Patrimoniale, tassa gerosolimitana del 1100 (ma, allora, “per una volta sola”)
Il debito pubblico italiano veleggia verso i 2000 miliardi di euro. In questa situazione, c’è una gran voglia di patrimoniale
Scalfari (la Repubblica 28.11.’10) ha invocato “una riforma fiscale che tassi il patrimonio”. Poi sono venuti Amato, Capaldo ed altri, con le note proposte. La ricetta, cioè, è quella di tornare al 1183, alla tassa gerosolimitana istituita (e comunque “per una volta sola”) per difendersi dal feroce Saladino.
Una tassazione di questo tipo avrebbe però un effetto devastante, sul piano psicologico anzitutto, ma anche su quello della credibilità dello Stato. Ogni tassazione di tipo patrimoniale dà il sigillo dell’ufficialità all’incapacità di un sistema tributario di tassare la ricchezza dove essa veramente è, per colpire invece i beni in sé, solo perché facili da individuare, indipendentemente dal fatto che diano o no un reddito.
Una tassazione di questo tipo, poi, nasconde un esproprio surrettizio. E’ il caso dell’Ici. Per questo tributo (come per qualsiasi patrimoniale ordinaria) ”non è tanto la esistenza di una aliquota elevata che determina una occulta espropriazione del bene senza indennizzo, quanto piuttosto la prolungata tassazione nel tempo del bene, la quale determina alla lunga (dopo 10-15 anni) una sommatoria di imposte pagate pari o molto prossima alla parità, o se del caso superiore, al valore di mercato del bene” (ord. 4.7.2007 Comm. Trib. prov. di Roma).
Berlusconi ha dichiarato che la riforma fiscale in senso patrimoniale è nei programmi della Sinistra (Ansa 4.12.’10), ma a proposito di una tale riforma anche il centrodestra ha tanto da chiarire. Non più tardi del 5 novembre scorso, il Governo ha infatti approvato il Programma nazionale di riforma (PNR), che prevede testualmente: ”In prospettiva, la strategia del Governo è di assicurare ai contribuenti visibilità e misurabilità dei risparmi indotti da recuperi di efficienza, spostando il prelievo dalle persone alle cose e, in particolare, alle cose (ben amministrate). In sintesi, gli elementi chiave della strategia saranno: dalla tassazione sui redditi personali alla tassazione sulla proprietà e sui consumi; dalla complessità alla semplicità; dal centro alla periferia”.
Questa (enunciata) strategia è sfuggita ai più. Ma la Confedilizia l’ha notata, è già intervenuta. Il testo non è immodificabile (è andato in Europa, ritornerà, dovrà essere definito entro il mese di aprile). Un chiarimento s’impone.
Corrado Sforza Fogliani
presidente Confedilizia