Una legge quadro per la geotermia
Serve una legge quadro incisiva sulla geotermia, una fonte di approvvigionamento energetico che può essere decisiva per la riduzione delle emissioni climalteranti e per il raggiungimento degli obiettivi del ”20-20-20” fissati, anche per l’Italia, in sede europea
Questa la tesi dei parlamentari Roberto Tortoli e Paolo Bartolozzi, sostenuta durante il convegno ”Geotermia: tre secoli di storia” svoltosi di recente a Santa Fiora, in provincia di Grosseto, sul cui territorio comunale si trova la centrale geotermica di Bagnore.
Il convegno è stato organizzato dal Centro Nazionale Iniziative Sociali (CE.N.I.S) con la partecipazione di studiosi di fama internazionale, rappresentanti istituzionali locali e nazionali e aziende del settore. Al tavolo dei relatori, moderato dal professor Silvano Focardi dell’Università di Siena, si sono alternati Piero Barazzuoli (Università di Siena) e Giovanni Gianelli del CNR di Pisa, che hanno presentato i risultati degli ultimi studi in materia di geotermia.
Tema dominante, la necessità di potenziare l’uso della risorsa geotermica, non solo per produrre elettricità, ma anche per gli usi ”tradizionali”, ad esempio incentivando il teleriscaldamento, un metodo poco invasivo e rispettoso delle peculiarità del territorio delle zone ”geotermiche” in cui, secondo una ricerca della Regione Toscana, la qualità della vita è molto buona.
Il convegno è stato anche un’occasione per ripercorrere la storia della geotermia e dei suoi impieghi industriali, dalle origini fino ad oggi, ovvero la cosiddetta geotermia a ”bassa e media entalpia”, grazie alla quale la risorsa geotermica potrebbe essere utilizzata per centrali a ciclo binario di piccole dimensioni, diffuse sul territorio, per produrre elettricità da destinare alle singole comunità, ma anche per usi domestici con le cosiddette ”pompe di calore”.
Infatti, la Toscana è la regione geotermica per eccellenza, insieme ad altre aree in Italia caratterizzate da ”anomalia geotermica”, ma la temperatura del sottosuolo è pressoché costante, a non molti metri di profondità, quasi su tutto il territorio nazionale. E proprio la temperatura costante del sottosuolo può essere usata, con opportuni accorgimenti, per riscaldare o raffrescare le abitazioni.
L’ingegner Ruggero Bertani, rappresentante di Enel Green Power, ha ricordato come la tecnologia e il know how acquisiti negli anni presso la Centrale Enel di Larderello, nel sud della Provincia di Pisa, siano oggi usati in tutto il mondo. Infatti proprio a Larderello è cominciato tutto, prima estraendo l’acido borico, per uso chimico e farmaceutico, dalle sorgenti e dalle acque calde che sgorgavano naturalmente dal suolo, poi sfruttando il vapore come fonte di riscaldamento, senza ricorrere alla legna e, quindi, senza abbattere alberi.
Infine si è giunti all’utilizzo per la produzione di energia elettrica: grazie alle centrali geotermoelettriche, presso i siti di Larderello, Tavale-Radicondoli, Piancastagnaio e Bagnore, la Toscana soddisfa oggi il 25% del fabbisogno regionale di energia elettrica.
A livello europeo, nel percorso di raggiungimento dell’obiettivo 20-20-20 per incrementare le rinnovabili, la geotermia costituisce uno degli elementi trainanti, come dimostrano le politiche di Francia, Germania, Ungheria e Svezia che stanno puntando su questa risorsa. L’Italia e in particolare la Toscana, che ne sono ricche, hanno il dovere di individuare una strada sicura e sostenibile per lo sviluppo della produzione di energia da fonte geotermica.
Fonte: greenews.info – Andrea Marchetti