La stangata corre da oggi sul variabile con rate piu’ salate da 168 a 350 Euro l’anno, per 3,2 milioni di famiglie (91% dei mutuatari) e con rincari che scatteranno nella rata di settembre a prescindere dalle decisioni della BCE.
Adusbef e Federconsumatori denunciano tali comportamenti truffaldini, che anitcipano i rialzi BCE sui prestiti, ignorando di trasferire analoghi aumenti sui depositi a Antitrust italiano ed europeo, chiedendo l’intervento di Bankitalia, BCE e Governo, a tutela di famiglie sempre piu’ insolventi.
“Rendimenti in flessione all’asta dei titoli di Stato a medio e lungo termine promossa dal Tesoro il 30 agosto 2007. L’operazione ha visto il nuovo BTp decennale (scadenza febbraio 2018) assegnato ad un tasso annuo lordo del 4,55%, in flessione di 0,19 punti rispetto all’asta precedente. In calo anche i tassi sul BTp triennali fissato al 4,19% (-0,24 punti) e sui Cct assegnati al 4,17% (-0,17 punti”. Mentre le leggi del mercato sembra abbiano funzionato sull’asta dei titoli di Stato,i cui rendimenti in ribasso hanno tenuto conto della decisione BCE di aver congelato il previsto aumento dal 4 al 4,25 % del tasso di riferimento nella seduta del 6 settembre 2007, non funzionano analogamente per la “casta dei banchieri padroni dell’Euribor”,che hanno già previsto di aumentare il costo del denaro,come al solito in anticipo,su mutui,prestiti,impieghi,sfilando ingenti somme dalle tasche dei consumatori.
Poiché l’Euribor infatti, il parametro utilizzato dalle banche per adeguare i mutui a tasso variabile, ha registrato significativi aumenti dello 0,20-0,30 per cento ad agosto, attestandosi finora al 4,45-4,75 per cento (lo spread delle banche sui mutui indicizzati varia dallo 0,70-0,90%), si profila una ulteriore stangata per circa 3,2 milioni di famiglie, che fidandosi dei cattivi consigli delle banche, hanno stipulato mutui a tasso variabile,contro il 9 per cento (300.000) che hanno lottato per spuntare irripetibili tassi fissi, a prescindere dalle decisioni BCE del 6 settembre 2007.
E’ l’effetto del vizietto truffaldino degli istituti di credito (specie operanti in Italia,che già lucrano 1 punto in più sui mutui, rispetto alla media applicata dalle banche europee), che anticipano ogni piccolo sentore di aumento BCE del costo del denaro,con rincari tempestivi su mutui,presiti,fidi e la griglia degli “impieghi”, dimenticando di adeguare, così come previsto perfino dalla legge Bersani, i tassi sui depositi e librettini di risparmio delle famiglie, fissate all’irrisorio tasso da “presa in giro” dello 0,0015 %.
Poiché tali comportamenti non derivano dal “mercato”,ma dall’”abuso di mercato”, Adusbef e Federconsumatori hanno inviato una dura lettera di protesta all’Antitrust italiano ed europeo ipotizzando l’ennesimo accordo di cartello,chiedendo l’immediato intervento anche a Bankitalia e Governo,per impedire che famiglie già rovinate dai cattivi ed interessati consigli delle banche,sia quando devono investire i loro risparmi che quando devono chiedere un prestito, che rischiano di aggiungersi a 450.000 mutuatari con stipendio fisso già insolventi, che non hanno potuto più onorare le rate per gli 8 aumenti consecutivi BCE in 18 mesi, vengano ulteriormente taglieggiate.
Famiglie già in grande sofferenza, che hanno già tirato la cinghia per coronare il sogno dell’acquisto della casa per abitarci, vedranno così aumentare da oggi le rate mensili e/o semestrali, da un minimo di 150 euro, fino a 163 euro l’anno, per un mutuo di 100.000 euro,mentre un mutuo di 200.000 con un piano di rientro ventennale, comporterà rate più salate, da 326 euro a 656 euro l’anno,senza contare che la quasi totalità delle banche, impongono l’apertura del conto corrente per erogare il mutuo e che richiedono anche 6-7 euro per pagare le rate di mutui, in precedenza gratuite. Famiglie già penalizzate dall’assenza di concorrenza delle banche in Italia, che devono pagare rate più salate di 1 punto,rispetto alla media UE (tassi sui mutui regolati al 5,67% in Italia contro 4,72 % UE), con un aggravio di rata fino a 707 euro in più,quindi 22.000 euro per un prestito di 100.000 euro,che supera 30.000 euro per mutui più corposi,stavolta letteralmente taglieggiate non per le decisioni BCE,ma per l’interpretazione arbitraria del mercato, che costituisce un vero e proprio “abuso di mercato”.