Edilizia, segnalazione certificata di inizio attività: in attesa di chiarimenti sulla Scia
In attesa di un primo chiarimento del Governo sull’applicazione all’edilizia della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), ricordiamo che l’istituto, introdotto dalla manovra finanziaria di luglio (articolo 49, comma 4-bis del Dl 78/2010, come convertito dalla 122/2010) è nato per le attività produttive, con lo slogan ”imprese in un giorno” e l’obiettivo di consentire l’avvio dell’attività subito dopo aver autocertificato il possesso di requisiti e presupposti
Ma il fatto che la norma non modifichi esplicitamente il testo unico edilizia (Dpr 380/2001) ha provocato il caos gli uffici edilizia privata di tutti i comuni, che stanno adottando almeno tre linee diverse su come gestire il nuovo istituto: ovvero se non si accettano più le Dia, se andare avanti con le Dia (lavori solo dopo 30 giorni) o, nell’incertezza, accettare anche le vecchie Dia.
Claudio Demetri, direttore del settore Dia del Comune di Torino: ”Anche tra noi c’è molta incertezza. Io penso che non si applichi, ma aspettiamo lumi da Regione e Governo. Per ora comunque continuiamo ad accettare le Dia. Se qualcuno presentasse la Scia? Accetteremmo anche quella”.
Importanti Comuni, come Modena, Bologna, Genova, Perugia, applicano questo doppio regime; a Roma per ora continuano ad accettare le Dia, e non la Scia, altri grandi Comuni sono invece certi dell’applicazione della Scia all’edilizia, e da subito non accettano più le vecchie Dia. Tra questi Milano, Napoli, Bari. Sono per l’applicazione anche Brescia e Verona, anche se prudentemente gli uffici accettano per ora anche le Dia.
Tuttavia l’assessore all’edilizia di Napoli, Pasquale Belfiore, pur convinto che la Scia vada applicata, sottolinea il rischio dell’abuso edilizio. ”Specie in una città come la nostra – dice – è chiaro che ci preoccupa la possibilità di avviare subito i lavori”.
Fonte: Ance