News Ance, Federalismo fiscale municipale
Lo scorso 22 novembre l’Ance è stata audita presso la Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, in sede congiunta con la Commissione V (Bilancio, Tesoro e Programmazione) della Camera, in merito all’esame dello Schema di Decreto Legislativo in materia di federalismo fiscale municipale (atto Senato n.292)
Come noto, in attuazione della legge 42/2009, il Provvedimento introduce, dal 2011, la cedolare secca (imposta sostitutiva dell’IRPEF, con aliquota del 20%), sulle locazioni di abitazioni stipulate da persone fisiche e, dal 2014, l’imposta municipale unica (IMU).
Nel corso dell’audizione, l’Ance ha sottolineato l’importanza dello Schema di Decreto Legislativo, che assume rilevanza sia sotto il profilo della semplificazione, sia per l’attribuzione di una maggiore responsabilità ai Comuni, cui verrà devoluto il gettito derivante dall‘imposizione immobiliare (ossia, dal 2011, quello connesso alla cedolare secca e, dal 2014, quello derivante dall’introduzione dell’IMU).
Per quanto riguarda i punti salienti evidenziati dall’Ance nel documento predisposto per l’Audizione, si pone l’accento sui seguenti temi:
*Introduzione della cedolare secca sugli affitti delle abitazioni
In linea generale, la valutazione è positiva poiché accoglie le istanze da tempo avanzate dall’Ance, che ritiene che una delle maggiori cause della forte evasione fiscale del nostro Paese sia riconducibile all’eccessiva incidenza fiscale che, per taluni redditi, supera il 50%. Tuttavia, in ordine all’applicabilità del nuovo regime, l’Ance ritiene essenziale:
– garantire l’entrata in vigore della cedolare secca il 1° gennaio 2011.
L’entrata in vigore della disposizione a partire da tale data, come peraltro, previsto nello stesso Provvedimento, si ritiene attrarrà sicuramente nuovi investimenti nel settore dell‘edilizia abitativa in affitto. A tal fine, si è sollecitata la Commissione ad accelerare nell’approvazione del Provvedimento, quantomeno, per la parte relativa alla nuova imposta del 20% sulla locazione di fabbricati abitativi;
– studiare dei meccanismi agevolativi, analoghi a quelli previsti per le persone fisiche, anche con riferimento al reddito d’impresa derivante dalla locazione di fabbricati in genere, e in particolare abitativi. Infatti, il mercato dell’affitto rappresenta uno sbocco alternativo alla cessione del magazzino delle nostre imprese (beni merce delle imprese edili);
– estendere tale regime sostitutivo anche alle locazioni di fabbricati strumentali (ad esempio, uffici e negozi) posseduti da privati persone fisiche, nella convinzione che, anche in tal caso, si avrebbero effetti positivi sul recupero dell’evasione e sull’incremento delle attività del settore;
* IMU (Imposta Municipale Unica)
Lo Schema di Decreto Legislativo introduce, a partire dal 2014, l’imposta municipale unica (differenziata in IMU di possesso ed IMU di trasferimento), sostitutiva di tutti i tributi sugli immobili, eccezion fatta per l’Iva. Dal 2014, quindi:
– sul possesso degli immobili, l’IMU sostituirà l’attuale ICI, con la possibilità di un abbattimento d’imposta del 50% per gli immobili (aree e fabbricati) relativi all’attività d’impresa. In merito, nel corso dell’audizione l’Ance ha sottolineato che occorre escludere i cd. beni merce dall’ambito applicativo della nuova imposta municipale (come, del resto, da sempre sostenuto ai fini ICI), ovvero riconoscere, quantomeno, il vantaggio della riduzione al 50% dell’IMU anche per il magazzino delle imprese edili, come bene relativo all’impresa;
– sul trasferimento degli immobili, l’IMU sostituirà l’Imposta di Registro e le Imposte Ipotecarie e Catastali, con contestuale soppressione di tutte le agevolazioni tributarie per gli atti soggetti alla nuova imposta. Tenuto conto che, per le imprese di costruzioni, le aree ed i fabbricati costituiscono la materia prima su cui avviare i nuovi interventi edilizi, l’Ance ha evidenziato che occorre confermare, anche con l’introduzione dell’IMU, le attuali agevolazioni fiscali per i trasferimenti di aree edificabili finalizzati all’attuazione di piani urbanistici (ad esempio, attuale prelievo complessivo del 5% ai fini delle Imposte di Registro, Ipotecarie e Catastali, per l’acquisto di aree nell’ambito dei piani di edilizia residenziale). Ciò comporta che occorre prevedere aliquote IMU ridotte per tali operazioni.
Da un punto di vista più generale, nel corso dell’incontro l’Ance ha evidenziato che, nel momento in cui si verificherà, di fatto, la compresenza permanente dei regimi fiscali riconducibili ai singoli enti territoriali, occorrerà:
– dare attuazione effettiva al principio di esclusione di ogni doppia imposizione sul medesimo presupposto, al fine di evitare, in capo ai privati ed alle imprese, un aumento complessivo della pressione fiscale;
– garantire l’invarianza del gettito derivante dalla tassazione sugli immobili, al fine di evitare un aggravio del prelievo fiscale che, specie in una fase di difficile ripresa dalla crisi economica in atto, produrrebbe, come unico effetto, un aumento dei costi delle imprese, rallentando, tra l’altro, l’avvio di nuove attività economiche.
Fonte: Ance