Piano casa Marche, modifiche nell’ottica della sostenibilità ambientale
Nelle Marche è allo studio l’applicazione del Protocollo Itaca
Come l’Umbria, anche le Marche stanno lavorando in questi giorni per modificare e aggiornare il Piano Casa (legge regionale n.22/2009) nell’ottica della sostenibilità ambientale. Mercoledì prossimo la IV Commissione consiliare della Regione Marche si riunirà per affrontare argomenti come l’applicazione del Protocollo Itaca (valutazione della qualità ambientale degli edifici residenziali), il cambio di destinazione degli edifici non residenziali, gli interventi nei centri storici (conservando le destinazioni urbanistiche vigenti), il rispetto delle distanze (demolizione e ricostruzioni con ampliamento), l’estensione del Piano casa non solo agli edifici esistenti al 31 dicembre 2008, gli ambiti di attuazione nella pianificazione territoriale e urbanistica.
Si tratta di ”questioni rilevanti per consentire una gestione semplificata del Piano e per accentuare le positive ricadute sull’indotto edilizio”, ha sottolineato l’assessore all’Urbanistica, Luigi Viventi.
”Esprimo soddisfazione – ha aggiunto l’assessore – per il lavoro che la Commissione e il presidente Enzo Giancarli stanno svolgendo, in particolare per aver già recepito, nella precedente seduta, emendamenti presentati dalla Giunta regionale, come gli ampliamenti delle unità immobiliari residenziali e non residenziali, l’utilizzo dei sottotetti a fini abitativi. È stato colto così l’orientamento dell’esecutivo che mira a riqualificare il patrimonio edilizio esistente, per non destinare ulteriore suolo all’edificazione”.
Lo scorso 28 ottobre la IV Commissione della Regione Marche ha infatti definito le modifiche da apportare all’articolo 1, commi 1, 3 e 6 della legge n. 22/2009 e ha deciso di posticipare la validità del Piano Casa fino al 30 giugno 2012. Viene consentito l’ampliamento sino al 20% della superficie delle singole unità immobiliari residenziali, non limitando l’intervento all’intero edificio ed escludendo il limite dei 200 mc esistente nella normativa attuale. Tale limite rimane in vigore solo per gli ampliamenti degli edifici residenziali in zona agricola.
Sarà possibile, inoltre, ampliare gli edifici non residenziali fino al 20% escludendo il limite dei 400 mq attuali. Viene facilitato anche l‘utilizzo dei sottotetti ai fini abitativi anche quando il rispetto delle distanze dagli edifici circostanti impediva l’utilizzo di questi locali. La nuova normativa interviene infatti sull’altezza media utile, diminuendola da 2,70 a 2,40. Applicando tale parametro si potrà intervenire anche nei centri storici, non modificando la sagoma dell’edificio.
Ciò consentirà una riqualificazione degli ultimi piani degli edifici, sotto l’aspetto sismico-strutturale ed energetico. Inoltre, l’intervento nei sottotetti favorirà una migliore fruizione nel centro storico delle nuove superfici adibite a residenza, e attraverso l’elevazione del ‘colmo’, sarà possibile intervenire nelle zone omogenee di tipo B e C.
Fonte: casaeclima