Immobiliare, offerta ricettiva: quale futuro?
Metropoli, modernità, tempo libero: una storia comune. Quale futuro per l’offerta ricettiva? Se ne è parlato al Cersaie nell’ambito di ”Costruire, abitare, pensare”
La metropoli è il luogo in cui tutto può essere misurato, monetizzato, calcolato. Ma la metropoli è anche il luogo della libertà possibile, della facoltà di svincolarsi dalle abitudini, di uscire dal gruppo per sviluppare – liberamente, appunto – la propria individualità. Mentre i padri della sociologia moderna sviluppavano questo innovativo concetto, mentre l’uomo ”metropolitano” muoveva i primi passi in un mondo fatto di luci, colori, talvolta di solitudine, nasceva il tempo libero, secondo grande pilastro della società moderna.
Con esso, prendeva vita tutta una serie di strutture fisiche di accoglienza – case, alberghi, ma anche roulotte, bungalow, fino a interi villaggi turistici – che, a differenza delle storiche ”locande”, venivano pensate e progettate fin dall’inizio per mettere nelle migliori condizioni il viandante (divenuto il cliente) di trovare ristoro alla propria sete di divertimento, evasione, relax.
Il divertimento, al giorno d’oggi, è ancora pura evasione? Le strutture per l’accoglienza turistica per come si sono sviluppate ed evolute nel corso degli ultimi decenni sono ancora adeguate, sono ancora al passo, con i modi di vita della contemporaneità? O siamo forse all’inizio di un nuovo modo – che a posteriori potrebbe dimostrarsi rivoluzionario – di vivere il nostro tempo libero, con inevitabili ricadute anche dal punto di vista delle caratteristiche richieste alle ”strutture fisiche” incaricate di accoglierci?
Di queste e di altre questioni si è parlato nell’incontro ”Il futuro dell‘accoglienza turistica: domande e risposte dall’edificio al territorio”, svoltosi al Cersaie di Bologna, nell’ambito del programma ”Costruire, abitare, pensare”.
Andrea Babbi ha analizzato l’evoluzione del settore alberghiero italiano, sollecitando i produttori a realizzare linee di prodotti più standardizzate e in grado di soddisfare i requisiti di qualità a costi contenuti, sottolineando come siano circa 20 mila gli alberghi che nei prossimi 5 anni potranno realizzare opere di ristrutturazione per una valore stimato in quasi 6 miliardi di euro.
Forse non basta citare anche le più moderne strutture ricettive – almeno per l’Italia – quali bed&breakfast e simili per comprendere che tipo di mutamento è in atto nella società di oggi. Prendiamo ad esempio l‘Emilia-Romagna, una terra dove le risposte innovative in tema di accoglienza turistica non mancano, dagli alberghi ”ecologici” proposti con sempre maggiore frequenza in Riviera agli agriturismi che punteggiano, da qualche tempo, ogni più remoto angolo della nostra collina.
L’edificio – sia esso grande villaggio turistico o piccolo fabbricato – resta naturalmente il filo conduttore, il perno di ogni possibile discussione sulle nuove modalità di accoglienza turistica. Eppure un edificio che sempre di più va pensato, progettato, costruito o ri-costruito per essere contestualizzato all’interno di un territorio, rispettandone le peculiarità urbanistiche, ambientali, socioculturali. Non fosse altro, anche al di là di valutazioni architettoniche, per il fatto che l’uomo metropolitano descritto da Georg Simmel – il filosofo tedesco a cui si deve il saggio più celebre sullo ”spirito della metropoli” – si è profondamente evoluto negli ultimi anni.
Un uomo probabilmente diverso da quello che considerava il tempo libero come una conquista, il divertimento come pura evasione. Progettare l’accoglienza, e stare al passo con esigenze che – quantomeno – si stanno facendo sempre più diversificate, è la sfida che si pone per tutti gli attori in gioco. Pensando in ultima istanza all’edificio come a un catalizzatore per trasformare quella libertà possibile in un desiderio concreto, quindi in un desiderio appagato.
Per ulteriori informazioni: Dr. Andrea Serri
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