Benvenuti nella città che, unica Amministrazione in Italia, è stata premiata dal WWF, perché in ossequio alla legge Berlusconi ha abbattuto Punta Perotti e l’ha trasformata nel più grande prato verde della città. Fu lei ad esprimere questo desiderio e fu lei a trasformarlo in legge. Colgo l’occasione per ricordare ad alcuni dei suoi che nessuno può essere chiamato a risarcire un privato per avere semplicemente obbedito ad una legge. Al massimo può essere lo Stato a rispondere davanti all’Alta Corte di giustizia della conformità ai trattati europei delle sue leggi, ma in nessun caso la città di Bari. Sappia però che considero necessario che il Parlamento dirima una volta per tutte le incertezze interpretative su una legge che prevede la confisca delle aree oggetto di lottizzazione abusiva anche nei casi di concessioni effettivamente rilasciate e di assoluzione degli imputati. La certezza del diritto nell’attività edilizia va ripristinata infatti anche in questo Paese, altrimenti sarà impossibile attrarre sul mercato internazionale i capitali che sono necessari alla trasformazione urbana dei nostri quartieri più degradati. Non basta infatti solo il danaro pubblico.

Neppure quello del Piano Casa del suo Governo, Presidente, che (spero senza volerlo) ha tolto alla città di Bari nove milioni di euro che ci avrebbero consentito oggi di avere cantieri già aperti e 100 appartamenti tra due anni. Non basta neppure ciò che abbiamo fatto in questi quattro anni e cioè ristrutturare tutto il patrimonio di case popolari del Comune portando l’investimento per le manutenzioni da 600mila euro a 15milioni. Servono anche strategie di mobilità innovative che possano ricucire le ferite urbanistiche dei drammatici anni Sessanta.
Presidente, questa è la città che finalmente, dopo trent’anni di tentativi, farà funzionare la sua prima metropolitana di superficie. Per questo ringrazio il presidente Vendola e il suo assessore ai trasporti. Un passo avanti concreto e decisivo per ridare dignità a migliaia di cittadini delle nostre periferie. Cittadini che da qualche anno a questa parte stanno faticosamente tornando ad essere Baresi a tutti gli effetti. Se lo meritano, almeno quanto i loro concittadini che abitano in centro.

Benvenuti nella città che ha l’orgoglio di rappresentare l’Italia in Europa per le politiche di mobilità ciclistica e che per queste politiche ha vinto due premi nazionali. Convincere noi baresi ad andare in bici e in autobus sembrava un obiettivo impossibile. Invece, nonostante la nostra proverbiale pigrizia, abbiamo capito che rinunciare alla macchina e lasciarla nei parcheggi periferici non solo fa bene ai nostri polmoni, ma anche al nostro portafogli. Un barese che usa ogni giorno il Park and Ride e raggiunge il centro col bus-navetta, risparmia in media 700 euro in un anno.
Abbiamo portato a termine questa rivoluzione ecologica ed economica senza bisogno di ottenere, come a Milano, poteri speciali per il sindaco. E senza spendere milioni di euro in garage sotterranei non sempre indispensabili. Il più giovane assessore della mia giunta, un ingegnere trasportista laureatosi al Politecnico di Bari, tra poco rimetterà in esercizio filobus comprati dieci anni fa e mai utilizzati, rimediando ad un assurdo spreco di danaro pubblico.
Signore e signori, siete oggi nella città metropolitana meno costosa di ogni altro capoluogo di regione, con soli 2000 dipendenti, compresi i vigili urbani. Ringrazio pubblicamente i dipendenti, i dirigenti e i sindacati aziendali perché hanno contribuito in questi quattro anni ad aumentare la produttività portando gli investimenti effettivi rispetto a quelli previsti in bilancio, dal 7 ad oltre il 65 per cento.
Siamo anche il capoluogo di regione con una tassazione tra le più basse del Paese.
Ma con la spesa per i servizi sociali tra le più alte del Mezzogiorno.
Con la disoccupazione che diminuisce e con il PIL più alto della Regione.
E con un recupero di evasione fiscale nell’ultimo anno che è stato il più alto della nostra storia recente. Siamo stati addirittura premiati dal Ministro Brunetta per le buone pratiche del nostro Piano Strategico. Benvenuti dunque a Bari, una città che vuol bene a Berlusconi, che lo ha sempre votato massicciamente, anche il giorno in cui mi elesse sindaco. E se i baresi le vogliono così bene, Presidente, come potrei non volergliene anch’io… Lo so è una parola impegnativa “voler bene”. Diciamo allora che io spero, con sincerità e lealtà, che lei riesca a “voler bene” a questo Paese sopra ogni altro suo interesse.
Io sono convinto che con un po’ di impegno può riuscirci.
Sa Presidente, è impossibile per me non tifare per l’Italia, chiunque la rappresenti. Pensi che riesco persino, con un po’ di fatica, a tifare Milan, quando gioca in coppa.

