“Non ho alcuna intenzione di apparire come il patrocinatore di coloro che fanno resistenza alla riforma catastale perché non vogliono pagare le tasse. I proprietari di casa che rappresento le tasse le pagano, eccome, anche più dell’equo. Per cui se le imposte, invece di versarle allo Stato le versiamo ai Comuni, può anche andarci bene: purché la riforma del Catasto non si traduca in un aggravio dell’attuale carico fiscale, purché le imposte locali non diventino, come sta capitando, un doppione delle imposte erariali”.
L’ha affermato il Presidente di Assoedilizia avv. Achille Colombo Clerici intervenendo al Convegno “Verso un nuovo Catasto: per un federalismo effettivo, equo, efficiente” organizzato oggi dal Comune di Seregno.
Colombo Clerici ha espresso inoltre forti dubbi sulla corretta realizzazione del federalismo: “Succede, ad esempio – ha aggiunto – che la competenza per l’edilizia residenziale pubblica passi dallo Stato agli Enti locali ma poi lo Stato non trasferisca a questi i rispettivi finanziamenti, anzi riduca complessivamente i trasferimenti dicendo ai Comuni stessi: arrangiatevi con la vostra autonomia fiscale, cioè aumentate l’ICI, imponete tasse di scopo e tickets, applicate le addizionali, adottate il project financing. Risultato:di case popolari non se ne sono costruite più da vent’anni”.
In questo quadro, qualsiasi accelerazione che possa portare ad incrementare il sistema impositivo locale, non può che provocare ulteriori sbilanciamenti nel rapporto tra fiscalità erariale e fiscalità locale. Anche perché il nostro Paese viaggia a due velocità: non solo quanto a produttività, ma anche quanto a rispetto delle leggi fiscali. I dati del residuo fiscale pro capite ci dicono che la Lombardia finanzia con 3292 euro, l’Emilia Romagna con 2653 e il Veneto con 2513 euro per abitante, il sistema Italia, mentre altre regioni ricevono dallo Stato fino a 2000 euro per abitante. Ciò significa che, nelle nostre regioni, paghiamo già fior di imposte all’erario, e, prima di aumentare la pressione fiscale locale, sarebbe bene ridurre le imposte erariali.
Proprio in questi giorni Assoedilizia sta ultimando una ricerca nella quale, sulla base dei dati del Ministero dell¹Economia, si evidenzia come, a parità più o meno della spesa per famiglia, e del gettito IVA pro capite, tra le regioni del Nord e quelle del Sud ci sia un rapporto quasi da 3 a 1. E lo stesso, più o meno, vale per il gettito ICI pro capite.
Conclude Colombo Clerici: “Lo Stato, in nome di un federalismo fiscale distorto (che, come abbiamo visto, conduce ad un progressivo aggravio della fiscalità locale non compensato da un parallelo alleggerimento del carico fiscale erariale), non solo, con la riduzione dei trasferimenti ordinari, induce i Comuni a calcare la mano sull’unica imposta in cui si sostanzia la loro autonomia impositiva, cioè l’ICI; ma addirittura ora comincia a “scippare” questa stessa imposta ai Comuni medesimi. Prima incamerando alcuni segmenti di gettito, ora lesinando ai Comuni i versamenti compensativi.
“Eravamo stati facili profeti quando, in occasione della finanziaria dell’anno scorso, avevamo denunciato questo disegno politico. I Comuni hanno capito troppo tardi che, più salassano i contribuenti con il prelievo ICI (e ciò avverrà in modo sempre crescente a seguito della riforma catastale in atto), e meno trasferimenti, finanziamenti, contribuzioni otterranno dallo Stato; che continuerà, molto probabilmente, a non ridurre, sul suo versante, la pressione fiscale erariale soprattutto nel campo immobiliare”.
ASSOEDILIZIA, la borghesia storica di Milano e della Lombardia