Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato alcune modifiche all’attuale normativa in materia di produzione di energia da impianti alimentati a biomasse o biogas
Il primo aspetto rilevante della nuova normativa riguarda la possibilità di realizzare su terreni agricoli piazzole attrezzate per lo stoccaggio di materiale legnoso grezzo e triturato, anche da imprese di utilizzazione forestale e dagli altri soggetti che svolgono attività agromeccanica. La Giunta regionale entro il 31 marzo 2011 dovrà stabilire le modalità di realizzazione delle piazzole, secondo criteri di sostenibilità ambientale; le modalità di ripristino dell’area nello stato originario al termine dell’utilizzo; gli ambiti e le caratteristiche della filiera corta riferit all’approvvigionamento delle biomasse.
Questa nuova legge regionale affronta anzitutto la possibilità di classificare non a bosco i territori ricompresi nell’ambito delle comunità montane, che non siano soggetti a specifica tutela, per i quali sia in atto un processo di colonizzazione naturale da meno di 25 anni. Il provvedimento risponde, così, alla necessità di frenare l’espansione di specie arboree e arbustive sulle superfici un tempo destinate al pascolo e oggi oggetto di rimboschimento selvaggio (problema sollevato da numerosi sindaci che coinvolge molti comuni del territorio montano e collinare del Veneto).
Ma offre anche la stessa possibilità di non considerare bosco le macchie e i boschetti sino ad una estensione massima di 5.000 metri quadrati. Lo scopo di questa scelta è di incrementare, soprattutto nelle zone di pianura, la realizzazione di zone boscate di piccole entità senza incorrere nel ”vincolo forestale”, che spesso ha determinato un vero e proprio deterrente. In questo caso viene quindi riconosciuta la reversibilità nell’uso delle superfici. In entrambi i casi le biomasse legnose prodotte potranno essere finalizzate anche alla valorizzazione energetica per produrre soprattutto della buona e rinnovabile energia termica.
Il presidente della commissione Agricoltura della Regione Veneto, Davide Bendinelli, spiega: ”Le norme relative alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili da un lato assecondano le condivisibili ragioni di snellimento dell’iter burocratico per l’autorizzazione all’installazione degli impianti alimentati a biomasse, e conseguentemente una maggiore diffusione della produzione di energia da fonti rinnovabili, dall’altro possono portare a una incontrollata proliferazione degli impianti in ambiti territoriali piuttosto ristretti, con possibile lesione del pregio e della salubrità ambientale delle aree scelte per le installazioni”.
“Ecco perché con questa legge, si intende introdurre una disposizione che limiti il rischio di tale fenomeno; molti proprietari, infatti, per acquisire la competenza al rilascio delle autorizzazioni per impianti a biomasse, che richiederebbero una procedura a livello regionale, ricorrono al frazionamento artificioso di un’area di maggiore estensione, effettuato nel biennio precedente alla domanda, in modo da essere soggetti solo alla denuncia di inizio attività rilasciata dai comuni”.
Fonte: Consiglio Regionale Veneto