La strada verso il risparmio energetico e il potenziamento delle fonti rinnovabili passa anche attraverso l’unione degli opposti.
La tecnologia si chiama Solar Cooling, ed è ancora in fase di studio in diverse parti del mondo. Al Dipartimento di Energetica, termofluidodinamica applicata e condizionamenti ambientali (Detec) dell’università Federico II di Napoli, la studiano da anni, e presto, grazie a un finanziamento pubblico, sarà realizzato un prototipo. Produrre freddo dal calore, o meglio, energia frigorifera (e quindi acqua fredda e aria condizionata) da quella termica che ci viene dai raggi del sole sarà quindi una realtà.

Il progetto Sahara (Solar-Assisted Heating And Refrigeration Appliances) ha infatti ottenuto dal Ministero dell’Ambiente un finanziamento di 352.000 euro, conquistando il primo posto della graduatoria nell’ambito di un bando da quasi 9 milioni di euro per sostenere ricerche che promuovano l’utilizzo di energie rinnovabili in aree urbane. Al progetto del Detec collaborano l’Arin (Azienda Risorse Idriche Napoletane), l’Anea (Agenzia Napoletana Energia Ambiente) e la Idaltermo Srl, azienda leccese che fornirà i pannelli solari. L’investimento complessivo sarà di 910.000 euro, per sviluppare e realizzare, sull’edificio dell’Arin, un collettore solare altamente innovativo, in grado di produrre energia termica e frigorifera, acqua calda e acqua fredda, calore e aria condizionata.
Ma in che cosa consiste questa tecnologia? La differenza principale rispetto agli impianti tradizionali di refrigerazione, anche alimentati con fonti rinnovabili, è che per produrre freddo non si usa energia elettrica, ma calore. Le grandi potenzialità del Solar Cooling sono legate alla possibilità di soddisfare le esigenze di climatizzazione estiva e refrigerazione mediante energia termica, meno pregiata di quella elettrica, riservando l’utilizzo di quest’ultima ai cosiddetti “usi obbligati”, come l’illuminazione o l’azionamento di Pc e ascensori”. E anche l’efficienza di questi impianti, rispetto a quelli tradizionali, è maggiore: con il meccanismo del progetto Sahara, infatti, più fa caldo, più si ottiene freddo, a differenza dei normali condizionatori, che arrancano con l’aumentare della temperatura.
Una soluzione che, sottolineano al Detec, contribuirebbe a ridurre di molto i consumi per la climatizzazione estiva. Da diversi anni, nei Paesi industrializzati, la domanda di aria condizionata in estate è in forte crescita, soprattutto nel settore terziario e in quello residenziale.
”Secondo recenti stime dell’Istituto Internazionale della Refrigerazione – spiegano Massimo Dentice D’Accadia e il collega Francesco Calise – circa il 15% dell’energia elettrica prodotta in tutto il mondo viene utilizzato per refrigerazione e condizionamento ambientale. Una delle principali conseguenze di questo trend, oltre all’inevitabile incremento dei consumi di fonti fossili e delle relative emissioni di gas climalteranti, è rappresentato dall’aumento della domanda di picco di potenza elettrica in estate, la quale, in numerosi casi, raggiunge la capacità limite delle reti”.
Con il Solar Cooling, si riuscirebbe a fronteggiare la domanda con un’energia “a costo zero” come quella termica solare.
Fonte: greenews.info

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>