La Cassazione penale, con sentenza n. 42465 dell’1.1.’10, ha respinto il ricorso di un proprietario di un appartamento che, tanto in primo quanto in secondo grado, era stato condannato per omicidio colposo a seguito del decesso di un operaio precipitato da un’altezza di oltre tre metri mentre svolgeva – ”in assenza di qualsiasi cautela atta a scongiurare i rischi di caduta dall’alto” – alcuni lavori edili nell’abitazione del proprietario stesso.
Nel caso di specie, la vittima stava eseguendo tali lavori al di fuori della sua normale attività di lavoratore dipendente presso una ditta, fornendo una prestazione ”accertata come autonoma” (dice testualmente la sentenza), privo, in particolare, di cinture di sicurezza e casco.
Nel motivare la loro decisione i Supremi giudici hanno osservato, in particolare, come sia ”errata la tesi in diritto secondo la quale in caso di prestazione autonoma (d’opera) il lavoratore autonomo sia comunque l’unico responsabile della sua sicurezza”. Ciò, in sostanza, per tre ordini di motivi: anzitutto, per ”la unitaria tutela del diritto alla salute indivisibilmente operata”, fra l’altro, dalla Costituzione, all’art. 32, e dal Codice civile, all’art. 2087 (in tema tutela della condizioni di lavoro); in secondo luogo, per il progressivo ampliamento del ”campo di applicazione delle norme antinfortunistiche anche oltre la organizzazione di impresa”; infine, per quanto previsto dalla legislazione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, che ”appresta protezione” per tutta una serie di casi ”certamente” eccedenti la sola ipotesi ”di lavoro subordinato”.
Nella sentenza si sottolinea anche l’evidente nesso di causalità tra la morte del lavoratore e le concrete condizioni in cui questo operava; morte che quindi si sarebbe potuta evitare ove il ”proprietario committente” avesse approntato – come avrebbe dovuto, secondo i giudici, alla luce delle considerazioni sopra svolte – quei ”presidi anticaduta” che lavorazioni che si svolgono ad altezze elevate necessariamente richiedono.
Corrado Sforza Fogliani
presidente Confedilizia