L’importanza dell’edilizia per gli obiettivi ambientali della Commissione Barroso

di Redazione Commenta

Qualità e risparmio energetico chiave per lo sviluppo, una sfida che Ance raccoglie

Viviamo in un sistema economico che va rapidamente evolvendosi, imponendo a tutto il sistema produttivo una riflessione sugli adattamenti da apportare all’organizzazione aziendale ed ai processi produttivi. Per il futuro, infatti, si prevede un mercato del costruire di dimensioni quantitativamente più ridotte rispetto agli anni passati, ma caratterizzato da una maggiore selezione dei prodotti che premierà la qualità del costruito, la bellezza architettonica, l’attenzione all’efficienza energetica, la sostenibilità ambientale ed economica.

Il settore delle costruzioni, quindi, non ha più solo la funzione di soddisfare il bisogno e l’emergenza abitativa, ma assurge ad una dimensione di stabilità, con la funzione di soddisfare il bisogno di dotazioni per le esigenze del cittadino ma anche della collettività. Progettare, costruire, demolire e recuperare edifici in qualità sono attività che definiscono lo spazio urbano, incidono sul senso della qualità della vita e quindi sul benessere individuale e collettivo, sull’aspetto ambientale ed economico delle città (grandi e piccole). Un nuovo modello, quindi, che dalla crescita dei consumi deve per forza tendere a risparmiare risorse. Questo è sviluppo sostenibile, una sfida da provare ad affrontare nei prossimi anni.

La strategia al 2020 prevede obiettivi molto ambiziosi in campo ambientale e al settore delle costruzioni è assegnato un ruolo determinante. Va sempre più affermandosi l’idea che per il 2050 tutti gli edifici dovranno essere ”neutri” dal punto di vista energetico. Per questo ”l’edilizia sostenibile” è considerata dalla Commissione europea uno dei sei lead market per la crescita e lo sviluppo dei prossimi anni (edilizia sostenibile, energie rinnovabili, riciclo materiali, bioprodotti, tessile tecnico, sanità online).

Risparmiare energia è la strada più efficiente e più veloce per arginare i cambiamenti climatici e proprio al settore dell’edilizia è stato attribuito un ruolo rilevante, con obiettivi ambiziosi che necessitano di una maggiore certezza e stabilità del quadro normativo e della definizione di una strategia di incentivazione all’efficienza energetica. L’Italia è, invece, in forte ritardo: il quadro normativo dopo cinque anni non è stato ancora completamente definito, le sovrapposizioni delle competenze tra Stato e Regioni hanno creato una situazione di confusione normativa con forti differenze tra Regioni. Sarebbe deleterio che lo stato di confusione normativa relativa all’efficienza energetica si riproponesse anche sui contesti più ampi della certificazione di sostenibilità ambientale, con il proliferare di sistemi ed enti di certificazione. Tutto questo non aiuta il mercato, non aiuta i consumatori, ci allontana dagli obiettivi europei.

Affinché il settore delle costruzioni possa svolgere un ruolo in concreto, sono in estrema sintesi è necessario anzitutto riallineare le disposizioni regionali esistenti al quadro di regole univoco sul territorio nazionale ed emanare il previsto decreto che disciplina i requisiti professionali ed i criteri di indipendenza dei certificatori energetici. In secondo luogo curare un sistema di comunicazione e d’informazione istituzionale che informi gli utilizzatori sulle potenzialità e metodologie per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici. E infine operare per la diffusione della certificazione energetica e creare un mercato consapevole e virtuoso, che sappia riconoscere e premiare la qualità delle realizzazioni.

A tal scopo, è necessario reintrodurre l’obbligo di allegare il certificato energetico agli atti di compravendita e affitto e anticipare quanto previsto dalla Direttiva 2010/31/Ce che prevede di riportare la prestazione energetica nelle pubblicità immobiliari. Le sfide sono importanti e pertanto c’è bisogno di uno spirito nuovo: la spinta per la risalita dovrà ricevere la forza di tutti, dei diversi livelli di governo del territorio, del sistema di imprese che nel territorio operano, dei lavoratori, dei cittadini.

Paolo Buzzetti
Presidente dell’Ance
Estratto da Italia Oggi – 02/03/2011

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