Il turismo in Italia è sempre in evoluzione e gli italiani che vanno in vacanza stanno piano piano cambiando abitudini. Molti turisti infatti, invece di alberghi e b&b, preferiscono le case vacanza che permettono di alloggiare con costi minori e anche un pizzico di privacy e comodità in più, specialmente per le damiglie con bambini. Questo orientamento del turismo ha ovviamente fatto salire il business degli affitti delle seconde case, grazie ai molti proprietari che scelgono di cavalcare questo trend per fare incassi.
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Il portale CaseVacanza.it svela che i ricavi del business degli affitti turistici nel 2016 sono saliti del 20% rispetto all’anno precedente, il 2016 è stato anche l’anno dell’aumento del 10% della domanda e del 15% del numero degli immobili offerti. Nella maggior parte dei casi, il proprietario abita nella stessa regione dove si strova l’immobile in affitto, e questo accade prevalentemente in Sicilia, Puglia e Lazio.
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Ricordiamo che per ridurre il fenomeno delle locazioni in nero, a partire dal prossimo giugno tutti i proprietari, che affittano un immobile tramite portali come Airbnb, pagheranno il 21% di cedolare secca che verrà direttamente trattenuta dall’intermediario. L’agenzia mediatrice dovrà anche comunicare alle Entrate i dati dei contratti e in caso di irregolarità sono previste sanzioni fino a 2mila euro. La tassa non è una novità, infatti il versamento al Fisco è sempre stato un obbligo per chiunque affitti l’immobile, anche se per periodi inferiori ai 30 giorni, situazione nella quale non è necessario registrare il contratto.