Cagliari, il mercato immobiliare gode ancora di un buon appeal
Il 2010 conferma l’inversione di rotta rispetto alle buone performance messe a segno dal mercato immobiliare cagliaritano negli anni precedenti l’attuale crisi economico-finanziaria
Continuano a manifestarsi, infatti, le conseguenze del periodo di flessione che ha caratterizzato l’ultimo biennio. Il tasso di crescita dei prezzi e dei canoni, però, smettono di diminuire nella seconda parte del 2010, dopo tre semestri in cui si erano ridimensionati. Piccoli segnali di ripresa delle quotazioni, quindi, che fanno ben sperare per un riavvio del mercato
L’andamento delle quotazioni sul versante locativo e della compravendita ha determinato una leggera diminuzione dei rendimenti nel settore commerciale ed industriale; stabile la redditività nel mercato residenziale e degli uffici.
In tutti i comparti, tuttavia, i rendimenti risultano tra i più alti del campione, segno di come, nonostante il periodo di luci ed ombre, il mercato cagliaritano goda ancora di un buon appeal.
Si indebolisce la domanda e l’offerta si viene ad arricchire soprattutto nel mercato dei negozi e dei capannoni, con conseguenza della riduzione dei volumi scambiati soprattutto nei segmenti del non residenziale. Più stabili, invece, le tendenze in rapporto al mercato della locazione.
Gli effetti di tali fattori si traducono in un ulteriore allungamento dei tempi medi di vendita e di locazione che, fatta eccezione per il mercato delle abitazioni in cui si accorciano, raggiungono livelli mai raggiunti nel nuovo millennio.
Note poco positive provengono altresì anche dai divari percentuali medi tra prezzo richiesto ed effettivamente contrattualizzato all’atto della transazione che, sebbene in calo (ad eccezione del comparto direzionale), sono tra i più alti del panel.
Per i prossimi mesi, i sentiment espressi dagli operatori del mercato cagliaritano sono orientati verso una generale stazionarietà sia nella compravendita sia nella locazione. Fanno eccezione le quotazioni (prezzi e canoni) del comparto industriale, previste in flessione, e le quantità di scambio nel residenziale, in tendenziale ripresa.
Fonte: Nomisma