoso aumento dei prezzi e degli affitti – come è avvenuto a Milano nel quadrilatero della moda e, prima, a Brera – porti all’ espulsione di quelle botteghe e di quelle attività che sono la vita dei quartieri; o che li renda deserti alle 5 di sera quando chiudono banche e sedi di rappresentanza.
Ma Belgiojoso cosa propone per Milano? Con una sintesi che certamente fa torto all’ accuratezza dei progetti ma che permette di avere una vista d’ insieme di alcuni di essi: la riqualificazione dell’ area romana di via Brisa, del Circo e del Palazzo imperiale; di San Satiro (già nell’ anteguerra servito da un’ isola pedonale) e di piazza Diaz; le piazze Affari, Missori, Cavour; nuovi spazi attorno agli edifici neoclassici (ex Dazi ed altri) lungo la cintura dei Bastioni; il mantenimento integrale della fascia Berruto / Pavia – Masera, cioè di tutti quegli edifici sorti ad est dei Bastioni; la cintura ferroviaria, le cui arcate dovrebbero essere riaperte come nel progetto originario; le arcate della Stazione Centrale, protette in questo caso da materiale trasparente, potrebbero ospitare negozi e attività, mentre nei sottopassi veicolari si garantirebbero i polmoni dei pedoni con passaggi protetti; teatri e Museo della città, verde e residenziale negli spazi di Scalo Farini. Altra area di ampi interventi quella di Comasina, ex Paolo Pini, Bruzzano vecchia e nuova, carente di scuole, negozi, attività culturali e sportive e dove le piazze spesso sono luoghi di spaccio. Infine, riqualificare le strade radiali con verde e piste ciclabili.
Al Progetto Milano collaborano le architette Priscilla Braccesi, Margherita Lancellotti, Francesca Pozzoli, Milena Isnenghi, Isabella Steffan.
Benito Sicchiero
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