Il Decreto Romani ha sollevato molte reazioni trasversali (sia politicamente che di categoria) nel mondo della green economy italiana.
Pur essendo nato per recepire la Direttiva 2009/28/CE sulle rinnovabili ha fortemente penalizzato il fotovoltaico, con uno ”stop and go” che potrebbe rallentare e addirittura fermare il mercato.
Peraltro, lo schema del decreto legislativo di recepimento della direttiva veniva approvato dal Consiglio dei Ministri e trasmesso – il 10 dicembre scorso – al Parlamento senza alcuna norma che incorporasse modifiche al sistema di incentivi al fotovoltaico: l’attenzione era su altri temi. Si parlava di superamento del sistema dei certificati verdi, aste, ruolo delle Regioni ma non c’era nemmeno l’ombra dei tagli oggi in discussione. In realtà almeno gli addetti ai lavori avrebbero dovuto percepire prima che la situazione potesse sfuggire di mano.
Ed ora i 58.365 impianti (per un totale di 3.954 MW) che hanno dichiarato di aver finito i lavori entro il 31 dicembre potranno godere degli incentivi del Secondo Conto Energia (ovviamente se saranno allacciati entro il 30.06.2011), mentre quelli venuti dopo, se allacciati entro il 31 maggio 2011, potranno ancora godere degli incentivi – ridotti – del Terzo Conto Energia.
Chi invece non riuscirà ad allacciare l’impianto entro quella data potrà godere di poco, sembra, considerando che i piani di rientro economico sono stati improvvisamente stravolti dal blocco degli incentivi imposto dal decreto.
In linea teorica, tutto dovrebbe chiarirsi con la pubblicazione, da parte del governo, a fine aprile, del nuovo piano di incentivazione. In linea teorica, perché la capacità del mercato di ripartire senza risentire dei continui ”stop and go” (causati da un’evidente mancanza di strategia organica di medio-lungo periodo), è tutta da verificare.
Il sottosegretario Saglia ha lavorato per mesi al Terzo Conto Energia, cercando di trovare una mediazione con il mondo delle imprese e dei produttori e arrivando ad una soluzione che però, secondo la lettura del decreto, si sarebbe ora rivelata ”un grave errore” che pesa sulle bollette degli italiani. Qualcosa non ha funzionato.
Ora bisogna solo aver fiducia nei tavoli di confronto che lo stesso Romani ha avviato con i ministri dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo e dell’Agricoltura Giancarlo Galan e i principali stakeholder.
Fonte: greenews.info