Lombardia casa, un mercato che non risponde al reale fabbisogno in ambito sociale e privato
Uno studio realizzato dal Dipartimento di Architettura e pianificazione del Politecnico di Milano per conto della Cisl e del Sicet regionali verte su offerta, domanda, edilizia sociale
La ricerca analizza le province di Bergamo, Brescia, Como, Milano e Pavia e la situazione nei comuni capoluogo e nel resto del territorio, sia per quanto riguarda la situazione pregressa al 2008, sia per quella prevista dal 2009 al 2018 relativamente a edilizia sociale, convenzionata e libera.
I dati rilevati non lasciano dubbi a interpretazioni: si ha un eccesso di edilizia libera di 490.930 vani, risultato di un’offerta di 750.394 vani rispetto ad una domanda che, al 2018, si ferma a 259.463.
”Mai come oggi forse la prospettiva del normale godimento del diritto ad abitare in una casa appare irraggiungibile per una parte crescente della popolazione lombarda – ha sottolineato il segretario generale della Cisl Lombardia, Gigi Petteni, nel suo intervento -. Appare inoltre evidente che il diritto ad un’abitazione dignitosa anche per le famiglie più bisognose pare essere stata progressivamente rimossa dalle strategie delle nostre amministrazioni”.
Lo studio ha inoltre messo in evidenza una storica marginalità dell’intervento pubblico nell’edilizia del nostro Paese, stimato attorno al 4,5% del totale. Cifra che raggiunge il 34,6% nei Paesi Bassi, il 21% in Svezia, il 20% in Danimarca, il 17% in Francia, il 14,3% in Austria, l’8% in Irlanda, il 7% nel Belgio e il 6,5% in Germania.
”Il 4,5% – ha sottolineato nella sua esposizione Antonello Boatti, professore al Politecnico – è assolutamente insufficiente a soddisfare il fabbisogno di edilizia sociale e convenzionata, considerato il livello degli affitti, soprattutto nelle grandi concentrazioni urbane. Il fatto poi che progressivamente si provveda a smantellare i quartieri di edilizia popolare, privatizzandoli, accentua la forbice esistente”.
Fonte: Cisl