La cedolare secca sugli affitti, una novità di estremo interesse soprattutto per i proprietari (Nomisma)
Nell’agosto 2010, il Consiglio dei Ministri ha approvato lo ”Schema di decreto legislativo 4 agosto 2010 – Disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale”, che prevede l’introduzione di una cedolare secca sugli affitti, ovvero di una nuova imposta sui redditi da locazione derivanti da unità immobiliari ad uso abitativo
Lo schema di decreto prevede infatti che, a decorrere dal 2011, i canoni di locazione relativi ad immobili ad usomabitativo possano essere assoggettati, su decisione facoltativa del locatore, ad un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e dell’imposta di bollo sul contratto. L’imposta è applicata in ragione del 20% sul canone di locazione annuo.
La cedolare secca sostituirebbe anche l’imposta di registro sul contratto, a decorrere dal 2011 o dal 2014, in base alle disposizioni di legge. L’introduzione della cedolare secca rappresenta una novità di estremo interesse soprattutto per i proprietari.
Da un’analisi relativa alle maggiori aree urbane italiane emerge che l’applicazione della cedolare su tutti i ricavi da locazione (oltre a garantire un generalizzato innalzamento della redditività dell’investimento immobiliare) comporterebbe vantaggi, per tutte le fasce di reddito, in presenza di contratti a canone libero rispetto a quelli a canone concordato. Il nuovo regime incentiverebbe pertanto l’uso dei contratti liberi, contribuendo, per contro, ulteriormente alla scarsa diffusione del canone concordato.
In tale contesto, tuttavia, i vantaggi attesi dalla manovra sarebbero di ordine sia fiscale che sociale, derivanti, rispettivamente, dall’emersione di una quota delle molte locazioni non regolari e da una riduzione media dei canoni di affitto che dovrebbe conseguire alla minore tassazione dei proprietari.
È evidente che l’effettiva concretizzazione di entrambe queste circostanze è più difficilmente misurabile rispetto al vantaggio fiscale di cui beneficerebbero i proprietari. Lo stesso sistema di sanzioni previsto dallo schema di decreto – che dovrebbe rafforzare la posizione dei conduttori dinnanzi ad affitti non regolari e contratti non registrati – non è del tutto chiaro e potrebbe portare ad alcune distorsioni tra le due parti contrattuali.
Tale materia è senza dubbio sensibile ed appare pertanto evidente come la manovra debba ancora passare al vaglio delle numerose parti interessate e, soprattutto, del legislatore, che dovrà valutare le previsioni di impatto economico, riportate nella relazione tecnica allegata alla bozza di decreto. Dal punto di vista dell’iter legislativo, si segnala che attualmente il processo attuativo del decreto sembra essersi arrestato, in quanto non è stato ancora presentato lo schema di provvedimento in Commissione bicamerale.
Successivamente il decreto dovrà essere trasmesso alla Commissione parlamentar2 per l’attuazione del federalismo fiscale e alle altre Commissioni parlamentari competenti. Infine, occorrerà attendere il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, necessario per stabilire le modalità di versamento della nuova imposta. Allo stato attuale, sembra, dunque, difficile stabilire se l’entrata in vigore del provvedimento, prevista per l’inizio del 2011, potrà concludersi effettivamente entro i termini stabiliti.
dal III Rapporto Nomisma 2010 Osservatorio sul mercato immobiliare