A decorrere dal 1° luglio 2009, l’Autorità per l’Energia elettrica e il gas ha introdotto – con le delibere ARG/gas 159/08 e ARG/gas 79/09 – un nuovo coefficiente di conversione (definito ”C”) in sostituzione del precedente (chiamato ”M”), al fine di portare i volumi di gas misurati dai contatori dei clienti finali alle condizioni standard di pressione (1,01325 bar) e temperatura (15°).
Come sa chi ha un po’ di dimestichezza con la fisica, infatti, il volume del gas varia con il variare di questi due fattori. Il che significa che una determinata quantità di gas consegnata a Milano non occupa lo stesso volume che occuperebbe se fosse consegnata a Palermo.
E siccome la bolletta del gas si paga in base ai volumi consumati, il predetto coefficiente di conversione serve proprio a riequilibrare questa situazione, consentendo così ai clienti finali di pagare, a parità di quantità di gas consumato (alle condizioni standard), il medesimo importo.
Sennonché anche il nuovo coefficiente C, come il precedente coefficiente, nonostante serva a calcolare i consumi di tutto l’anno, si basa su una formula che tiene conto solo delle temperature medie locali che si registrano nei mesi freddi. Ciò, in Comuni caratterizzati da notevoli sbalzi termici tra il periodo invernale e quello estivo, altera chiaramente il risultato finale.
È di tutta evidenza, infatti, che correggere i volumi di gas consumati nei mesi caldi (quando, cioè, il volume del gas si espande e deve quindi, per raggiungere le condizioni standard, essere rivisto al ribasso) con un coefficiente che viene calcolato solo sulle temperature medie invernali (quando, cioè, il volume del gas diminuisce e di conseguenza, per raggiungere le condizioni standard, deve essere rivisto al rialzo) ha l’effetto di aumentare ulteriormente tali volumi piuttosto che di ridurli.
E più lo sbalzo termico è marcato, più tale operazione incide, in termini di maggiore spesa, sulla bolletta che, come abbiamo detto, si paga in base alla quantità di volume di gas che si consuma.
Occorre dunque, per rimediare alla descritta situazione, prevedere un coefficiente anche per il periodo estivo. Solo così, infatti, si potranno correggere, in modo appropriato, i consumi di gas durante tutto l’arco dei dodici mesi.
Differentemente, continuando ad applicare l’attuale sistema di calcolo, i clienti finali, specie quelli che abitano in particolari zone d’Italia, continueranno a vedersi addebitare in bolletta costi che non corrispondono agli effettivi consumi.
Corrado Sforza Fogliani
presidente Confedilizia