La crisi congiunturale si fa sentire anche sul mercato immobiliare degli uffici. In calo anche gli investimenti nel settore, che risentono della stretta creditizia della ridotta operatività dei fondi stranieri. Nel 2007 il fatturato del mercato immobiliare italiano si stima attorno ai 138,27 miliardi di euro, ammontare leggermente inferiore a quello stimato per il 2006 a seguito della contrazione delle compravendite, fenomeno apparso nell’ultima parte dello scorso anno. La componente degli uffici rappresenta il 2,4% delle transazioni effettuate sul mercato e una quota analoga del valore del mercato nel suo insieme, stesso peso misurato nel 2006. Il mercato immobiliare italiano è infatti dominato dalla componente residenziale, capace di muovere, nel 2007, un giro d’affari superiore ai 123 miliardi di euro, pari all’89,1% dei capitali circolanti sul mercato. Il discorso cambia se si prende in considerazione la componente degli investitori istituzionali del mercato, dove, al contrario, il segmento direzionale continua a rappresentare la destinazione prevalente degli investimenti effettuati nel nostro Paese.
Nei primi sei mesi del 2008,, infatti, il mercato italiano degli investimenti in uffici ha fatto registrare la quota di mercato più consistente con circa il 48% del giro d’affari complessivo, vale a dire 770 milioni di euro (-36% rispetto al primo semestre 2007). Nel primo semestre del 2008 il mercato degli investimenti ha risentito della stretta creditizia e della ridotta operatività dei fondi stranieri con una contrazione dei volumi transatti mentre continua ad esercitare una buona attrattività, nei confronti degli investitori domestici ed internazionali, il segmento degli uffici di qualità. La domanda si è mantenuta stabile nelle principali città e l’offerta di qualità è stata prontamente assorbita. L’offerta risulta essere stabile e i tassi di non occupazione si aggirano sul 7% a Milano e il 6,7% a Roma, cifra che però comprende anche molti spazi inadeguati rispetto alle richieste.
– Nomisma-