Immobiliare, il valore della casa con la certificazione acustica
Secondo Confedilizia la certificazione acustica non aumenterà il valore degli immobili anche se costerà da 5 a 10 volte di più della certificazione energetica
Un aumento dei canoni e una diminuzione di valore degli immobili fra il 3 e il 5%, che potrebbe essere maggiore nei centri storici delle città. Sarebbe questa, secondo Confedilizia, una delle conseguenze dell’introduzione dell’obbligo della certificazione acustica degli edifici, previsto a partire dal 31 dicembre 2011 da undecreto legislativo elaborato dal ministero dell’Ambiente. La classificazione acustica delle unità immobiliari sarà obbligatoria solo per i nuovi edifici e le ristrutturazioni edilizie, mentre sarà volontaria per gli edifici esistenti.
A differenza della certificazione energetica, che si basa su calcoli, la classificazione acustica si basa su misure effettuate al termine dell’opera edilizia. Consente di informare i futuri proprietari/abitanti sulle caratteristiche acustiche della stessa e di tutelare i vari soggetti che intervengono nel processo edilizio (progettisti, produttori di materiali da costruzione, costruttori, venditori, ecc.) da possibili successive contestazioni. A tal proposito è stata da poco pubblicata la norma UNI 11367 sulla classificazione acustica.
Confedilizia, per bocca del suo presidente, Corrado Sforza Fogliani, sostiene che la certificazione energetica ”si è rivelata un puro onere per la proprietà, che in sé non incide per niente – come invece propalavano i suoi sostenitori – sull’aumento o sulla diminuzione del valore dei singoli immobili nelle relative trattative”. Quanto alla certificazione acustica, di cui sarebbe ormai vicina l’introduzione, ”anch’essa non sposterà di un euro il valore degli immobili nelle trattative di compravendita, ma – afferma il presidente di Confedilizia – in compenso si calcola che verrà a costare da cinque a dieci volte più della certificazione energetica”.
Costi certi e nessun beneficio
Secondo Confedilizia, le certificazioni acustiche degli edifici, al pari di quelle energetiche, comporterebbero solo ”costi certi e benefici – sulla base dell’esperienza acquisita – da escludersi: proprio per questo, infatti, si vogliono queste certificazioni imposte per legge anziché rimesse alla libera volontà di condòmini e proprietari. C’è da chiedersi – aggiunge Sforza Fogliani – a che punto si voglia arrivare e se la volontà di creare lavoro buroindotto, o di perseguire strade lastricate di teoriche buone intenzioni, faccia velo a proposito degli effetti dirompenti che anche il solo annuncio di provvedimenti di questo tipo comporta per un mercato già sofferente oltre che di continuo alimentato da preoccupanti incertezze”.
Fonte: casaeclima