Silenzio assenso per il permesso di costruire, riapertura dei termini per i Piani casa regionali, ampliamenti anche per non residenziale, semplificazioni negli appalti
Semplificazioni in materia di Piano Casa e appalti, silenzio-assenso per il permesso di costruire, rinegoziazione dei mutui sono alcune delle novità contenute nel provvedimento.
Piano Casa
In materia di Piano Casa viene introdotta una disciplina nazionale con la riapertura dei termini per i piani regionali e l’incentivazione della demolizione e ricostruzione con libertà di sagoma. Per gli immobili residenziali che vengono demoliti e ricostruiti sono possibili ampliamenti fino al 20%, mentre per gli edifici non residenziali viene introdotta per la prima volta la possibilità di ampliamenti di volumetria del 10%.
Il decreto legge prevede che le Regioni (anche quelle a Statuto speciale) approvino entro 60 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento specifiche leggi per incentivare la riqualificazione delle aree urbane degradate ”con presenza di funzioni eterogenee e tessuti edilizi disorganici o incompiuti”, per edifici ”a destinazione non residenziale dismessi o in via di dismissione” o da ”rilocalizzare”, allo scopo di favorire anche lo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili.
Gli interventi ”non possono riferirsi ad edifici abusivi o siti nei centri storici o in aree ad in edificabilità assoluta, con esclusione degli edifici per i quali sia stato rilasciato il titolo abilitativo in sanatoria”. Per le regioni a Statuto ordinario il decreto stabilisce che, trascorsi 120 giorni dalla sua entrata in vigore, le disposizioni ivi contenute sono ”immediatamente applicabili” se ”non hanno provveduto all’approvazione delle specifiche leggi regionali”. La volumetria aggiuntiva prevista come meccanismo premiale, nel caso di interventi di demolizione e ricostruzione, ”è realizzata in misura non superiore complessivamente al venti per cento del volume dell’edificio se destinato a uso residenziale, o al dieci per cento della superficie coperta per gli edifici adibiti ad uso diverso”.
Permesso di costruire e Scia
Per il rilascio del permesso di costruire viene introdotto il silenzio-assenso entro un massimo di 90-100 giorni (180-200 per le città di oltre 100mila abitanti), salvo i casi in cui sussistono vincoli ambientali, paesaggistici e culturali. Inoltre, viene dimezzato da 60 a 30 giorni il termine per le verifiche ex-post da parte delle amministrazioni sugli interventi realizzati con la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia).
L’ambito di applicazione della Scia viene esteso agli interventi edilizi in precedenza effettuati con la Dia; inoltre, viene chiarito che la Scia non prende il posto della Super-Dia né sostituisce i nulla osta e le autorizzazioni da rilasciare in presenza di vincoli paesaggistici, ambientali o culturali.
Il decreto introduce anche una piccola sanatoria per i lavori eseguiti in difformità al titolo abilitativo per una differenza inferiore al 2% per cubatura, superficie o altezze; inoltre, i cambiamenti di destinazione d’uso vengono liberalizzati in deroga ai piani regolatori (fin tanto che non intervengano le leggi regionali).
Sanatoria catastale, sanzioni dal 1° luglio
Il Decreto Sviluppo fa slittare dal 1° maggio al 1° luglio il via alle sanzioni quadruplicate per chi non ha dichiarato all’Agenzia del Territorio gli immobili ”fantasma’‘ (cioè ignoti al catasto), ex rurali o che, a seguito di interventi edilizi, hanno subito modifiche o variazioni di destinazione d’uso non dichiarate.
Trattativa privata negli appalti
Per gli appalti pubblici viene elevata dagli attuali 500 mila euro a 1 milione di euro (1,5 milioni per i beni culturali) la soglia entro la quale si può procedere all’assegnazione senza ricorrere alla gara d’appalto. Nel decreto si legge che i lavori fino ad un milione ”possono essere affidati dalle stazioni appaltanti a cura del responsabile del procedimento. L’invito è rivolto, per lavori superiori a 500.000 euro, ad almeno dieci soggetti e per lavori inferiori a 500.000 euro ad almeno cinque soggetti”.
Procedure negoziate e procedura ristretta semplificata.
Vengono liberalizzate le procedure negoziate con bando di gara in caso di offerte irregolari o inammissibili, con la cancellazione del limite del milione di euro. La soglia per mettere in opera la procedura ristretta semplificata (prevista all’art. 123 del Codice Appalti) viene elevata da 1 milione di euro a 1,5 milioni di euro.
Opere compensative e riserve
Per le opere compensative è fissato un tetto al 2% (che vale anche per tutte le opere richieste dopo valutazione di impatto ambientale), mentre le riserve non sono ammesse se il progetto è stato validato e comunque non possono essere superiori al 20% dell’importo contrattuale.
Varianti in corso d’opera e rimborsi per i prezzi dei materiali
Per le varianti in corso d’opera è previsto un taglio del 50% delle somme a disposizione. Dimezzati anche i rimborsi agli appaltatori per gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali. Il decreto sviluppo stabilisce che, nel caso in cui il prezzo dei singoli materiali di costruzione subisca variazioni in aumento o in diminuzione superiori al 10% rispetto al prezzo rilevato dal ministero delle infrastrutture, sia prevista la compensazione, in aumento o in diminuzione, per la metà della percentuale eccedente il 10%.
Esclusione delle offerte anomale
Fino al 2013 è prevista l’esclusione automatica delle offerte anomale entro la soglia dei 4,8 milioni di euro. Prorogate al 31 dicembre 2013 anche le norme che agevolano le imprese di costruzione e i progettisti a partecipare alle gare. Viene inoltre introdotto il principio generale della tassatività delle cause di esclusione dalle gare. Viene comunque stabilito che non comportano l’esclusione dalle gare di appalto le dichiarazioni di requisiti falsi senza dolo o colpa grave.
Obblighi per le stazioni appaltanti
Introdotto anche l’obbligo per le stazioni appaltanti di predisporre i bandi sulla base dei modelli approvati dall’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, previo parere del ministero delle Infrastrutture. Inoltre, le stazioni appaltanti saranno tenute ad inserire nella banca dati dei contratti pubblici tutti i documenti che comprovano i requisiti tecnici ed economici dichiarati dai concorrenti. Questi requisiti potranno essere controllati per via telematica.
Rinegoziazione dei mutui
Per venire incontro alle difficoltà dei cittadini che hanno un mutuo a tasso variabile e che ora devono far fronte a rate più elevate a causa dell’aumento dei tassi, il provvedimento introduce anche la possibilità di rinegoziare i mutui fino a 150 mila euro. Fino al 30 aprile 2012 il mutuatario ha diritto di chiedere la rinegoziazione a patto che abbia un reddito Isee non superiore a 30.000 euro e sia in regola con i pagamenti. Con la rinegoziazione il tasso viene trasformato da variabile in fisso per la durata residua del mutuo. Il mutuatario e la banca possono concordare anche l’allungamento del mutuo per un periodo massimo di cinque anni.
Fonte: casaeclima