Si ferma anche l’ edilizia nella Provincia di Lucca. In sei mesi, dal primo semestre alla fine del 2008, le imprese edili perdono per strada quasi il 14% di fatturato (-13,6) contro l’ 8,5 regionale. È il secondo dato peggiore in Toscana (peggio ha fatto solo Prato con il 16,5%). Se solo sei mesi fa il comparto delle costruzioni (assieme alla cantieristica nautica che perde il 5,2%) era l’ unico a tenere alto l’ umore dell’ artigianato (aveva chiuso il primo semestre del 2008 con un +1%), sei mesi dopo il quadro è completamente stravolto.
La gravissima congiuntura internazionale, la forte contrazione degli investimenti e la grande incertezza sul futuro (negativissime le previsioni per il 2009 e la fiducia delle imprese) si stanno ripercuotendo su voci estremamente importanti per il motore economico provinciale.
Situazione allo stallo: ferma la costruzione di nuovi edifici (-11,6%), in attesa i lavori di completamento che avevano determinato valori positivi nella prima porzione (bioedilizia, energie rinnovabili ecc…) trascinandosi dietro comparti strategici come impiantistica (-11,2%) e lapideo (-6,7%) ed in generale tutto l’ indotto legato alle costruzioni. In sostanza si è fermata l’ edilizia, sia nuova che vecchia. Non ci costruisce più e non si ristruttura più.
A lanciare l’ allarme è Cna Lucca, che ora teme una nuova ondata di lavoratori in nero e di abusivi; aziende fantasma che non rispettano le regole e attuano prezzi fuori mercato risparmiando su sicurezza e qualità e danneggiando chi invece le regole le rispetta, e paga i contributi. L’ analisi dei dati dell’ Osservatorio Regionale dell’ Artigianato è impietosa ed è riassunta tutta nella prima pagina del rapporto: “È il peggior bilancio di sempre per l’ artigianato toscano (-6,9%)”.
“Rischiano di saltare le regole del mercato – analizza Antonella Gabbriellini, Presidente Provinciale degli Edili – la situazione è davvero delicata. La grave crisi sta vanificando il grande lavoro di sensibilizzazione al rispetto delle regole e della sicurezza messa in campo in questi anni. Quando non c’ è lavoro, per accaparrarselo si abbassano i prezzi e si risparmia su tutto. Dall’ altro lato, chi deve fare piccoli lavori di ristrutturazione e piccoli interventi, e mi riferisco al committente, si affida purtroppo in tempi di crisi a chi garantisce maggiore risparmio a discapito di tutta una serie di parametri che non valgono in queste condizioni. C’ è la corsa al risparmio ma così si fa male al mercato”.
Nei prossimi mesi, secondo Cna, ci sarà un boom di lavoratori in nero e abusivi. Ma anche delle partite Iva, e quindi imprese con imprenditore – dipendente, già in crescita nel 2008. “Paradossalmente – analizza la Gabbriellini – sono nate più imprese di quante ne sono morte ed in un periodo di crisi ha un significato diverso. Ogni singola partita Iva aperta rappresenta un lavoratore che prima era impiegato per un’ impresa strutturata, oppure che è stato costretto ad aprire partita Iva per lavorare. C’ è una frammentazione delle imprese con un conseguente impoverimento della professionalità, un abbassamento degli standard qualitativi e della sicurezza. Rischiamo di aver più imprese di quante ne servano. Una sorta di overdose di manodopera”.
Nere anche le previsioni per il 2009. Ed è importante, in un quadro di insieme, poter guardare al domani con un minimo di ottimismo. Purtroppo manca. Il dato sulla fiducia, secondo l’ Osservatorio, è in caduta libera. “La sfiducia degli artigiani non è legata alla propria impresa, e al proprio prodotto ma alla consapevolezza – analizza Da Prato – di non poter cambiare da soli, con le proprie forze, il destino della propria impresa. Il mercato in questo momento è vissuto quasi passivamente, come una variabile indipendente dalle loro potenzialità, perché sanno, e sappiamo che non possiamo fare niente”. Le speranze di una ripresa, almeno per l’ edilizia, arrivano ora dal piano casa. Non è la soluzione a tutti i mali ma è sicuramente un intervento concreto.
“Il piano sugli immobili può essere una occasione di rilancio preziosa per il settore edile – spiega Ugo Da Prato, Presidente Provinciale Cna – La possibilità di ampliamenti di cubatura può rappresentare una opportunità importante di rilancio dell’ attività edilizia, specie per la riqualificazione delle aree urbane periferiche. Tuttavia – prosegue Da Prato – per evitare che la misura si traduca in un assalto al territorio dovrebbe essere legato ad interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, e prevedere procedure integrate con l’ agevolazione fiscale del 55% sul risparmio energetico. Saranno certo da chiarire gli aspetti legati alla sostituzione della concessione edilizia con la dichiarazione di inizio attività, ma siamo favorevoli a ogni semplificazione che intervenga in un settore gravato da troppi adempimenti, prestando estrema attenzione a non aprire spazi agli abusi”.