Così l’Ance: ”si deve puntare sul recupero delle aree urbane degradate, semplificando le norme e sfruttando i bonus 36% e 55%”

Il Piano Casa rilanciato dal Governo deve diventare innanzitutto un ”Piano Città”, che punti a riqualificare le aree degradate delle nostre metropoli. È questo l’auspicio del presidente Ance (Associazione nazionale costruttori edili), Paolo Buzzetti, che in un’intervista all’agenzia di stampa ASCA esorta il Governo Berlusconi a fare subito le semplificazioni necessarie per superare gli scogli incontrati nelle normative regionali e riprendere le misure sulle ristrutturazioni contenute nella finanziaria approvata dal Governo Prodi.

Secondo Buzzetti, il Piano Casa lanciato nel 2009 dal Governo Berlusconi di fatto ”ha fallito” perché ”si è infranto contro la sovrapposizione normativa” tra Stato e Regioni e ”perché non sono state realizzate le semplificazioni che tutti noi speravamo”. Il risultato è che ”i cittadini non lo conoscono e le imprese non sanno come fare”.

Sono urgenti le semplificazioni per rilanciare il Piano Casa. Dopo la serie di misure varate dal Consiglio dei Ministri per rilanciare l’economia del Paese, ”la sua attuazione è possibile”. Buzzetti, in particolare, auspica che il Cdm approvi subito le semplificazioni e che il Piano Casa, più che all’aumento della cubatura delle villette private, punti soprattutto alla ”riqualificazione delle aree metropolitane”, diventando così un ”Piano Città”. Su questo aspetto l’Italia è indietro di ”60 anni” rispetto ai grandi Paesi dell’Unione Europea, sottolinea il presidente dei costruttori.

Opportuno riprendere i bonus fiscali 36% e 55% e l’Iva agevolata. In proposito l’Ance ha avanzato da tempo un serie di proposte, che prevedono di ”snellire le procedure e semplificare le norme per l’abbattimento dei vecchi edifici, per le ristrutturazioni, per i cambi di destinazione d’uso”, incentivando al contempo ”il risparmio energetico” degli edifici. Operazioni, queste, che ”non andrebbero a consumare territorio e non avrebbero un impatto su ciò che ha un valore storico, culturale e paesaggistico”. Per questo, Buzzetti sottolinea che l’Ance ”ha sempre sostenuto le misure contenute nella finanziaria di Prodi” come la detrazione Irpef del 36% sulle ristrutturazioni, l’Iva agevolata e la detrazione fiscale del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici.

Fonte: casaeclima.it

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