Coniugare la semplificazione con detrazioni 36% e il bonus per la riqualificazione energetica (Cnappc)
”Meglio la riqualificazione urbana che l’ampliamento volumetrico delle villette” – così ha dichiarato all’Asca il Presidente dell’Ance Paolo Buzzetti, che per il rilancio dell’edilizia spera in un mix tra le misure varate dal CdM e le agevolazioni fiscali approvate dal Governo Prodi. – È possibile ripartire, ma il Piano Casa dovrebbe trasformarsi in un ”Piano città”, coniugando le iniziative per la liberalizzazione economica e la semplificazione delle procedure alle misure sulle ristrutturazioni approvate dal Governo Prodi, come detrazione Irpef del 36% sulle ristrutturazioni, Iva agevolata e sconti fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici.
Sul tema della riqualificazione urbana l’Italia sarebbe indietro di circa 60 anni rispetto ai Paesi dell’Unione Europea. Un deficit che per il presidente dell’Ance potrebbe essere colmato con la semplificazione delle norme per il cambio delle destinazioni d’uso, la demolizione dei vecchi edifici e le ristrutturazioni, che dovrebbero andare di pari passo con gli incentivi per il risparmio energetico. Simili operazioni, infatti, non consumerebbero territorio e non causerebbero nessun impatto sui beni storici, culturali e paesaggistici.
Anche il Cnappc, Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, ha espresso perplessità sul rilancio del Piano casa, a meno che non sia coordinato con le realtà locali per la riqualificazione di periferie e contesti residenziali degradati.
Il Cnappc riconosce la necessità di un rilancio dell’edilizia attraverso la semplificazione delle procedure, ma teme che la modifica dell’articolo 41 della Costituzione per il sostegno alla libertà di impresa si trasformi in un insieme di riforme disorganiche incapaci di rimuovere le cause della crisi, ”che suonano come sanatorie per chi ha edificato abusivamente al di fuori di qualsiasi controllo urbanistico o ambientale”.
Secondo il Consiglio nazionale, quindi, si dovrebbe attuare un percorso parallelo per la tutela del territorio e l’identificazione di strumenti per la promozione dell‘architettura di qualità e il contenimento dei consumi. Il tutto mediante interventi pubblici e privati per la rottamazione urbana e piani per il consolidamento e la ricostruzione del patrimonio edilizio esistente.