In settimana al Consiglio dei ministri un decreto legislativo che annuncia dal 2014 lo stop agli incentivi per eolico e fotovoltaico.
Mentre il ministro Romani annuncia di aver individuato la sede per l’Agenzia nucleare, un decreto legislativo annuncia dal 2014 lo stop agli incentivi per eolico e fotovoltaico. L’attacco alle rinnovabili continua. Adesso il governo medita di tagliare gli incentivi per il fotovoltaico con un decreto legislativo in discussione al Consiglio dei ministri. Non solo.
Le bozze in circolazione preludono ad un vero e proprio colpo basso al comparto italiano dell‘energia pulita: si annuncia un tetto alla crescita del fotovoltaico, lo stop a qualsiasi incentivo dopo il 2014, il divieto per il fotovoltaico a terra sopra 1 megawatt. Ma anche un taglio retroattivo del 30% agli incentivi per l’eolico e altri provvedimenti destinati a rendere più macchinosa l’espansione delle fonti low carbon. Guarda caso proprio mentre il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, annuncia che è stata individuata (ma dove?) la sede dell’Agenzia per la sicurezza nucleare.
Il ministro Prestigiacomo, dal canto suo, cerca di porre rimedio proponendo un ridimensionamento graduale degli incentivi, in linea con l’abbassamento dei costi di produzione provocati dall’innovazione tecnologica e dall’innalzamento dei volumi di produzione. Ma è evidente la strategia generale dell’esecutivo di ”sfiduciare” le rinnovabili (nei giorni scorsi gli incentivi erano già finiti nel mirino del Gse e dell’Autorità per l’energia) che danno già oggi lavoro a circa 100.000 persone, consentono di abbattere la CO2 e favoriscono la democrazia energetica.
Per denunciare questa offensiva si è tenuta ieri lunedì 28, proprio davanti alla sede del ministero, una conferenza stampa da Legambiente, Greenpeace, Wwf, Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Kyoto Club, Ises, Anev, Aper, Assoenergie futuro e Assosolare. Il decreto dovrebbe infatti andare al voto giovedì 3 marzo.
Fotovoltaico 3 Dicembre 2013 il 18:43
La cosa migliore da fare sarebbe quella di abbassare gli incentivi ma non toglierli definitivamente.