L’ho apprezzata Presidente, nel ruolo che ha svolto durante la crisi in Ossezia. Lei é stato capace di mediare tra Stati Uniti e Russia, due Paesi amici, riconoscendo i torti di entrambi, in una vicenda che dimostra che l’energia, l’acqua e le vie di comunicazione saranno le questioni che decideranno del destino del mondo.
È per questo Presidente, per consolidare la sua politica estera, che le chiedo di organizzare assieme alla città di Bari per il prossimo 19 dicembre la cerimonia di riconsegna della Chiesa ortodossa di San Nicola al Patriarcato di Mosca.
Sarei felice di averla qui il giorno in cui i baresi restituiranno ai nostri fratelli ortodossi la chiesa costruita a Bari dall’ultimo Zar.
Noi vogliamo fare di Bari la città più russa d’Italia, dove possano confluire gli investimenti provenienti da quel paese, la città nella quale affidare a San Nicola il compito di favorire la riconciliazione tra i tutti i cristiani del Mondo.
Bari è dunque il luogo ideale per un grande pellegrinaggio nicolaiano.
Ma se questo pellegrinaggio fosse contemporaneo ad una sezione dell’EXPO 2015 decentrata presso la Fiera del Levante, l’effetto combinato di queste iniziative potrebbe dar vita ad un grande evento. Bari, la sua provincia ed i trentuno comuni del suo piano strategico, possono senza indugio organizzare per il 2015 il più grande pellegrinaggio, ortodosso e cattolico, della storia, richiamando genti da ogni luogo del mondo in nome di San Nicola, contestualmente offrendo loro l’opportunità di visitare la sezione dell’esposizione universale dedicata ai paesi dell’est.
Qualche mese fa ho parlato con il sindaco di Milano di questa ipotesi dando ruolo alla Fiera del Levante nella organizzazione dell’EXPO 2015.
Se lei lo volesse, poi, signor Presidente, noi potremmo realizzare questo progetto anche con la Repubblica Federale Russa e col suo presidente Medvedev.

Ma una città, un’area metropolitana che vuole realizzare questo grande sogno, un evento doppio che duri un anno, può non essere uno degli hub della nuova Alitalia?
Possiamo affrontare la realizzazione del nostro piano strategico vedendo diminuito anziché potenziato il ruolo del più bell’aeroporto dell’Adriatico?
I grandi alberghi e le strutture turistiche che sorgeranno nell’area metropolitana, i milioni di turisti che in nave ed in aereo giungeranno a Bari ed in Puglia, gli uomini d’affari del medio ed estremo oriente, dell’est europeo e dei balcani, dell’India e delle Americhe che verranno a Bari nel 2015 hanno bisogno di un grande aeroporto internazionale.
Si aggiunga che tale progetto potrebbe agevolare non poco la candidatura della nostra città come Capitale europea della cultura che ci accingiamo a presentare sempre in vista del 2015.
Da soli, senza la Regione Puglia, senza la Provincia, senza i Comuni dell’area metropolitana, senza l’Italia, tutto questo sarebbe irrealizzabile. Come sarebbe stato impossibile per Milano ottenere l’Expo senza avere dietro di sé tutto il Paese.
Ma attenzione: noi non stiamo chiedendo che il nord ci venga a salvare. In Puglia ci siamo già salvati da soli. Senza chiedere niente a nessuno. Solo che ora vogliamo crescere, vogliamo lavorare, vogliamo studiare e migliorare le nostre virtù civiche. Vogliamo più di ogni altra cosa essere utili all’Italia e sentirci italiani a tutti gli effetti. Vogliamo imparare dal nord la cultura d’impresa e ad aver fiducia nelle nostre capacità anziché affidarle sempre al morbido abbraccio di un impiego o di un’assunzione clientelare. Ricostruire il legame tra Bari e Milano può essere la strada per consentire alla Puglia di riprendere le fila di uno sviluppo straordinario interrottosi trent’anni fa. Milano è infatti la città più barese e più pugliese dell’Italia del nord.
La nostra sfida è lanciata e non può più essere interrotta.
Ecco perché in questo momento sento di dirle che indipendentemente dai nostri schieramenti politici il sindaco di Bari non può non lavorare in staff con il “suo” Presidente del Consiglio.
Perché Bari non può tornare indietro, non può camminare come il gambero.
So che non posso chiederle di fare il tifo per l’Inter, ma ciononostante sono sicuro che lei che ama l’Italia saprà in cuor suo giudicare. E quando l’anno prossimo l’accoglierò qui in Fiera signor Presidente, comunque vada, le prometto che le darò conto, ancora una volta, del mio lavoro. Nell’interesse del Paese dobbiamo fare gli uni il tifo per gli altri.
Come faremo a Bari il 6 dicembre prossimo inaugurando insieme il Teatro Petruzzelli, sogno inseguito per diciassette anni.

www.comune.bari.it

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