Federalismo, si parte male se si parte con gli immobili
Dice il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani:
”In sede di federalismo fiscale, si parla di un redditometro per gli enti locali. Ottima idea, ma per gli immobili non funziona, gli immobili sono prigionieri degli enti locali, non si possono spostare. Insomma l’ imposta sugli immobili è l’ imposta che incarna meno il federalismo, che è tale solo se attua la concorrenza fra enti.
Certo che se si continua a discutere il progetto del nuovo tributo solo coi suoi beneficiari, il modo di ottenere un sistema di concorrenza, non salterà mai fuori, anzi: sarà accuratamente evitato e sarà conseguentemente il fallimento stesso del federalismo fiscale.
Se poi si aggiunge che il nuovo tributo immobiliare, secondo quanto ne scrive la stampa e in mancanza di informazioni ufficiali, colpirà anche le case destinate alla locazione oltre che le prime case tuttora assoggettate all’ Ici, c’ è ben poco da stare allegri per la proprietà diffusa e per chi ha investito i propri risparmi in immobili.
Incentivare la locazione (anziché colpirla, come visto) significherebbe invece incentivare il recupero di immobili attualmente non occupati perché inagibili, con due risultati: che lo Stato risparmierebbe di investire miliardi su miliardi in nuove costruzioni popolari e i Comuni ritrarrebbero maggiori introiti, con la introduzione della imposta relativa nel nuovo tributo (i lavori pronti a partire per destinare altri immobili all’ affitto è stato calcolato che sarebbero di un importo pari a 7,5 miliardi). Sono idee che vorremmo rappresentate e che vorremmo fossero tenute presenti in un quadro logico di costruzione del nuovo tributo”.
Fonte: Confedilizia