Il mondo del real estate sta vivendo, da oltre un anno, una situazione di difficoltà e di contrazione dei prezzi. Una crisi nazionale dovuta ad alcuni fattori oggettivi, fra i quali un fisiologico calo dei valori dopo che in Italia, da Nord a Sud, dal 1997 al 2007, si sono registrati aumenti a due cifre, oltre ad una crisi economica internazionale senza precedenti
Gli analisti ed economisti di tutto il mondo ritengono tale recessione la peggiore in assoluto dal lontano crollo delle borse nel 1929. Una crisi scoppiata nell’ autunno 2008, con la dichiarazione di default della banca d’ affare Lehman Brothers e, in pochi mesi, allargatasi a macchia d’ olio in tutti i mercati finanziari e / o azionari.
Tale crisi economica internazionale ha innescato una serie di eventi a catena che hanno determinato una rigidità del sistema bancario a concedere prestiti e mutui. Questa situazione ha aggravato il bilancio del comparto casa che, considerato nel suo insieme, arriva a muovere il 20% del Prodotto Interno Lordo nazionale.
Il settore immobiliare, in effetti, ha sofferto parecchio questa politica bancaria: molte agenzie immobiliari hanno chiuso e tanti costruttori hanno avuto difficoltà economiche.
A tale proposito le parole pronunciate dal Governatore della Banca d’ Italia Mario Draghi (fra le sue cariche, presiede il Financial Stability Board), il quale, pochi giorni fa, da Basilea, ha sottolineato come “le banche dovrebbero tenere in considerazione la fragilità della ripresa economica quando si assumono nuovi rischi”.
“Tuttavia – ha continuato il Governatore – gran parte del miglioramento è dovuto a misure fiscali e monetarie straordinarie in riferimento ai miliardi di dollari dei contribuenti, utilizzati per sostenere le banche e il sistema finanziario durante la peggiore crisi dalla Grande Depressione. Le banche sono in grado di raccogliere capitale e le loro condizioni di liquidità, finanziamento e redditività sono migliorate significativamente”.
Sulla medesima lunghezza d’ onda del Governatore Draghi i risultati di una nostra indagine telefonica, condotta a campione presso alcune agenzie immobiliari e di mediazione del credito di Milano e Provincia, secondo le quali, la percentuale di clienti che, negli ultimi quattro / sei mesi sono riusciti a ottenere un mutuo, è in crescita, sebbene il finanziamento sia ancora troppo complicato per piccoli imprenditori, liberi professionisti e giovani lavoratori a progetto.
Crisi del sistema bancario significa meno soldi erogati, meno consumi, calo del PIL e problemi economici per tutti gli italiani (anche la politica nostrana, in tali circostanze, è obbligata a fare la propria parte prendendo decisioni a tutela dei propri cittadini, sebbene, proprio a causa delle difficoltà economiche dei cittadini, disponga di meno entrate).
Se si chiede a un under 30 un parere sulla crisi (e sulla possibilità di acquistare casa nei futuri dodici mesi), il giovane intervistato delinea una situazione drammatica, sia dal punto di vista lavorativo che umano, con impossibilità economica di staccarsi dalla famiglia d’ origine.
Tale modus vivendi è stato ben evidenziato alcuni anni fa – prima della crisi – nel libro Generazione 1000 euro , che è diventato in pochi mesi un caso editoriale.
Qualora, invece, la medesima domanda venisse posta ad una persona over 70 – ed è questo un interessante paradosso – cioè agli anziani che hanno vissuto sulla propria pelle la guerra, la miseria e la ricostruzione post bellica, questi sostengono, al contrario, che, pur nelle difficoltà contingenti, oggi si vive nel lusso, come verrebbe evidenziato dal numero di autovetture che circolano sulle autostrade italiane in occasione dei ponti e delle ferie estive e dalle frequentazioni di ristoranti, discoteche e luoghi del divertimento in genere (solo gli abbonati a Sky sono 4,8 milioni al 30 settembre 2009, secondo i dati riportati sul sito dell’ azienda presieduta dal magnate Murdoch).
In tutto questo scenario, i giovani italiani non riescono a comprare casa nelle grandi città (hanno sempre più spesso difficoltà anche ad andare in locazione e sono costretti a dividere fra più persone un appartamento) e si limitano a valutare solo lavori adeguati al loro curriculum e alla loro laurea, mentre gli extra comunitari che hanno più fame di lavoro e meno esigenze di qualità professionale vengono assunti a tempo indeterminato per lavori di fatica che prevedono turni di notte e, proprio e solo per questo, hanno avuto negli ultimi anni un migliore accesso al credito e al finanziamento.
Occorre, pertanto, una inversione di rotta. È necessario che i giovani italiani inizino a valutare lavori e professioni (oggi quasi appannaggio solo degli extra comunitari) che gli garantiscano un posto a tempo indeterminato (gli ospedali cercano, da anni, infermieri: al momento, oltre l’ 80% dei frequentatori delle scuole ad hoc sono stranieri che sovente hanno difficoltà linguistiche ad esprimersi in italiano), altrimenti c’ è il rischio concreto che il giovane, con l’ illusione di trovare un impiego in banca o vinca un concorso statale, resti precario a vita, contribuendo, così, di fatto, ad allargare la forbice e il divario fra ricchi e poveri e impoverendo il sistema Italia.
Anna Sara Balloni – Kevin John Carones
Claudio 19 Marzo 2010 il 15:17
NO NON SONO D’ACCORDO !!!
Che ci siano alcuni giovani che siano un po’ troppo legati al pezzo di carta, ed al lavoro molto professionale, questo e’ vero! Ma ci sono molti altri Italiani, anche non piu’ giovani che si adattano a lavori piu’ umili.Nonostante cio’ non vengono assunti. Anche in banca si cercano persone straniere. Il motivo ? gli stranieri costano meno!!!!
Ma attenzione in generale gli stranieri non comperano casa in Italia, ma risparmiano molto per investire nel proprio paese. Quindi alla fine e’ il nostro paese che si sta’ impoverendo.